Il contributo costituisce un capitolo di un'opera collettiva, promossa e curata dal Prof. Antonio Albanese, volta ad analizzare l'attuazione nel diritto vivente della nuova disciplina normativa delle unioni civili e delle convivenze, introdotta con L. 76/2016, in un'ottica multidisciplinare. Il contributo, in specifico, affronta le problematiche, teoriche e operative, relative ai profili e agli effetti tributari della disciplina legale della convivenza more uxorio. Come per la coeva disciplina delle Unioni civili, il contratto di convivenza, ma anche il fatto della convivenza che acquisisce ormai in sé rilevanza giuridica, non trovano nella legge 70/2016 alcuna attenzione o declinazione dal punto di vista tributario. Se per le Unioni civili l'assenza di una specifica disciplina fiscale è compensata parzialmente dalla introduzione di una generale clausola di equiparazione dell'unito civilmente al coniuge valevole anche ai fini fiscali - ciò che, seppure sollevando problemi ermeneutici e applicativi, consente all'interprete di individuare una disciplina di riferimento - per le convivenze regolate in via negoziale o ex lege il discorso appare molto diverso. Elevato si configura il grado di incertezza giuridica che può caratterizzare il trattamento fiscale di questa "figura" di "formazione sociale" di natura familiare, distinta dal matrimonio e dall'unione civile. Il contributo rinuncia ad analizzare gli aspetti legati alla fiscalità indiretta del contratto di convivenza, sia perché già ampiamente analizzati nella letteratura specialistica all'indomani della pubblicazione della legge, sia perché analizzati in altra parte dell'opera multiautoriale. Si focalizza invece su alcuni profili finora meno indagati, in particolare sugli effetti del fatto della convivenza, e/o delle clausole del contratto di convivenza e dei diritti e dei doveri reciproci comunque ex lege riconosciuti ai conviventi, sull'imposizione personale sui redditi (Irpef) e sull'imposizione patrimoniale, con riguardo a: - estensibilità o meno ai conviventi delle norme dettate in materia di promozione fiscale della famiglia (detrazioni irpef per carichi di famiglia, tassazione e deducibilità delle forme di mantenimento concordate tra conviventi); - fiscalità dell'impresa tra conviventi disciplinata dal nuovo art. 230-ter c.c.; - fiscalità del particolarissimo regime "convenzionale" di "comunione legale" dei beni che i conviventi possono "negoziare" nel contratto di convivenza; - fiscalità dell'abitazione comune dei conviventi, agli effetti dell'irpef e dell'imu. Ne emerge un quadro in cui alla eterogeneità civilistica della convivenze para-coniugali e alla varietà di approcci ermeneutici che sul piano del diritto civile caratterizzano vari aspetti del nuovo istituto (a cominciare dalla natura costitutiva o meramente probatoria dell'iscrizione anagrafica), corrispondono numerose lacune e incertezze della disciplina fiscale che la prima prassi amministrativa dell'Agenzia delle Entrate ha tentato di colmare con soluzioni interpretative non del tutto coerenti con la struttura del tributi in questione, benché ispirate ad un favor che va verso la tendenza all'equiparazione (non giustificata, tuttavia, dal dettato costituzionale) tra (mere) convivenze regolate e forme giuridicamente qualificate e costituite di "famiglia". Con ciò, inevitabilmente, alimentando ulteriori dubbi a quali il contributo cerca di contrapporre la formulazione d alcuni criteri generali di metodo utili all'operatore tributario per inquadrare correttamente le molteplici problematiche fiscali che si possono configurare nelle diverse fattispecie.

Riflessi fiscali delle convivenze

Andrea Mondini
2019

Abstract

Il contributo costituisce un capitolo di un'opera collettiva, promossa e curata dal Prof. Antonio Albanese, volta ad analizzare l'attuazione nel diritto vivente della nuova disciplina normativa delle unioni civili e delle convivenze, introdotta con L. 76/2016, in un'ottica multidisciplinare. Il contributo, in specifico, affronta le problematiche, teoriche e operative, relative ai profili e agli effetti tributari della disciplina legale della convivenza more uxorio. Come per la coeva disciplina delle Unioni civili, il contratto di convivenza, ma anche il fatto della convivenza che acquisisce ormai in sé rilevanza giuridica, non trovano nella legge 70/2016 alcuna attenzione o declinazione dal punto di vista tributario. Se per le Unioni civili l'assenza di una specifica disciplina fiscale è compensata parzialmente dalla introduzione di una generale clausola di equiparazione dell'unito civilmente al coniuge valevole anche ai fini fiscali - ciò che, seppure sollevando problemi ermeneutici e applicativi, consente all'interprete di individuare una disciplina di riferimento - per le convivenze regolate in via negoziale o ex lege il discorso appare molto diverso. Elevato si configura il grado di incertezza giuridica che può caratterizzare il trattamento fiscale di questa "figura" di "formazione sociale" di natura familiare, distinta dal matrimonio e dall'unione civile. Il contributo rinuncia ad analizzare gli aspetti legati alla fiscalità indiretta del contratto di convivenza, sia perché già ampiamente analizzati nella letteratura specialistica all'indomani della pubblicazione della legge, sia perché analizzati in altra parte dell'opera multiautoriale. Si focalizza invece su alcuni profili finora meno indagati, in particolare sugli effetti del fatto della convivenza, e/o delle clausole del contratto di convivenza e dei diritti e dei doveri reciproci comunque ex lege riconosciuti ai conviventi, sull'imposizione personale sui redditi (Irpef) e sull'imposizione patrimoniale, con riguardo a: - estensibilità o meno ai conviventi delle norme dettate in materia di promozione fiscale della famiglia (detrazioni irpef per carichi di famiglia, tassazione e deducibilità delle forme di mantenimento concordate tra conviventi); - fiscalità dell'impresa tra conviventi disciplinata dal nuovo art. 230-ter c.c.; - fiscalità del particolarissimo regime "convenzionale" di "comunione legale" dei beni che i conviventi possono "negoziare" nel contratto di convivenza; - fiscalità dell'abitazione comune dei conviventi, agli effetti dell'irpef e dell'imu. Ne emerge un quadro in cui alla eterogeneità civilistica della convivenze para-coniugali e alla varietà di approcci ermeneutici che sul piano del diritto civile caratterizzano vari aspetti del nuovo istituto (a cominciare dalla natura costitutiva o meramente probatoria dell'iscrizione anagrafica), corrispondono numerose lacune e incertezze della disciplina fiscale che la prima prassi amministrativa dell'Agenzia delle Entrate ha tentato di colmare con soluzioni interpretative non del tutto coerenti con la struttura del tributi in questione, benché ispirate ad un favor che va verso la tendenza all'equiparazione (non giustificata, tuttavia, dal dettato costituzionale) tra (mere) convivenze regolate e forme giuridicamente qualificate e costituite di "famiglia". Con ciò, inevitabilmente, alimentando ulteriori dubbi a quali il contributo cerca di contrapporre la formulazione d alcuni criteri generali di metodo utili all'operatore tributario per inquadrare correttamente le molteplici problematiche fiscali che si possono configurare nelle diverse fattispecie.
2019
Le nuove famiglie
617
630
Andrea Mondini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/663003
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