Monumenti, opere d’arte, libri, archivi, musica, forme letterarie, manufatti d’interesse archeologico e storico ma anche tradizioni culturali e religiose, istituzioni sociali, culture, diritti dell’uomo e dell’ambiente: questi i molteplici ambiti dei beni culturali, spesso ritenuti oggetto di studio specifico di discipline diverse. Obiettivo di questa collana è inaugurare una nuova visione in cui i diversi saperi umanistici (storici, filologici, letterari, archeologici, artistici e musicologici) siano concretamente coniugati sia con gli studi antropologici, giuridici, socio-economici e politologici sia con le metodologie e gli strumenti scientifici, diagnostici, tecnici e informatici. In questa prospettiva la collana riflette e promuove le finalità di una ricerca orientata ai temi della conoscenza, tutela e comunicazione del patrimonio culturale con cui è stato istituito il Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum, in cui l’attenzione è rivolta ad oggetti di studio condivisi, con una efficace molteplicità di sguardi. Questa visione è finalizzata sia all’interpretazione critica di un patrimonio articolato e multiforme, sia alla comunicazione dei risultati di tali ricerche a un pubblico più vasto nella convinzione che i Beni Culturali siano un investimento necessario per il futuro: perché ogni generazione ha il dovere di conservare e tramandare il patrimonio ricevuto e perché queste attività di studio e la ricerca rappresentano una strategica occasione di sviluppo culturale, economico e sociale, anche in funzione della realizzazione di un’Europa più sostenibile come si evidenzia dalle conclusioni del Consiglio Europeo del 21 maggio 2014. Questa collana si propone di contribuire a una più estesa comunicazione e diffusione pubblica dei beni culturali, nella convinzione che i suoi molteplici oggetti siano concretamente alla portata di tutti, fruibili e utilizzabili anche al di fuori di intenti formativi, e proprio per questo da considerare come un patrimonio condiviso e identitario: per la possibilità di goderne anche in modo inconsapevole. Ma un semplice ricezione estetica non è sufficiente: la conoscenza, le informazioni devono diventare uno strumento di sviluppo e comunicazione e non un ostacolo a una sempre più ampia e condivisa fruizione. Il concetto di valorizzazione dei beni culturali andrebbe forse capovolto: ciò che è necessario valorizzare è la capacità di comprensione da parte dei fruitori, non gli oggetti culturali che rappresentano già un valore in sé di cui nessuno dubita. La valorizzazione così intesa – tra l’altro – risulta essere quanto mai utile al fine di consentire una governance partecipata e condivisa del patrimonio culturale, come del resto prevedono le stesse linee di indirizzo dell’Unione Europea.

Studi sul Patrimonio Culturale

Alessandro Iannucci
In corso di stampa

Abstract

Monumenti, opere d’arte, libri, archivi, musica, forme letterarie, manufatti d’interesse archeologico e storico ma anche tradizioni culturali e religiose, istituzioni sociali, culture, diritti dell’uomo e dell’ambiente: questi i molteplici ambiti dei beni culturali, spesso ritenuti oggetto di studio specifico di discipline diverse. Obiettivo di questa collana è inaugurare una nuova visione in cui i diversi saperi umanistici (storici, filologici, letterari, archeologici, artistici e musicologici) siano concretamente coniugati sia con gli studi antropologici, giuridici, socio-economici e politologici sia con le metodologie e gli strumenti scientifici, diagnostici, tecnici e informatici. In questa prospettiva la collana riflette e promuove le finalità di una ricerca orientata ai temi della conoscenza, tutela e comunicazione del patrimonio culturale con cui è stato istituito il Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum, in cui l’attenzione è rivolta ad oggetti di studio condivisi, con una efficace molteplicità di sguardi. Questa visione è finalizzata sia all’interpretazione critica di un patrimonio articolato e multiforme, sia alla comunicazione dei risultati di tali ricerche a un pubblico più vasto nella convinzione che i Beni Culturali siano un investimento necessario per il futuro: perché ogni generazione ha il dovere di conservare e tramandare il patrimonio ricevuto e perché queste attività di studio e la ricerca rappresentano una strategica occasione di sviluppo culturale, economico e sociale, anche in funzione della realizzazione di un’Europa più sostenibile come si evidenzia dalle conclusioni del Consiglio Europeo del 21 maggio 2014. Questa collana si propone di contribuire a una più estesa comunicazione e diffusione pubblica dei beni culturali, nella convinzione che i suoi molteplici oggetti siano concretamente alla portata di tutti, fruibili e utilizzabili anche al di fuori di intenti formativi, e proprio per questo da considerare come un patrimonio condiviso e identitario: per la possibilità di goderne anche in modo inconsapevole. Ma un semplice ricezione estetica non è sufficiente: la conoscenza, le informazioni devono diventare uno strumento di sviluppo e comunicazione e non un ostacolo a una sempre più ampia e condivisa fruizione. Il concetto di valorizzazione dei beni culturali andrebbe forse capovolto: ciò che è necessario valorizzare è la capacità di comprensione da parte dei fruitori, non gli oggetti culturali che rappresentano già un valore in sé di cui nessuno dubita. La valorizzazione così intesa – tra l’altro – risulta essere quanto mai utile al fine di consentire una governance partecipata e condivisa del patrimonio culturale, come del resto prevedono le stesse linee di indirizzo dell’Unione Europea.
In corso di stampa
2015
Alessandro Iannucci
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/677399
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