Si studiano i fenomeni fonici e fonosimbolici di una raccolta di poesie caratterizzate insistiti processi allitterativi che per i loro ritorni diventano fatti di stile, quasi che, per la loro assidua presenza, fossero l’idioletto rivelatore di un «etimo spirituale». Il ritorno degli stessi echi verbali rassicura chi legge, immettendolo dentro un’eufonia regolare che non delude le sue esigenze di ordine e di armonia. Al tempo stesso una pur lieve irregolarità, una sola, intenzionale lacuna di un fonema non più iterato dopo una serie di prevedibili ritorni può produrre una sorpresa, un risalto equivalente alla mossa del cavallo di Sklovskij, che abbandona il prevedibile percorso rettilineo per imboccare uno straniante scarto laterale. I suoni detengono significati non tanto onomatopeici, nel senso che non vogliono imitare acusticamente rumori esistenti in natura, quanto suggerire valori fonosimbolici, ovvero risonanze meno meccaniche e più indefinite. Aiutata ovviamente dal significato delle parole impiegate, la pressione cogente e intimidatoria dei fonemi imprime sui significati la sua irresistibile forza creatrice grazie a un’opera di risemantizzazione.

La realtà come intarsio di suoni

Andrea Battistini
2019

Abstract

Si studiano i fenomeni fonici e fonosimbolici di una raccolta di poesie caratterizzate insistiti processi allitterativi che per i loro ritorni diventano fatti di stile, quasi che, per la loro assidua presenza, fossero l’idioletto rivelatore di un «etimo spirituale». Il ritorno degli stessi echi verbali rassicura chi legge, immettendolo dentro un’eufonia regolare che non delude le sue esigenze di ordine e di armonia. Al tempo stesso una pur lieve irregolarità, una sola, intenzionale lacuna di un fonema non più iterato dopo una serie di prevedibili ritorni può produrre una sorpresa, un risalto equivalente alla mossa del cavallo di Sklovskij, che abbandona il prevedibile percorso rettilineo per imboccare uno straniante scarto laterale. I suoni detengono significati non tanto onomatopeici, nel senso che non vogliono imitare acusticamente rumori esistenti in natura, quanto suggerire valori fonosimbolici, ovvero risonanze meno meccaniche e più indefinite. Aiutata ovviamente dal significato delle parole impiegate, la pressione cogente e intimidatoria dei fonemi imprime sui significati la sua irresistibile forza creatrice grazie a un’opera di risemantizzazione.
2019
Il cielo in due
5
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Andrea Battistini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/667603
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