La messa a punto di materiali multifunzionali è un tema di grande interesse da parte dell’industria, sempre alla ricerca di prodotti performanti ottenibili con processi semplici ed economici, in grado tuttavia di garantire adeguate caratteristiche meccaniche e termiche, in aggiunta a quelle specifiche richieste dall’applicazione finale. Nel campo degli imballaggi ad esempio, dove preservare la qualità e aumentare la sicurezza dei prodotti è di cruciale importanza, sono particolarmente ricercate le proprietà antibatteriche e antiossidanti. Inoltre, sempre nel settore degli imballaggi, si stanno affermando sul mercato polimeri provenienti da fonti naturali e biodegradabili, quali ad esempio il poli(butilene succinato) (PBS), che possiede adeguate caratteristiche termiche e meccaniche, ma scarsa resistenza all’idrolisi, caratteristica questa che lo rende inadatto ad esempio all’imballaggio rigido [1]. Una strategia semplice che permette di ottenere materiali performanti e multifunzionali prevede l’utilizzo di argille anioniche organo modificate, opportunamente disperse in matrici polimeriche. Si tratta di idrossidi metallici lamellari (LDH) contenenti anioni scambiabili nella regione interstrato. L’elevata interazione all’interfaccia filler/polimero determina una maggiore viscosità in fuso del polimero che permette di migliorarne la processabilità attraverso un effetto di estensione della catena macromolecolare [2-7]. In funzione, poi, dell’agente intercalante utilizzato è possibile impartire ulteriori proprietà (ad es. antibatteriche e/o antiossidanti) ai nanocompositi finali [5, 7]. Nel presente progetto di ricerca LDH opportunamente modificate, a base di Mg (o Zn) e Al, sono state disperse in PBS o polipropilene (PP) al fine di ottenere materiali con eccellenti caratteristiche dal punto di vista della processabilità, dell’attività antibatterica e della resistenza all’ossidazione. In particolare quest’ultima proprietà è stata ottenuta intercalando un refluo non trattato proveniente dalla produzione dell’olio d’oliva (OMW) in ZnAl/LDH. Tale strategia ha l’ulteriore vantaggio di diminuire l’impatto ambientale di un refluo di difficile gestione nelle regioni del Mediterraneo.
Laura Sisti, Grazia Totaro, Annamaria Celli (2018). Sistemi ibridi multifunzionali per materiali polimerici per il packaging.
Sistemi ibridi multifunzionali per materiali polimerici per il packaging
Laura Sisti
;Grazia Totaro;Annamaria Celli
2018
Abstract
La messa a punto di materiali multifunzionali è un tema di grande interesse da parte dell’industria, sempre alla ricerca di prodotti performanti ottenibili con processi semplici ed economici, in grado tuttavia di garantire adeguate caratteristiche meccaniche e termiche, in aggiunta a quelle specifiche richieste dall’applicazione finale. Nel campo degli imballaggi ad esempio, dove preservare la qualità e aumentare la sicurezza dei prodotti è di cruciale importanza, sono particolarmente ricercate le proprietà antibatteriche e antiossidanti. Inoltre, sempre nel settore degli imballaggi, si stanno affermando sul mercato polimeri provenienti da fonti naturali e biodegradabili, quali ad esempio il poli(butilene succinato) (PBS), che possiede adeguate caratteristiche termiche e meccaniche, ma scarsa resistenza all’idrolisi, caratteristica questa che lo rende inadatto ad esempio all’imballaggio rigido [1]. Una strategia semplice che permette di ottenere materiali performanti e multifunzionali prevede l’utilizzo di argille anioniche organo modificate, opportunamente disperse in matrici polimeriche. Si tratta di idrossidi metallici lamellari (LDH) contenenti anioni scambiabili nella regione interstrato. L’elevata interazione all’interfaccia filler/polimero determina una maggiore viscosità in fuso del polimero che permette di migliorarne la processabilità attraverso un effetto di estensione della catena macromolecolare [2-7]. In funzione, poi, dell’agente intercalante utilizzato è possibile impartire ulteriori proprietà (ad es. antibatteriche e/o antiossidanti) ai nanocompositi finali [5, 7]. Nel presente progetto di ricerca LDH opportunamente modificate, a base di Mg (o Zn) e Al, sono state disperse in PBS o polipropilene (PP) al fine di ottenere materiali con eccellenti caratteristiche dal punto di vista della processabilità, dell’attività antibatterica e della resistenza all’ossidazione. In particolare quest’ultima proprietà è stata ottenuta intercalando un refluo non trattato proveniente dalla produzione dell’olio d’oliva (OMW) in ZnAl/LDH. Tale strategia ha l’ulteriore vantaggio di diminuire l’impatto ambientale di un refluo di difficile gestione nelle regioni del Mediterraneo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.