Il «Saggio di chimica e storia naturale» è un esercizio scolastico di Giacomo Leopardi risalente a quando aveva soltanto quattordici anni. Le sue fonti hanno un carattere manualistico, provenienti da autori sensibili alla dimensione didattica e vocati a una pedagogia destinata ai giovani. È ciò che si ricava, oggetto di questo saggio, dall’esame del metodo, degli obiettivi e dei contenuti enciclopedici degli «Elementi delle scienze e delle arti letterari» di Benjamin Martin, dello «Spettacolo della natura» di Noël-Antoine Pluche e dei «Fondamenti della scienza chimico-fisica» di Vincenco Dandolo, le tre opere su cui Leopardi fondò la propria preparazione scolastica nel campo delle scienze naturali e della chimica. Per le loro provenienze ibride, esse non formano un sistema organico e coerente: d’avanguardia era il manuale di chimica, che sposava le tesi di Lavoisier, avverso alla vecchia teoria del flogisto; tradizionalisti quelli di scienze naturali, sostenitori, soprattutto il testo di Pluche, di tesi creazionistiche a favore di un’apologetica cristiana. Eppure anche questi ultimi, da una testa pensante come quella di Leopardi, poterono essere elaborati e offrire spunti per una loro interpretazione personale. Se per un verso l’antropocentrismo, poi respinto da adulto, specie nelle «Operette morali», poteva ancora indurre Leopardi a sostenere l’«utilità de’ fiumi» e delle «montagne», per un altro verso una tassonomia che di fatto metteva sullo stesso piano i regni minerali, vegetali e animali, in quanto tutti creati ugualmente da un’unica causa divina, non era interessata alle cause della vita e poteva di riflesso liberare la storia naturale da principi animistici ed evitare sostanziali differenze tra il vivente e il non vivente.
battistini, A. (2018). L’apprendistato scientifico di un adolescente di genio. Roma : Edizioni di storia e letteratura.
L’apprendistato scientifico di un adolescente di genio
battistini, Andrea
2018
Abstract
Il «Saggio di chimica e storia naturale» è un esercizio scolastico di Giacomo Leopardi risalente a quando aveva soltanto quattordici anni. Le sue fonti hanno un carattere manualistico, provenienti da autori sensibili alla dimensione didattica e vocati a una pedagogia destinata ai giovani. È ciò che si ricava, oggetto di questo saggio, dall’esame del metodo, degli obiettivi e dei contenuti enciclopedici degli «Elementi delle scienze e delle arti letterari» di Benjamin Martin, dello «Spettacolo della natura» di Noël-Antoine Pluche e dei «Fondamenti della scienza chimico-fisica» di Vincenco Dandolo, le tre opere su cui Leopardi fondò la propria preparazione scolastica nel campo delle scienze naturali e della chimica. Per le loro provenienze ibride, esse non formano un sistema organico e coerente: d’avanguardia era il manuale di chimica, che sposava le tesi di Lavoisier, avverso alla vecchia teoria del flogisto; tradizionalisti quelli di scienze naturali, sostenitori, soprattutto il testo di Pluche, di tesi creazionistiche a favore di un’apologetica cristiana. Eppure anche questi ultimi, da una testa pensante come quella di Leopardi, poterono essere elaborati e offrire spunti per una loro interpretazione personale. Se per un verso l’antropocentrismo, poi respinto da adulto, specie nelle «Operette morali», poteva ancora indurre Leopardi a sostenere l’«utilità de’ fiumi» e delle «montagne», per un altro verso una tassonomia che di fatto metteva sullo stesso piano i regni minerali, vegetali e animali, in quanto tutti creati ugualmente da un’unica causa divina, non era interessata alle cause della vita e poteva di riflesso liberare la storia naturale da principi animistici ed evitare sostanziali differenze tra il vivente e il non vivente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


