Questo contributo analizza la delegittimazione nelle campagne elettorali per l’elezione del governatore di due fra i più rappresentativi Stati della storia politica statunitense: New York e California. L’obiettivo è presentare un’analisi complementare allo studio delle presidenziali, in modo da fornire un quadro complessivo della delegittimazione negli Stati Uniti. Non si tratta quindi di un’indagine comparativa fra due Stati che presentano rilevanti differenze storiche, economiche, sociali, etniche e razziali. Piuttosto di approfondire la ricerca sugli Stati Uniti ricostruendo il linguaggio delegittimante che a livello statale contribuiva alla formazione e trasformazione del sistema politico americano e delle sue culture politiche, liberale e conservatrice. L’ipotesi è che in determinate fasi storiche – la crisi di fine secolo con la sconfitta del movimento populista e l’ascesa dell’egemonia repubblicana, gli anni della grande depressione con la formazione della maggioranza democratica del New Deal, la rottura del consenso liberal negli anni Sessanta e Settanta con la svolta neoliberale degli Ottanta – nelle elezioni statali la delegittimazione influenzasse la definizione di ciò che era legittimo dire sulla scena pubblica e politica: quali ideali e valori, quali discorsi, programmi e candidati potevano essere rivendicati e presentati come American ovvero coerenti con la tradizione liberale americana, oppure erano etichettati come un-American, quindi esclusi dall’orizzonte costituzionale e dal sistema politico per mezzo di un’opinione pubblica che si pretendeva (e si presumeva) consensuale. In questo senso, nella misura in cui costituivano due dei principali centri nevralgici di una nazione riunita dopo la drammatica frattura della Guerra civile attorno al nazionalismo liberale radicato nei valori fondativi della Dichiarazione e della Costituzione, gli Stati di New York e California offrono un valido terreno d’indagine per comprendere come la delegittimazione a livello statale concorresse alla definizione dello spazio della politica legittima: ampliando o stringendo il perimetro dell’azione riformatrice o conservatrice dei partiti, aprendo o chiudendo il sistema politico alle forze organizzate nella società americana, selezionando le loro istanze culturali, sociali e politiche. Uno spazio – quello della politica legittima – che era dunque ricalcato sulla società, espressione tanto del suo disordine quanto della «ricerca dell’ordine» avanzata dalla middle-class fin dalla fine dell’Ottocento.

L’instabile ordine della politica middle-class: le campagne elettorali di New York e California

matteo battistini
2018

Abstract

Questo contributo analizza la delegittimazione nelle campagne elettorali per l’elezione del governatore di due fra i più rappresentativi Stati della storia politica statunitense: New York e California. L’obiettivo è presentare un’analisi complementare allo studio delle presidenziali, in modo da fornire un quadro complessivo della delegittimazione negli Stati Uniti. Non si tratta quindi di un’indagine comparativa fra due Stati che presentano rilevanti differenze storiche, economiche, sociali, etniche e razziali. Piuttosto di approfondire la ricerca sugli Stati Uniti ricostruendo il linguaggio delegittimante che a livello statale contribuiva alla formazione e trasformazione del sistema politico americano e delle sue culture politiche, liberale e conservatrice. L’ipotesi è che in determinate fasi storiche – la crisi di fine secolo con la sconfitta del movimento populista e l’ascesa dell’egemonia repubblicana, gli anni della grande depressione con la formazione della maggioranza democratica del New Deal, la rottura del consenso liberal negli anni Sessanta e Settanta con la svolta neoliberale degli Ottanta – nelle elezioni statali la delegittimazione influenzasse la definizione di ciò che era legittimo dire sulla scena pubblica e politica: quali ideali e valori, quali discorsi, programmi e candidati potevano essere rivendicati e presentati come American ovvero coerenti con la tradizione liberale americana, oppure erano etichettati come un-American, quindi esclusi dall’orizzonte costituzionale e dal sistema politico per mezzo di un’opinione pubblica che si pretendeva (e si presumeva) consensuale. In questo senso, nella misura in cui costituivano due dei principali centri nevralgici di una nazione riunita dopo la drammatica frattura della Guerra civile attorno al nazionalismo liberale radicato nei valori fondativi della Dichiarazione e della Costituzione, gli Stati di New York e California offrono un valido terreno d’indagine per comprendere come la delegittimazione a livello statale concorresse alla definizione dello spazio della politica legittima: ampliando o stringendo il perimetro dell’azione riformatrice o conservatrice dei partiti, aprendo o chiudendo il sistema politico alle forze organizzate nella società americana, selezionando le loro istanze culturali, sociali e politiche. Uno spazio – quello della politica legittima – che era dunque ricalcato sulla società, espressione tanto del suo disordine quanto della «ricerca dell’ordine» avanzata dalla middle-class fin dalla fine dell’Ottocento.
2018
La delegittimazione politica nell’età contemporanea 3 Conflitto politico e propaganda elettorale in Europa e negli Stati Uniti (1861-1989)
203
223
matteo battistini
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