Nel dibattito politico internazionale, negli ultimi decenni, il tema religioso ha conquistato una particolare centralità, in relazione a fenomeni sociali e politici difficilmente riconducibili al paradigma della secolarizzazione e alla sua linearità evolutiva, dall’arcaica visione religiosa alla modernizzazione laica. Si è così ricollocata al centro, anche del dibattito scientifico, anzitutto la vexata quaestio dello spazio pubblico della religione e/o delle identità religiose, andando a costituire una vera e propria ipoteca “politica” sui paradigmi scientifici della religiosità. Il saggio prende avvio da due considerazioni di rilievo pedagogico per quanto affermate da Giovanni Filoramo, storico delle religioni: la prima riconosce l'importanza della conoscenza del fatto religioso ("punto nevralgico") per costruire il proprio sé e la propria identità nel tempo presente (un riconoscimento talvolta negato in ambiti strettamente pedagogici); la seconda affermazione evidenzia il cambiamento della rappresentazione della religione intercorso tra gli anni della secolarizzazione diffusa, nei quali la religione veniva allora vista come "residuo archeologico", e l'attuale attenzione e risonanza che gli studi religiosi incontrano presso la pubblica opinione e i decisori politici. Lo studio delle rappresentazioni delle religioni costituisce pertanto un elemento di rilievo sia nel configurare un sapere scientifico pluridisciplinare sul tema della religiosità, sia nell’orientare l’esperienza religiosa adulta e la formazione delle identità religiose. Il saggio procede quindi nell’esame critico di alcune “faglie” delle attuali rappresentazioni delle religioni istituzionali, dei loro assetti storico-politici e degli spazi esistenziali/esperienziali permessi e/o proibiti alla dimensione religiosa, rilevandone il valore ermeneutico ed educativo connesso.

Rappresentazioni della religione e scienze umane: una ermeneutica pedagogica

Michele Caputo
2018

Abstract

Nel dibattito politico internazionale, negli ultimi decenni, il tema religioso ha conquistato una particolare centralità, in relazione a fenomeni sociali e politici difficilmente riconducibili al paradigma della secolarizzazione e alla sua linearità evolutiva, dall’arcaica visione religiosa alla modernizzazione laica. Si è così ricollocata al centro, anche del dibattito scientifico, anzitutto la vexata quaestio dello spazio pubblico della religione e/o delle identità religiose, andando a costituire una vera e propria ipoteca “politica” sui paradigmi scientifici della religiosità. Il saggio prende avvio da due considerazioni di rilievo pedagogico per quanto affermate da Giovanni Filoramo, storico delle religioni: la prima riconosce l'importanza della conoscenza del fatto religioso ("punto nevralgico") per costruire il proprio sé e la propria identità nel tempo presente (un riconoscimento talvolta negato in ambiti strettamente pedagogici); la seconda affermazione evidenzia il cambiamento della rappresentazione della religione intercorso tra gli anni della secolarizzazione diffusa, nei quali la religione veniva allora vista come "residuo archeologico", e l'attuale attenzione e risonanza che gli studi religiosi incontrano presso la pubblica opinione e i decisori politici. Lo studio delle rappresentazioni delle religioni costituisce pertanto un elemento di rilievo sia nel configurare un sapere scientifico pluridisciplinare sul tema della religiosità, sia nell’orientare l’esperienza religiosa adulta e la formazione delle identità religiose. Il saggio procede quindi nell’esame critico di alcune “faglie” delle attuali rappresentazioni delle religioni istituzionali, dei loro assetti storico-politici e degli spazi esistenziali/esperienziali permessi e/o proibiti alla dimensione religiosa, rilevandone il valore ermeneutico ed educativo connesso.
2018
Oltre i “paradigmi del sospetto”? Religiosità e scienze umane
7
36
Michele Caputo
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