L’arte pubblica fa riferimento a pratiche artistiche che utilizzano lo spazio pubblico come contesto privilegiato di azione rivolto all’intera collettività, con lo scopo di «migliorare la qualità della vita dei cittadini» (Detheridge, in Birrozzi & Pugliese, 2007, p. 39). L’arte nello spazio pubblico può rappresentare un pretesto o meglio uno strumento di condivisione e incontro per avvicinare i cittadini e in particolare i giovani e i ‘visitatori potenziali’, che nonostante vivano condizioni di esclusione o estraneità, perché poco propensi a frequentare i luoghi della cultura, possono ritrovare sul territorio nuove possibilità di avvicinarsi all’arte, anche in maniera inaspettata. La riflessione si sviluppa quindi in due direzioni coincidenti: in primo luogo l’esigenza di un rinnovamento culturale che vada a scardinare vecchi tabù riconoscendo alle pratiche artistiche in contesti urbani un portato formativo rilevante, alla pari di esperienze vissute all’interno dei luoghi della cultura; in secondo luogo la necessità di un investimento che oltre all’aspetto finanziario – seppur necessario – privilegi la costruzione di nuove progettualità sul territorio, mediante la costruzione di alleanze educative tra partner differenti (scuole, accademie, università, cooperative sociali, associazioni di volontariato, centri di giustizia minorile, centri di accoglienza, musei, e fondazioni). Implementare percorsi educativi di arte pubblica significa quindi lavorare nella direzione di un’educazione permanente che, attraverso processi di empowerment, riconosca tutti i cittadini, con bisogni ed esigenze differenti, come partecipanti attivi all’interno di una comunità, capace di autoalimentarsi grazie alle energie di tutti i suoi protagonisti. In questo senso, possiamo ritrovare un fil rouge che unisce l’animazione educativa con l’arte pubblica, soprattutto nella misura in cui quest’ultima «assume valore quanto più è in grado di comprendere nel sistema simbolico la comunità che l’accoglie» (Scardi 2011 p.10). A partire da tali premesse si è quindi deciso di descrivere e raccontare il “Bolognina Community Project”, un progetto di arte pubblica che ha coinvolto i giovani e la cittadinanza del quartiere Navile di Bologna mediante la realizzazione di percorsi didattico-laboratoriali e di un intervento artistico che ha permesso di ridisegnare le serrande del mercato Albani grazie all’incontro tra diversi artisti e realtà locali.

Arte pubblica e inclusione sociale: promuovere la partecipazione in un'ottica di cittadinanza culturale

Veronica Russo
2018

Abstract

L’arte pubblica fa riferimento a pratiche artistiche che utilizzano lo spazio pubblico come contesto privilegiato di azione rivolto all’intera collettività, con lo scopo di «migliorare la qualità della vita dei cittadini» (Detheridge, in Birrozzi & Pugliese, 2007, p. 39). L’arte nello spazio pubblico può rappresentare un pretesto o meglio uno strumento di condivisione e incontro per avvicinare i cittadini e in particolare i giovani e i ‘visitatori potenziali’, che nonostante vivano condizioni di esclusione o estraneità, perché poco propensi a frequentare i luoghi della cultura, possono ritrovare sul territorio nuove possibilità di avvicinarsi all’arte, anche in maniera inaspettata. La riflessione si sviluppa quindi in due direzioni coincidenti: in primo luogo l’esigenza di un rinnovamento culturale che vada a scardinare vecchi tabù riconoscendo alle pratiche artistiche in contesti urbani un portato formativo rilevante, alla pari di esperienze vissute all’interno dei luoghi della cultura; in secondo luogo la necessità di un investimento che oltre all’aspetto finanziario – seppur necessario – privilegi la costruzione di nuove progettualità sul territorio, mediante la costruzione di alleanze educative tra partner differenti (scuole, accademie, università, cooperative sociali, associazioni di volontariato, centri di giustizia minorile, centri di accoglienza, musei, e fondazioni). Implementare percorsi educativi di arte pubblica significa quindi lavorare nella direzione di un’educazione permanente che, attraverso processi di empowerment, riconosca tutti i cittadini, con bisogni ed esigenze differenti, come partecipanti attivi all’interno di una comunità, capace di autoalimentarsi grazie alle energie di tutti i suoi protagonisti. In questo senso, possiamo ritrovare un fil rouge che unisce l’animazione educativa con l’arte pubblica, soprattutto nella misura in cui quest’ultima «assume valore quanto più è in grado di comprendere nel sistema simbolico la comunità che l’accoglie» (Scardi 2011 p.10). A partire da tali premesse si è quindi deciso di descrivere e raccontare il “Bolognina Community Project”, un progetto di arte pubblica che ha coinvolto i giovani e la cittadinanza del quartiere Navile di Bologna mediante la realizzazione di percorsi didattico-laboratoriali e di un intervento artistico che ha permesso di ridisegnare le serrande del mercato Albani grazie all’incontro tra diversi artisti e realtà locali.
2018
Educare nella città. Percorsi didattici interdisciplinari
118
137
Veronica Russo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/678030
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