Nonostante a livello accademico l’educazione permanente, quella continua e degli adulti vantino una lunga tradizione di studi e ricerche che si sviluppa, in prima istanza, a partire dalla centralità della persona intesa come proprium da cui muovere per avanzare ogni riflessione (non solo di tipo educativo), tuttavia si avverte un profondo gap tra la qualità degli studi e le loro ricadute nella realtà fattuale, nel tessuto economico e socio-culturale del nostro Paese. In primo luogo, è evidente lo scarso interesse politico nei confronti di questo settore di studi dall’ampio compasso e di vitale importanza (Ross, 2004; Parasuraman, Davies, 1984) soprattutto a fronte della scomparsa dell’adulto (Mariani, 2014) nella nostra società: vale a dire la tendenza alla rimozione di temi e problemi connessi all’età adulta e senile, fino alla loro quasi dematerializzazione. Una rimozione assurta a pratica ordinaria, soprattutto nei confronti dell’adulto anziano – considerato meno produttivo, o non più produttivo da un punto di vista economico – e dell’adultità in condizione di marginalità o fragilità (i non consumatori, i non elettori) dettata, nello specifico, da un vivere all’insegna di un eterno presente. In secondo luogo, osserviamo un palese scollamento tra le istanze del mondo della ricerca, i bisogni delle persone reali e le richieste del mercato del lavoro. Il saggio propone una riflessione critica sulle teorie pedagogiche del Novecento che hanno afficacemente affrontato questa problematica.
Manuela Gallerani (2018). PER UN’EDUCAZIONE ALLA PROGETTUALITÀ E ALLA PROSSEMICITÀ DELL’ADULTO. Firenze : Firenze University Press.
PER UN’EDUCAZIONE ALLA PROGETTUALITÀ E ALLA PROSSEMICITÀ DELL’ADULTO
Manuela GalleraniConceptualization
2018
Abstract
Nonostante a livello accademico l’educazione permanente, quella continua e degli adulti vantino una lunga tradizione di studi e ricerche che si sviluppa, in prima istanza, a partire dalla centralità della persona intesa come proprium da cui muovere per avanzare ogni riflessione (non solo di tipo educativo), tuttavia si avverte un profondo gap tra la qualità degli studi e le loro ricadute nella realtà fattuale, nel tessuto economico e socio-culturale del nostro Paese. In primo luogo, è evidente lo scarso interesse politico nei confronti di questo settore di studi dall’ampio compasso e di vitale importanza (Ross, 2004; Parasuraman, Davies, 1984) soprattutto a fronte della scomparsa dell’adulto (Mariani, 2014) nella nostra società: vale a dire la tendenza alla rimozione di temi e problemi connessi all’età adulta e senile, fino alla loro quasi dematerializzazione. Una rimozione assurta a pratica ordinaria, soprattutto nei confronti dell’adulto anziano – considerato meno produttivo, o non più produttivo da un punto di vista economico – e dell’adultità in condizione di marginalità o fragilità (i non consumatori, i non elettori) dettata, nello specifico, da un vivere all’insegna di un eterno presente. In secondo luogo, osserviamo un palese scollamento tra le istanze del mondo della ricerca, i bisogni delle persone reali e le richieste del mercato del lavoro. Il saggio propone una riflessione critica sulle teorie pedagogiche del Novecento che hanno afficacemente affrontato questa problematica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.