La figura di Isacco Refa’el Ḥayyim Lampronti, vissuto fra le ultime due decadi del Seicento e oltre la metà del Settecento (1679-1756), tanto quanto è noto per il suo opus magnum il Paḥad Yiṣḥaq o “Il terrore di Isacco”, che costituisce la prima grande enciclopedia dell’ebraismo, altrettanto risulta ad oggi non ancora sufficientemente studiata. La sua statura intellettuale risulta davvero elevata e caratterizzata da un’incredibile poliedricità di interessi, tipici di una mente superiore, dalle infinite capacità, aperta al rapporto con la cultura ed il mondo non ebraico, generosa, entusiasta e anche capace di usare il carisma poetico. Lampronti si laureò in Medicina presso l’Università di Padova il 14 maggio 1696 e, come apprezzato medico, egli fu in stretto contatto e in collaborazione con i più grandi medici dello Studium dell’Università di Bologna. Lo dimostrano le sue relazioni con l’eccelso medico, anatomista e patologo forlivese Giambattista Morgagni, noto in tutta Europa come l’Anatomicorum princeps, professore allo Studio bolognese e poi in quello patavino (1682-1771). Non era raro che, fin dal Medioevo e nell’Età moderna, diversi rabbini fossero anche medici, come è ben attestato in diverse comunità ebraiche. Lampronti è un rabbino illuminato, di una cultura sterminata e non solo della normativa rabbinica, ma anche delle scienze del mondo occidentale cristiano e, come già accennato, anche il primo ebreo che scrive la prima grande enciclopedia in senso moderno dell’ebraismo, con le sue voci dalla alef alla taw, della quale ci sono giunti ben tre manoscritti, quasi del tutto autografi, fatto che ha dell’incredibile per cui ci si chiede come trovasse il tempo per scrivere tanto. Ancora, Lampronti, fatto noto a pochi, è anche poeta, come dimostra il componimento che egli scrisse nel 1710 in trenta ottave di endecasillabi. Di questo poema, dalle assonanze e dalle rime finali sillabiche meravigliose e che definirei un vero e proprio Trattato teologico in poesia sull’arca dell’alleanza costruito sui racconti dei libri di Samuele e delle Cronache, per quanto sappiamo, ci sono giunti solo due esemplari del foglio sciolto che egli fece stampare dalla tipografia Bragadina di Venezia, uno conservato a New York ed uno a Gerusalemme. La sua sapienza era tale, che, ancora molto dopo la sua morte, a Ferrara si diceva questa frase: “Tutto l’insegnamento che si trova fra di noi deriva dalla bocca del nostro padre Isacco”. Grazie ai suoi studi di medicina e di filosofia presso l’Università di Padova, Lampronti recepì una formazione culturale a tutto tondo, non solo religiosa e rabbinica, ma anche umanistica e scientifica. Questo fece sì che egli studiasse e conoscesse a fondo la letteratura classica e fosse informato sullo sviluppo delle scienze che, fra Sei e Settecento, iniziavano ad avanzare e a cambiare il mondo. Egli ebbe sempre un apprezzamento per le scienze umane anche non religiose, come mostra l’ampio uso di fonti non ebraiche che egli fa nella sua opera. Nonostante che l’Inquisizione, nel periodo in cui Lampronti visse, ossia fra il tardo Sei e il Settecento, raggiungesse il picco della sua intolleranza e crudeltà verso gli ebrei, egli seppe distinguere il potere ecclesiastico con la sua bieca violenza, dal mondo della scienza e del pensiero.

Isacco Lampronti poeta, massaro e scriba della Sinagoga Spagnola di Ferrara. Scorci di vita quotidiana dal Registro della Scola

Mauro Perani
2017

Abstract

La figura di Isacco Refa’el Ḥayyim Lampronti, vissuto fra le ultime due decadi del Seicento e oltre la metà del Settecento (1679-1756), tanto quanto è noto per il suo opus magnum il Paḥad Yiṣḥaq o “Il terrore di Isacco”, che costituisce la prima grande enciclopedia dell’ebraismo, altrettanto risulta ad oggi non ancora sufficientemente studiata. La sua statura intellettuale risulta davvero elevata e caratterizzata da un’incredibile poliedricità di interessi, tipici di una mente superiore, dalle infinite capacità, aperta al rapporto con la cultura ed il mondo non ebraico, generosa, entusiasta e anche capace di usare il carisma poetico. Lampronti si laureò in Medicina presso l’Università di Padova il 14 maggio 1696 e, come apprezzato medico, egli fu in stretto contatto e in collaborazione con i più grandi medici dello Studium dell’Università di Bologna. Lo dimostrano le sue relazioni con l’eccelso medico, anatomista e patologo forlivese Giambattista Morgagni, noto in tutta Europa come l’Anatomicorum princeps, professore allo Studio bolognese e poi in quello patavino (1682-1771). Non era raro che, fin dal Medioevo e nell’Età moderna, diversi rabbini fossero anche medici, come è ben attestato in diverse comunità ebraiche. Lampronti è un rabbino illuminato, di una cultura sterminata e non solo della normativa rabbinica, ma anche delle scienze del mondo occidentale cristiano e, come già accennato, anche il primo ebreo che scrive la prima grande enciclopedia in senso moderno dell’ebraismo, con le sue voci dalla alef alla taw, della quale ci sono giunti ben tre manoscritti, quasi del tutto autografi, fatto che ha dell’incredibile per cui ci si chiede come trovasse il tempo per scrivere tanto. Ancora, Lampronti, fatto noto a pochi, è anche poeta, come dimostra il componimento che egli scrisse nel 1710 in trenta ottave di endecasillabi. Di questo poema, dalle assonanze e dalle rime finali sillabiche meravigliose e che definirei un vero e proprio Trattato teologico in poesia sull’arca dell’alleanza costruito sui racconti dei libri di Samuele e delle Cronache, per quanto sappiamo, ci sono giunti solo due esemplari del foglio sciolto che egli fece stampare dalla tipografia Bragadina di Venezia, uno conservato a New York ed uno a Gerusalemme. La sua sapienza era tale, che, ancora molto dopo la sua morte, a Ferrara si diceva questa frase: “Tutto l’insegnamento che si trova fra di noi deriva dalla bocca del nostro padre Isacco”. Grazie ai suoi studi di medicina e di filosofia presso l’Università di Padova, Lampronti recepì una formazione culturale a tutto tondo, non solo religiosa e rabbinica, ma anche umanistica e scientifica. Questo fece sì che egli studiasse e conoscesse a fondo la letteratura classica e fosse informato sullo sviluppo delle scienze che, fra Sei e Settecento, iniziavano ad avanzare e a cambiare il mondo. Egli ebbe sempre un apprezzamento per le scienze umane anche non religiose, come mostra l’ampio uso di fonti non ebraiche che egli fa nella sua opera. Nonostante che l’Inquisizione, nel periodo in cui Lampronti visse, ossia fra il tardo Sei e il Settecento, raggiungesse il picco della sua intolleranza e crudeltà verso gli ebrei, egli seppe distinguere il potere ecclesiastico con la sua bieca violenza, dal mondo della scienza e del pensiero.
2017
Nuovi studi su isacco Lampronti. Storia, poesia, scienza e halakah
93
194
Mauro Perani
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/678153
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact