Come noto, l’immagine è da sempre a fondamento della cultura occidentale, inscindibile dalle sue radici sia classiche che cristiane. Eppure, risulta ancora oggi molto complesso stabilire cosa sia un’immagine e come funzioni. Ritengo che non si possa parlare della natura dell’immagine senza parlare di Platone e del platonismo che ha permeato la storia del nostro pensiero. Come argomenterò in questo lavoro, anche il pensiero geografico ha attinto dalla filosofia platonica e neoplatonica dell’immagine nel corso della sua storia, ma ha anche contribuito a plasmarla e tramandarla, e non può prescinderne nemmeno nel contesto del dibattito contemporaneo. Anzitutto, occorre indagare la natura dell’immagine. Proponendo un’interpretazione alternativa di alcuni passi di Platone, delineerò una concezione della natura dell’immagine differente dalle consuete letture poggianti su un’opposizione duale fra immagine e modello, copia e originale. La concezione di immagine che proporrò sarà fondata su una logica del terzo, una logica di terze vie, indissociabile, sin dalle origini, dalla semantica del linguaggio verbale. È alla luce di questa concezione di immagine che ricostruirò alcuni fondamentali momenti di quello che per me costituisce un dialogo serrato tra pensiero geografico e filosofia platonica. Nello specifico, mi concentrerò su due modelli geografici: il cosmo e il paesaggio. Per quanto riguarda il primo, sosterrò che la tradizione platonica tardoantica ha forgiato un modello di cosmo che resta ancora del tutto o in gran parte negletto, ma che invece ha rivestito grande importanza nella geografia del Rinascimento e oltre. In merito invece al secondo modello, l’affermarsi del genere paesaggio all’inizio della modernità sarà qui analizzato come l’esito di una reciproca influenza fra discorso geografico e teoria controriformistica dell’immagine. A mio parere, è in virtù di questi presupposti teorici che il paesaggio risulta depositario ancora oggi di un pensiero di terzità, di una logica del terzo, che risale alla filosofia platonica. E ritengo inoltre che proprio in tale eredità teorica stia la chiave per comprendere l’importanza del paesaggio nel dibattito contemporaneo.

Geografia del Terzo. Immagine, filosofia del linguaggio e pensiero geografico

BONFIGLIOLI, STEFANIA
2017

Abstract

Come noto, l’immagine è da sempre a fondamento della cultura occidentale, inscindibile dalle sue radici sia classiche che cristiane. Eppure, risulta ancora oggi molto complesso stabilire cosa sia un’immagine e come funzioni. Ritengo che non si possa parlare della natura dell’immagine senza parlare di Platone e del platonismo che ha permeato la storia del nostro pensiero. Come argomenterò in questo lavoro, anche il pensiero geografico ha attinto dalla filosofia platonica e neoplatonica dell’immagine nel corso della sua storia, ma ha anche contribuito a plasmarla e tramandarla, e non può prescinderne nemmeno nel contesto del dibattito contemporaneo. Anzitutto, occorre indagare la natura dell’immagine. Proponendo un’interpretazione alternativa di alcuni passi di Platone, delineerò una concezione della natura dell’immagine differente dalle consuete letture poggianti su un’opposizione duale fra immagine e modello, copia e originale. La concezione di immagine che proporrò sarà fondata su una logica del terzo, una logica di terze vie, indissociabile, sin dalle origini, dalla semantica del linguaggio verbale. È alla luce di questa concezione di immagine che ricostruirò alcuni fondamentali momenti di quello che per me costituisce un dialogo serrato tra pensiero geografico e filosofia platonica. Nello specifico, mi concentrerò su due modelli geografici: il cosmo e il paesaggio. Per quanto riguarda il primo, sosterrò che la tradizione platonica tardoantica ha forgiato un modello di cosmo che resta ancora del tutto o in gran parte negletto, ma che invece ha rivestito grande importanza nella geografia del Rinascimento e oltre. In merito invece al secondo modello, l’affermarsi del genere paesaggio all’inizio della modernità sarà qui analizzato come l’esito di una reciproca influenza fra discorso geografico e teoria controriformistica dell’immagine. A mio parere, è in virtù di questi presupposti teorici che il paesaggio risulta depositario ancora oggi di un pensiero di terzità, di una logica del terzo, che risale alla filosofia platonica. E ritengo inoltre che proprio in tale eredità teorica stia la chiave per comprendere l’importanza del paesaggio nel dibattito contemporaneo.
2017
XXXII Congresso geografico italiano “L’apporto della geografia tra rivoluzioni e riforme”. Programma e Abstract/Programme and Abstracts
172
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BONFIGLIOLI STEFANIA
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