Yuri Arbatsky, nato a San Pietroburgo il 15 aprile 1911, sì trasferì con la famiglia, ancora bambino, in Germania (a Dresda, poi a Lipsia), ove studiò composizione con Rachmanino e iniziò una precoce carriera di brillante pianista, compositore e direttore d’orchestra. Negli anni Trenta sfuggì alla guerra trasferendosi a Belgrado, dove fu maestro di cappella del Duomo. Nella ca-pitale serba strinse amicizia con Mehmet, un anziano musicista che abitava nel villaggio Spinadija, vicino Prizren, in Kosovo. Mehmet svolgeva le attività di pastore, taglialegna, contrabbandiere, suonatore professionista e maestro di kaval (un auto a imboccatura libera largamente presente nei Balcani e in Anatolia) e soprattutto di surla e tupan, l’oboe e il tamburo a cassa corta di tra-dizione islamica arrivati in quella regione con la dominazione turca. Arbatsky fu allievo di Mehmet dal 1933 al 1937, fino alla morte del maestro, ucciso da un colpo di fucile mentre attraversava clandestinamente un con ne. Trascrisse per intero quelle che lui definisce le strutture ritmiche di base del repertorio del tupan, le loro possibili suddivisioni e le regole di combinazione e variazione delle formule. Tornato in Germania, tentò di utilizzare la cronaca della sua relazione con Mehmet e la trascrizione del suo repertorio come dissertazione di dottorato, ma il manoscritto e le registrazioni gli furono sequestrati dalla Gestapo. A Dresda riuscì a reperire della carta e riscrisse tutto su carta di stracci, del tempo di guerra, poi emigrò negli Stati Uniti. Ma lì la carta del manoscritto gli si disfece in mano: soltanto nel 1953, con un finanziamento della Newberry Library di Chicago, riuscì finalmente a riscrivere e pubblicare il proprio lavoro (cfr. Arbatsky 1953: VII). La cronaca delle lezioni di tupan impartite da Mehmet ad Arbatsky, cor-redata da trascrizioni musicali, è la prima, la più dettagliata e approfondita indagine sulle complesse strutture ritmiche in uso presso i suonatori di tupan del Kosovo. Il suo lavoro riferisce di una tradizione straordinariamente ampia e articolata, dotata di una strutturazione formale di stupefacente complessità. Arbatsky trascrisse per intero le formule ritmiche di base del repertorio del tupan, le loro possibili suddivisioni e le regole di combinazione e variazione delle formule, oltre che le formule melodiche delle surle. Le trascrizioni di Arbatsky aprono la strada a valutazioni dei repertori di tamburello delle donne rom in Kosovo, a partire dalla dissoluzione dell’opposizione binario-ternario propria dei ritmi aksak, verso le strutture ritmiche non proporzionali che caratterizzano l’universo femminile in opposizione a quello maschile.

I rom e la Gora. Contributo a una interpretazione delle ricerche di Yuri Arbatsky

N. Staiti
2016

Abstract

Yuri Arbatsky, nato a San Pietroburgo il 15 aprile 1911, sì trasferì con la famiglia, ancora bambino, in Germania (a Dresda, poi a Lipsia), ove studiò composizione con Rachmanino e iniziò una precoce carriera di brillante pianista, compositore e direttore d’orchestra. Negli anni Trenta sfuggì alla guerra trasferendosi a Belgrado, dove fu maestro di cappella del Duomo. Nella ca-pitale serba strinse amicizia con Mehmet, un anziano musicista che abitava nel villaggio Spinadija, vicino Prizren, in Kosovo. Mehmet svolgeva le attività di pastore, taglialegna, contrabbandiere, suonatore professionista e maestro di kaval (un auto a imboccatura libera largamente presente nei Balcani e in Anatolia) e soprattutto di surla e tupan, l’oboe e il tamburo a cassa corta di tra-dizione islamica arrivati in quella regione con la dominazione turca. Arbatsky fu allievo di Mehmet dal 1933 al 1937, fino alla morte del maestro, ucciso da un colpo di fucile mentre attraversava clandestinamente un con ne. Trascrisse per intero quelle che lui definisce le strutture ritmiche di base del repertorio del tupan, le loro possibili suddivisioni e le regole di combinazione e variazione delle formule. Tornato in Germania, tentò di utilizzare la cronaca della sua relazione con Mehmet e la trascrizione del suo repertorio come dissertazione di dottorato, ma il manoscritto e le registrazioni gli furono sequestrati dalla Gestapo. A Dresda riuscì a reperire della carta e riscrisse tutto su carta di stracci, del tempo di guerra, poi emigrò negli Stati Uniti. Ma lì la carta del manoscritto gli si disfece in mano: soltanto nel 1953, con un finanziamento della Newberry Library di Chicago, riuscì finalmente a riscrivere e pubblicare il proprio lavoro (cfr. Arbatsky 1953: VII). La cronaca delle lezioni di tupan impartite da Mehmet ad Arbatsky, cor-redata da trascrizioni musicali, è la prima, la più dettagliata e approfondita indagine sulle complesse strutture ritmiche in uso presso i suonatori di tupan del Kosovo. Il suo lavoro riferisce di una tradizione straordinariamente ampia e articolata, dotata di una strutturazione formale di stupefacente complessità. Arbatsky trascrisse per intero le formule ritmiche di base del repertorio del tupan, le loro possibili suddivisioni e le regole di combinazione e variazione delle formule, oltre che le formule melodiche delle surle. Le trascrizioni di Arbatsky aprono la strada a valutazioni dei repertori di tamburello delle donne rom in Kosovo, a partire dalla dissoluzione dell’opposizione binario-ternario propria dei ritmi aksak, verso le strutture ritmiche non proporzionali che caratterizzano l’universo femminile in opposizione a quello maschile.
2016
Figure dell’etnografia musicale europea. Materiali persistenze trasformazioni
459
476
N. Staiti
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/657855
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact