Commissionato a György Ligeti dalla Westdeutscher Rundfunk di Colonia e dedicato alla clavicembalista Elisabeth Chojnacka, "Hungarian Rock" venne completato nel maggio 1978 e pubblicato l’anno successivo dalla casa editrice Schott di Mainz. Dopo il debutto a Colonia il 20 maggio 1978, il pezzo si affermò come uno dei brani per clavicembalo più noti ed apprezzati del secondo Novecento. La composizione del funambolico pezzo clavicembalistico fornì inoltre a Ligeti l’occasione per immortalare sulla carta pentagrammata una personale “riflessione musicale” sulla popular music e più in generale sulla musica d’arte contemporanea e sulla sua estetica. Tale premessa pone irrevocabilmente "Hungarian Rock" al centro di un intricato crocevia di strutture, forme e tecniche compositive: Ligeti non rinunciò alla stretta e a tratti paradossale fusione delle più divergenti forme, tecniche scritturali e sonorità, accogliendo ed accostando spunti lontani nello spazio e nel tempo. L'immancabile ironia dell'autore ha scandito e ponderato con dissimulata accuratezza le fasi di tale processo governandone con precisione gli snodi formali. Tali riflessioni non solo forniscono la doverosa cornice alla serrata analisi compositiva, scritturale e testurale di Hungarian Rock, la prima offerta in italiano, ma si innestano in essa si offrono come lo spunto privilegiato verso la comprensione dell'intricata costruzione dell'opera e verso la sua contestualizzaione nel panorama clavicembalistico del secondo Novecento.
Federico Lanzellotti (2018). «A musical argument with my students»: Ligeti e la popular music in Hungarian Rock. MESSINA : MD Edizioni.
«A musical argument with my students»: Ligeti e la popular music in Hungarian Rock
Federico Lanzellotti
2018
Abstract
Commissionato a György Ligeti dalla Westdeutscher Rundfunk di Colonia e dedicato alla clavicembalista Elisabeth Chojnacka, "Hungarian Rock" venne completato nel maggio 1978 e pubblicato l’anno successivo dalla casa editrice Schott di Mainz. Dopo il debutto a Colonia il 20 maggio 1978, il pezzo si affermò come uno dei brani per clavicembalo più noti ed apprezzati del secondo Novecento. La composizione del funambolico pezzo clavicembalistico fornì inoltre a Ligeti l’occasione per immortalare sulla carta pentagrammata una personale “riflessione musicale” sulla popular music e più in generale sulla musica d’arte contemporanea e sulla sua estetica. Tale premessa pone irrevocabilmente "Hungarian Rock" al centro di un intricato crocevia di strutture, forme e tecniche compositive: Ligeti non rinunciò alla stretta e a tratti paradossale fusione delle più divergenti forme, tecniche scritturali e sonorità, accogliendo ed accostando spunti lontani nello spazio e nel tempo. L'immancabile ironia dell'autore ha scandito e ponderato con dissimulata accuratezza le fasi di tale processo governandone con precisione gli snodi formali. Tali riflessioni non solo forniscono la doverosa cornice alla serrata analisi compositiva, scritturale e testurale di Hungarian Rock, la prima offerta in italiano, ma si innestano in essa si offrono come lo spunto privilegiato verso la comprensione dell'intricata costruzione dell'opera e verso la sua contestualizzaione nel panorama clavicembalistico del secondo Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.