La voce dedicata a Antonio Dominici, pittore palermitano, ripercorre in sintesi il percorso di vita e di carriera dell'artista condotto lontano dalla patria, a Napoli e Caserta principalmente, in qualità di pittore di corte dei Borboni, che gli commisero pitture su muro, scene mitologiche in dipinti da camera, modelli per l'arazzeria reale; dal 1776 fu Professore della Reale Accademia del Disegno, contribuendo così a divulgare uno stile piacevolmente decorativo ma in più casi, come negli arazzi con Storie di don Chisciotte, di gustoso realismo presso la corte partenopea. Di Mariano Rossi, pittore nativo di Sciacca che condusse il suo apprendistato a Roma, dove si formò accanto al Mancini, il Benefial e il Giaquinto, si ricordano gli importanti affreschi di Torino (Allegoria delle Arti, Palazzo Reale) e soprattutto di Roma, dove fu attivo per Villa Borghese e numerose chiese. Dipinse anche a Caserta, si spinse sino a Ravenna, pittore itinerante per vocazione e necessità. In Sicilia lasciò sue opere a Catania, a Sciacca, Palermo e altri centri minori, dove introdusse il gusto decorativo facile e piacevole suo proprio, in bilico, a seconda delle occasioni, tra un garbato rococò e l'attenzione, dovuta dall'incalzare dei tempi, agli stilemi della cultura neoclassica.
Antonio Dominici, Mariano Rossi
BIAGI, DONATELLA
2006
Abstract
La voce dedicata a Antonio Dominici, pittore palermitano, ripercorre in sintesi il percorso di vita e di carriera dell'artista condotto lontano dalla patria, a Napoli e Caserta principalmente, in qualità di pittore di corte dei Borboni, che gli commisero pitture su muro, scene mitologiche in dipinti da camera, modelli per l'arazzeria reale; dal 1776 fu Professore della Reale Accademia del Disegno, contribuendo così a divulgare uno stile piacevolmente decorativo ma in più casi, come negli arazzi con Storie di don Chisciotte, di gustoso realismo presso la corte partenopea. Di Mariano Rossi, pittore nativo di Sciacca che condusse il suo apprendistato a Roma, dove si formò accanto al Mancini, il Benefial e il Giaquinto, si ricordano gli importanti affreschi di Torino (Allegoria delle Arti, Palazzo Reale) e soprattutto di Roma, dove fu attivo per Villa Borghese e numerose chiese. Dipinse anche a Caserta, si spinse sino a Ravenna, pittore itinerante per vocazione e necessità. In Sicilia lasciò sue opere a Catania, a Sciacca, Palermo e altri centri minori, dove introdusse il gusto decorativo facile e piacevole suo proprio, in bilico, a seconda delle occasioni, tra un garbato rococò e l'attenzione, dovuta dall'incalzare dei tempi, agli stilemi della cultura neoclassica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.