Nel novembre 2018 la Direzione Giustizia e Consumatori dell’Unione Europea ha approvato il progetto di ricerca CHILLS (Children in Legal Language Settings - Grant Agreement JUST-AG-2017/JUST-JACC-AG-2017–801695, 2018-2020) si concentra sull’interpretazione di incontri nell’ambito di procedimenti giuridici e/o giudiziari che coinvolgono minorenni particolarmente vulnerabili per via di trauma, o perché vittime di reato, che non parlano la lingua del procedimento. A causa di questa vulnerabilità multipla del minorenne, l’interpretazione in questo ambito costituisce un’attività particolarmente delicata. Il progetto CHILLS verte pertanto sulla tutela dei diritti linguistici (ma non solo) di bambini e ragazzi particolarmente vulnerabili o a rischio che si trovano in tutti i tipi di situazioni con implicazioni legali quali ad esempio: - rapimento internazionale di minorenni, - famiglie transfrontaliere, - minori abbandonati (a causa di genitori che lavorano all'estero), - rifugiati minorenni, - minori stranieri non accompagnati, oltre a situazioni che comportano un rischio di abuso o sfruttamento sessuale. In tutte le situazioni sopra descritte bambine/i e ragazze/i si trovano (quasi) sempre in un paese straniero e devono quindi confrontarsi anche con un'altra lingua per nulla o poco conosciuta. Negando loro un’assistenza linguistica adeguata, non solo vengono preclusi ai minorenni i loro diritti linguistici, ma – fatto ancora più grave - l'espressione del trauma diventa impossibile. Ecco perché il progetto si concentra su una figura essenziale in questo frangente: l’interprete, tenendo però presenti anche tutte le altre figure professionali con cui l’interprete si trova a cooperare, – dall’assistente sociale all’agente di polizia, allo psicologo, al magistrato e/o all’educatore. L’obiettivo è quello di riuscire a dare maggiore protezione e sostegno ai soggetti più vulnerabili che entrano in contatto con un sistema giuridico o amministrativo di cui non parlano la lingua, sviluppando strumenti e risorse informatiche per i professionisti che operano con i minorenni traumatizzati e/o vittime di reato. I risultati del progetto dovrebbero consentire ai futuri utilizzatori di rivolgersi on-line ad una comunità di esperti in grado di fornire loro conoscenze e sostegno specialistici per gestire al meglio i casi di minorenni particolarmente vulnerabili (sulla base della tipologia di trauma, della lingua e della cultura del soggetto, etc.) che entrano in contatto con il sistema giuridico/giudiziario e amministrativo di un paese di cui non conoscono la lingua. I partecipanti al progetto sono: Katholieke Universiteit Leuven, Anversa (Belgio), Hintalovon Alapitvany, Budapest (Ungheria), Università di Bologna, DIT – Dipartimento di Interpretazione e Traduzione, Campus di Forlì.
Gabriele Mack (2020). CHILLS – Children in Legal Language Settings.
CHILLS – Children in Legal Language Settings
Gabriele Mack
2020
Abstract
Nel novembre 2018 la Direzione Giustizia e Consumatori dell’Unione Europea ha approvato il progetto di ricerca CHILLS (Children in Legal Language Settings - Grant Agreement JUST-AG-2017/JUST-JACC-AG-2017–801695, 2018-2020) si concentra sull’interpretazione di incontri nell’ambito di procedimenti giuridici e/o giudiziari che coinvolgono minorenni particolarmente vulnerabili per via di trauma, o perché vittime di reato, che non parlano la lingua del procedimento. A causa di questa vulnerabilità multipla del minorenne, l’interpretazione in questo ambito costituisce un’attività particolarmente delicata. Il progetto CHILLS verte pertanto sulla tutela dei diritti linguistici (ma non solo) di bambini e ragazzi particolarmente vulnerabili o a rischio che si trovano in tutti i tipi di situazioni con implicazioni legali quali ad esempio: - rapimento internazionale di minorenni, - famiglie transfrontaliere, - minori abbandonati (a causa di genitori che lavorano all'estero), - rifugiati minorenni, - minori stranieri non accompagnati, oltre a situazioni che comportano un rischio di abuso o sfruttamento sessuale. In tutte le situazioni sopra descritte bambine/i e ragazze/i si trovano (quasi) sempre in un paese straniero e devono quindi confrontarsi anche con un'altra lingua per nulla o poco conosciuta. Negando loro un’assistenza linguistica adeguata, non solo vengono preclusi ai minorenni i loro diritti linguistici, ma – fatto ancora più grave - l'espressione del trauma diventa impossibile. Ecco perché il progetto si concentra su una figura essenziale in questo frangente: l’interprete, tenendo però presenti anche tutte le altre figure professionali con cui l’interprete si trova a cooperare, – dall’assistente sociale all’agente di polizia, allo psicologo, al magistrato e/o all’educatore. L’obiettivo è quello di riuscire a dare maggiore protezione e sostegno ai soggetti più vulnerabili che entrano in contatto con un sistema giuridico o amministrativo di cui non parlano la lingua, sviluppando strumenti e risorse informatiche per i professionisti che operano con i minorenni traumatizzati e/o vittime di reato. I risultati del progetto dovrebbero consentire ai futuri utilizzatori di rivolgersi on-line ad una comunità di esperti in grado di fornire loro conoscenze e sostegno specialistici per gestire al meglio i casi di minorenni particolarmente vulnerabili (sulla base della tipologia di trauma, della lingua e della cultura del soggetto, etc.) che entrano in contatto con il sistema giuridico/giudiziario e amministrativo di un paese di cui non conoscono la lingua. I partecipanti al progetto sono: Katholieke Universiteit Leuven, Anversa (Belgio), Hintalovon Alapitvany, Budapest (Ungheria), Università di Bologna, DIT – Dipartimento di Interpretazione e Traduzione, Campus di Forlì.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.