In un articolo su Foreign Affairs del Marzo 2017, il politologo statunitense Andrew Moravsick, adottando una prospettiva inconsueta, ha spiegato perché l’Unione europea è ancora una Superpotenza. I dati riportati da Moravcsik sono ineccepibili, come incontestabili sono l’impegno e il successo dell’UE in una serie di ambiti internazionali multilaterali tra i quali i negoziati per il cambiamento climatico, il sostegno all’istituzione e funzionamento di tribunali internazionali, la cooperazione allo sviluppo, nella quale l’UE mantiene il suo primato. Eppure qualcosa ci dice che questa descrizione del ruolo internazionale dell’UE è parziale e insufficiente per comprenderne il reale ruolo internazionale. Non si tratta tanto dell’impatto della Brexit sul peso economico internazionale del blocco europeo (che certo diminuirà, ma non tanto da perdere per questo i suoi primati), né tanto – o principalmente – del declino economico relativo rispetto a potenze emergenti (invero assai distanti dai livelli di sviluppo economico e politico dell’Europa), quanto piuttosto della capacità di utilizzare le proprie risorse di potere a fini politici. E’ su questo iato tra risorse di potere e capacità di utilizzarle a fini politici collettivi che si gioca la partita del ruolo internazionale dell’Unione. Questa capacità non solo è limitata da vincoli di architettura istituzionale, ma anche condizionata negativamente da sviluppi politici europei e internazionali che limitano capacità decisionale, credibilità e legittimità della politica estera europea.
L’Unione Europea nel mondo: perchè l’UE non può essere la grande potenza inscritta nei numeri
sonia Lucarelli
2018
Abstract
In un articolo su Foreign Affairs del Marzo 2017, il politologo statunitense Andrew Moravsick, adottando una prospettiva inconsueta, ha spiegato perché l’Unione europea è ancora una Superpotenza. I dati riportati da Moravcsik sono ineccepibili, come incontestabili sono l’impegno e il successo dell’UE in una serie di ambiti internazionali multilaterali tra i quali i negoziati per il cambiamento climatico, il sostegno all’istituzione e funzionamento di tribunali internazionali, la cooperazione allo sviluppo, nella quale l’UE mantiene il suo primato. Eppure qualcosa ci dice che questa descrizione del ruolo internazionale dell’UE è parziale e insufficiente per comprenderne il reale ruolo internazionale. Non si tratta tanto dell’impatto della Brexit sul peso economico internazionale del blocco europeo (che certo diminuirà, ma non tanto da perdere per questo i suoi primati), né tanto – o principalmente – del declino economico relativo rispetto a potenze emergenti (invero assai distanti dai livelli di sviluppo economico e politico dell’Europa), quanto piuttosto della capacità di utilizzare le proprie risorse di potere a fini politici. E’ su questo iato tra risorse di potere e capacità di utilizzarle a fini politici collettivi che si gioca la partita del ruolo internazionale dell’Unione. Questa capacità non solo è limitata da vincoli di architettura istituzionale, ma anche condizionata negativamente da sviluppi politici europei e internazionali che limitano capacità decisionale, credibilità e legittimità della politica estera europea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.