L’intrinseca connotazione di genere del repertorio linguistico utilizzato dagli educatori (genitori, caregivers, professionisti della cura, insegnanti e altri adulti) che popolano il mondo infantile rivela alcune precise modalità nell’interpretare i ruoli e le relazioni tra i sessi. Mostrando come siano gli adulti stessi a riprodurre nei bambini le proprie rappresentazioni e aspettative (esplicite o implicite), attraverso stili relazionali e pratiche di cura differenti, a seconda che siano rivolte ai bambini, oppure alle bambine. Si spiega così la sostanziale adesione degli adulti, anche quando sono educatori/trici, professionisti della cura, a rappresentazioni di genere stereotipate ed essenzialiste che tendono a naturalizzare le differenze fra maschi e femmine: ricalcando i modelli educativi tradizionali, anziché decostruirli, innovarli e superarli (Gallerani, 2013). In tal senso, disfare il genere (Butler, 2004) e de-costruire in famiglia, nei luoghi dell’educazione e nella società un lessico e un immaginario ambiguo e stereotipato (intriso di modelli di genere e rappresentazioni che reiterano l’asimmetria fra i sessi) rappresenta una straordinaria sfida pedagogica. E delinea, nondimeno, uno spazio democratico di crescita reciproca tra le generazioni nella prospettiva di un 'abitare etico' caratterizzato dalla 'prossemicità' (Gallerani, 2015). -La bella Recensione di Franco Cambi al volume (di seguito allegata), cita e sottolinea -con un esplicito riferimento- l'originalità del concetto di ''abitare etico' elaborato da M.Gallerani (in altre monografie e in questo specifico contributo in collettanea). -L'ipotesi dell'intero volume, come sottolinea Massimo Baldacci, è che indagando i confini e i rapporti tra la pedagogia e gli altri saperi sia possibile lavorare indirettamente sulla natura e l'identità della pedagogia stessa. A questo scopo, la struttura del volume vede un'articolazione in tre parti, ciascuna delle quali è intitolata al rapporto-confine con una data area di saperi e/o pratiche. La prima parte è dedica tata al rapporto tra pedagogia e filosofia. Si tratta del confine lungo il quale si è storicamente giocata la costituzione stessa della pedagogia come sapere autonomo. Infatti, la pedagogia è nata come regione filosofica, e ha conquistato faticosamente l'indipendenza da questa madre-patria nel corso della propria storia. La seconda parte è intitolata al rapporto tra pedagogia e scienze umane. Un confine, questo, che ha acquisito pregnanza nella seconda metà del Novecento, quando il modello puramente filosofico della pedagogia è entrato in crisi, e si è posta con forza l'esigenza di uno studio scientifico dell'educazione. La terza parte, infine, è dedicata al rapporto tra pedagogia e politica. Su questo confine si gioca non tanto la questione dell'indipendenza teorica della pedagogia, quanto quella della sua autonomia pratica. Infatti, spesso, la politica non si limita ad assicurare le condizioni necessarie all'educazione, ma pretende di indicarne le direzioni e i traguardi.

Che 'genere' di politica? Emozioni politiche per nuove prassi e posture esistenziali

Manuela Gallerani
Conceptualization
2018

Abstract

L’intrinseca connotazione di genere del repertorio linguistico utilizzato dagli educatori (genitori, caregivers, professionisti della cura, insegnanti e altri adulti) che popolano il mondo infantile rivela alcune precise modalità nell’interpretare i ruoli e le relazioni tra i sessi. Mostrando come siano gli adulti stessi a riprodurre nei bambini le proprie rappresentazioni e aspettative (esplicite o implicite), attraverso stili relazionali e pratiche di cura differenti, a seconda che siano rivolte ai bambini, oppure alle bambine. Si spiega così la sostanziale adesione degli adulti, anche quando sono educatori/trici, professionisti della cura, a rappresentazioni di genere stereotipate ed essenzialiste che tendono a naturalizzare le differenze fra maschi e femmine: ricalcando i modelli educativi tradizionali, anziché decostruirli, innovarli e superarli (Gallerani, 2013). In tal senso, disfare il genere (Butler, 2004) e de-costruire in famiglia, nei luoghi dell’educazione e nella società un lessico e un immaginario ambiguo e stereotipato (intriso di modelli di genere e rappresentazioni che reiterano l’asimmetria fra i sessi) rappresenta una straordinaria sfida pedagogica. E delinea, nondimeno, uno spazio democratico di crescita reciproca tra le generazioni nella prospettiva di un 'abitare etico' caratterizzato dalla 'prossemicità' (Gallerani, 2015). -La bella Recensione di Franco Cambi al volume (di seguito allegata), cita e sottolinea -con un esplicito riferimento- l'originalità del concetto di ''abitare etico' elaborato da M.Gallerani (in altre monografie e in questo specifico contributo in collettanea). -L'ipotesi dell'intero volume, come sottolinea Massimo Baldacci, è che indagando i confini e i rapporti tra la pedagogia e gli altri saperi sia possibile lavorare indirettamente sulla natura e l'identità della pedagogia stessa. A questo scopo, la struttura del volume vede un'articolazione in tre parti, ciascuna delle quali è intitolata al rapporto-confine con una data area di saperi e/o pratiche. La prima parte è dedica tata al rapporto tra pedagogia e filosofia. Si tratta del confine lungo il quale si è storicamente giocata la costituzione stessa della pedagogia come sapere autonomo. Infatti, la pedagogia è nata come regione filosofica, e ha conquistato faticosamente l'indipendenza da questa madre-patria nel corso della propria storia. La seconda parte è intitolata al rapporto tra pedagogia e scienze umane. Un confine, questo, che ha acquisito pregnanza nella seconda metà del Novecento, quando il modello puramente filosofico della pedagogia è entrato in crisi, e si è posta con forza l'esigenza di uno studio scientifico dell'educazione. La terza parte, infine, è dedicata al rapporto tra pedagogia e politica. Su questo confine si gioca non tanto la questione dell'indipendenza teorica della pedagogia, quanto quella della sua autonomia pratica. Infatti, spesso, la politica non si limita ad assicurare le condizioni necessarie all'educazione, ma pretende di indicarne le direzioni e i traguardi.
2018
Pedagogia al confine : trame e demarcazione tra i saperi
195
206
Manuela Gallerani
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