La comunicazione medico-paziente non è semplicemente un luogo in cui un professionista trasmette delle informazioni ad un cittadino malato. Nella relazione medico-paziente prendono forma significati e interpretazioni che sul malato possono avere effetti psicologici e pure fisiologici. Un paziente insoddisfatto del proprio medico è una persona che ha grosse possibilità di abbandonarsi a fatalismo e rassegnazione e dunque a non aderire alla terapia. La capacità comunicativa del medico appare ancora più importante laddove vi siano “cattive” notizie. Qui, visto l’alto contenuto emotivo implicato, egli/ella dovrebbe prendere delle cautele che in altri casi sono superflue. Inoltre, vi sono particolari situazioni che pongono il medico in situazioni ambigue come capita, ad esempio, laddove il malato non voglia sapere. Scopo del contributo è mostrare alcune tecniche comunicative che potrebbero migliorare la comunicazione delle notizie critiche. L’assunto da cui parto è che il medico non debba diventare un comunicatore nel senso stretto del termine, ma che riattivi tuttavia alcune sue capacità che in alcuni casi non sono state espresse al meglio o comunque non sono state percepite dai pazienti.
Maturo A. (2008). La comunicazione della diagnosi critica. MILANO : FrancoAngeli.
La comunicazione della diagnosi critica
MATURO, ANTONIO FRANCESCO
2008
Abstract
La comunicazione medico-paziente non è semplicemente un luogo in cui un professionista trasmette delle informazioni ad un cittadino malato. Nella relazione medico-paziente prendono forma significati e interpretazioni che sul malato possono avere effetti psicologici e pure fisiologici. Un paziente insoddisfatto del proprio medico è una persona che ha grosse possibilità di abbandonarsi a fatalismo e rassegnazione e dunque a non aderire alla terapia. La capacità comunicativa del medico appare ancora più importante laddove vi siano “cattive” notizie. Qui, visto l’alto contenuto emotivo implicato, egli/ella dovrebbe prendere delle cautele che in altri casi sono superflue. Inoltre, vi sono particolari situazioni che pongono il medico in situazioni ambigue come capita, ad esempio, laddove il malato non voglia sapere. Scopo del contributo è mostrare alcune tecniche comunicative che potrebbero migliorare la comunicazione delle notizie critiche. L’assunto da cui parto è che il medico non debba diventare un comunicatore nel senso stretto del termine, ma che riattivi tuttavia alcune sue capacità che in alcuni casi non sono state espresse al meglio o comunque non sono state percepite dai pazienti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.