Nella seconda metà del Seicento la vita musicale felsinea conobbe un periodo fulgido; tra i principali motivi di vanto vi era il nuovo assetto della cappella di S. Petronio, un’agguerrita compagine alla quale blasonati maestri dedicarono numerosissime composizioni, a ragione oggi giudicate emblematiche di un ben circostanziabile stile “bolognese”. Nel considerare il corpus di tali musiche gli studiosi sono stati talora fuorviati da pregiudizi che hanno indotto una lettura viziata della realtà, interpretata senza tenere in debito conto le composizioni stesse e le testimonianze storiche oggi disponibili. Recenti indagini hanno infatti evidenziato come, sebbene la cappella di S. Petronio rappresentasse indubitabilmente uno straordinario polo di attrazione per l’attività musicale cittadina, non tutta la produzione sacra del periodo si lasci ricondurre alle celebrazioni liturgiche nella basilica: ben più numerose erano le istituzioni e i contesti nei quali si ricorreva a forze massime per qualità e numeri. Lo testimonierebbero, tra le altre, le musiche di Domenico Gabrielli, compositore e strumentista attivo come violoncellista in S. Petronio negli anni 1680-88: a ben vedere le sue messe e i suoi salmi, pur rispondendo in toto ai dettami stilistici dei quali si erano fatti portavoce i più insigni musicisti attivi nella basilica, furono invece destinate per la gran parte ad altre istituzioni.
Pasquini, E. (2018). Messe e salmi per S. Petronio: "idola theatri" da ridimensionare?. Bologna : Patron.
Messe e salmi per S. Petronio: "idola theatri" da ridimensionare?
Pasquini, Elisabetta
2018
Abstract
Nella seconda metà del Seicento la vita musicale felsinea conobbe un periodo fulgido; tra i principali motivi di vanto vi era il nuovo assetto della cappella di S. Petronio, un’agguerrita compagine alla quale blasonati maestri dedicarono numerosissime composizioni, a ragione oggi giudicate emblematiche di un ben circostanziabile stile “bolognese”. Nel considerare il corpus di tali musiche gli studiosi sono stati talora fuorviati da pregiudizi che hanno indotto una lettura viziata della realtà, interpretata senza tenere in debito conto le composizioni stesse e le testimonianze storiche oggi disponibili. Recenti indagini hanno infatti evidenziato come, sebbene la cappella di S. Petronio rappresentasse indubitabilmente uno straordinario polo di attrazione per l’attività musicale cittadina, non tutta la produzione sacra del periodo si lasci ricondurre alle celebrazioni liturgiche nella basilica: ben più numerose erano le istituzioni e i contesti nei quali si ricorreva a forze massime per qualità e numeri. Lo testimonierebbero, tra le altre, le musiche di Domenico Gabrielli, compositore e strumentista attivo come violoncellista in S. Petronio negli anni 1680-88: a ben vedere le sue messe e i suoi salmi, pur rispondendo in toto ai dettami stilistici dei quali si erano fatti portavoce i più insigni musicisti attivi nella basilica, furono invece destinate per la gran parte ad altre istituzioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.