Formatosi sotto l’egida di Galuppi nella Venezia della prima metà del XVIII secolo, Andrea Adolfati fu un meteora nel panorama melodrammatico, capace tuttavia di una propria riconoscibile individualità. Poco sappiamo sugli esordi nella città natale. L’inaugurazione nel carnevale del 1746 del San Girolamo, teatrino per marionette voluto da Angelo Maria Labia con Lo starnuto d’Ercole, fu l’occasione per Adolfati di cimentarsi in una composizione “a quattro mani” con Johann Adolf Hasse. La partitura, a lungo ritenuta perduta, è stata rivenuta da Reinhard Strohm presso la Biblioteca Estense di Modena. Il manoscritto, composito e intitolato Ercole nelle Indie, presenta notevoli differenze rispetto al libretto della rappresentazione veneziana e non è da escludersi che questo sia legato a un’ipotetica messa in scena, forse solo progettata, in onore di Ercole III d’Este. Non sfugga che Adolfati ebbe frequenti contatti con la famiglia d’Este esiliati nella città lagunare fino al 1749. Le modifiche apportate alla partitura riguardano, oltre il titolo, la riduzione della parodia di Ercole (poco lusinghiera per il duca estense) e la riorganizzazione musicale: riscrittura dei recitavi e sostituzione di alcune arie. È assai probabile, e su ciò verterà l’intervento, che tali modifiche siano da ricondursi proprio ad Adolfati. Ma di che entità furono gli interventi di Adolfati? È plausibile che il musicista veneziano andò ben oltre la semplice riorganizzazione e che sia intervenuto sull’intera partitura riutilizzando quando composto sia da lui stesso che da Hasse per il San Girolamo. Resta quindi da chiarire quali sezioni dell’Ercole nell’Indie derivino dall’opera originaria e quali di quelle attribuite ad Hasse siano state ricomposte da Adolfati. L’intervento verte sulle problematiche filologiche legate al manoscritto dell’Ercole nell’Indie analizzandone la fascicolazione e le diverse mani intervenute in fase di scrittura al fine di evidenziare gli interventi di Adolfati sulla partitura; si discute sulla possibilità di considerare una delle mani autografa di Adolfati. Il manoscritto è messo in relazione con altri di Hasse e Adolfati conservati a Modena e con il libretto stampato per la rappresentazione al San Girolamo. Sono infine trattate le problematiche legate alla data della prima rappresentazione dell’opera per marionette in relazione anche all’Eurimedonte, seconda opera commissionata ad Hasse da Labia.

Un’opera per il «nuovo teatro de’ bambocci». Lo starnuto d’Ercole di Johann Adolf Hasse e Andrea Adolfati (Venezia, teatro San Girolamo, 1745) / Davide Mingozzi. - STAMPA. - (In stampa/Attività in corso), pp. N/A-N/A.

Un’opera per il «nuovo teatro de’ bambocci». Lo starnuto d’Ercole di Johann Adolf Hasse e Andrea Adolfati (Venezia, teatro San Girolamo, 1745)

Davide Mingozzi
In corso di stampa

Abstract

Formatosi sotto l’egida di Galuppi nella Venezia della prima metà del XVIII secolo, Andrea Adolfati fu un meteora nel panorama melodrammatico, capace tuttavia di una propria riconoscibile individualità. Poco sappiamo sugli esordi nella città natale. L’inaugurazione nel carnevale del 1746 del San Girolamo, teatrino per marionette voluto da Angelo Maria Labia con Lo starnuto d’Ercole, fu l’occasione per Adolfati di cimentarsi in una composizione “a quattro mani” con Johann Adolf Hasse. La partitura, a lungo ritenuta perduta, è stata rivenuta da Reinhard Strohm presso la Biblioteca Estense di Modena. Il manoscritto, composito e intitolato Ercole nelle Indie, presenta notevoli differenze rispetto al libretto della rappresentazione veneziana e non è da escludersi che questo sia legato a un’ipotetica messa in scena, forse solo progettata, in onore di Ercole III d’Este. Non sfugga che Adolfati ebbe frequenti contatti con la famiglia d’Este esiliati nella città lagunare fino al 1749. Le modifiche apportate alla partitura riguardano, oltre il titolo, la riduzione della parodia di Ercole (poco lusinghiera per il duca estense) e la riorganizzazione musicale: riscrittura dei recitavi e sostituzione di alcune arie. È assai probabile, e su ciò verterà l’intervento, che tali modifiche siano da ricondursi proprio ad Adolfati. Ma di che entità furono gli interventi di Adolfati? È plausibile che il musicista veneziano andò ben oltre la semplice riorganizzazione e che sia intervenuto sull’intera partitura riutilizzando quando composto sia da lui stesso che da Hasse per il San Girolamo. Resta quindi da chiarire quali sezioni dell’Ercole nell’Indie derivino dall’opera originaria e quali di quelle attribuite ad Hasse siano state ricomposte da Adolfati. L’intervento verte sulle problematiche filologiche legate al manoscritto dell’Ercole nell’Indie analizzandone la fascicolazione e le diverse mani intervenute in fase di scrittura al fine di evidenziare gli interventi di Adolfati sulla partitura; si discute sulla possibilità di considerare una delle mani autografa di Adolfati. Il manoscritto è messo in relazione con altri di Hasse e Adolfati conservati a Modena e con il libretto stampato per la rappresentazione al San Girolamo. Sono infine trattate le problematiche legate alla data della prima rappresentazione dell’opera per marionette in relazione anche all’Eurimedonte, seconda opera commissionata ad Hasse da Labia.
In corso di stampa
The Soundscape of Early Modern Venice
N/A
N/A
Un’opera per il «nuovo teatro de’ bambocci». Lo starnuto d’Ercole di Johann Adolf Hasse e Andrea Adolfati (Venezia, teatro San Girolamo, 1745) / Davide Mingozzi. - STAMPA. - (In stampa/Attività in corso), pp. N/A-N/A.
Davide Mingozzi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/669322
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact