Le vicende del movimento anarchico e libertario, in Italia, tra anni Cinquanta e anni Ottanta del Novecento, sono state ancora solo timidamente approcciate dalla ricerca storica. Il presente volume ospita contributi di studiosi di diverse generazioni che hanno cercato di mettere a fuoco il tema d’indagine storiografica concentrando l’attenzione sulle fonti orali, cioè le interviste, le testimonianze, i racconti raccolti dalla viva voce di chi ha attraversato, dalle più diverse angolazioni, l’anarchismo del secondo Novecento italiano. Un periodo, questo, che ha segnato una profonda trasformazione del movimento anarchico – sempre che di movimento, al singolare, sia lecito parlare – sia per quanto riguarda le sue teorie di liberazione sociale, sia per la sua pratica militante, sia per il modo di concepire se stesso dentro, contro o fuori la dialettica politica contemporanea. Per poter, quindi, parlare d’anarchia, ci si è innanzitutto preoccupati di inquadrare le questioni metodologiche che stanno alla base della produzione e dell’utilizzo delle fonti orali, peraltro già definite e discusse da una scuola storiografica ormai consolidata. La loro principale peculiarità è di essere fonti costruite a posteriori, con il contributo determinante e non imparziale del ricercatore, e che devono fare i conti con i meccanismi della memoria e con tutta una serie di filtri soggettivi che intrecciano il passato e il presente.
Enrico Acciai, Luigi Balsamini, Carlo De Maria (2017). Parlare d’anarchia. Le fonti orali per lo studio della militanza libertaria in Italia nel secondo Novecento. Milano : Biblion.
Parlare d’anarchia. Le fonti orali per lo studio della militanza libertaria in Italia nel secondo Novecento
ACCIAI, ENRICO;Carlo De Maria
2017
Abstract
Le vicende del movimento anarchico e libertario, in Italia, tra anni Cinquanta e anni Ottanta del Novecento, sono state ancora solo timidamente approcciate dalla ricerca storica. Il presente volume ospita contributi di studiosi di diverse generazioni che hanno cercato di mettere a fuoco il tema d’indagine storiografica concentrando l’attenzione sulle fonti orali, cioè le interviste, le testimonianze, i racconti raccolti dalla viva voce di chi ha attraversato, dalle più diverse angolazioni, l’anarchismo del secondo Novecento italiano. Un periodo, questo, che ha segnato una profonda trasformazione del movimento anarchico – sempre che di movimento, al singolare, sia lecito parlare – sia per quanto riguarda le sue teorie di liberazione sociale, sia per la sua pratica militante, sia per il modo di concepire se stesso dentro, contro o fuori la dialettica politica contemporanea. Per poter, quindi, parlare d’anarchia, ci si è innanzitutto preoccupati di inquadrare le questioni metodologiche che stanno alla base della produzione e dell’utilizzo delle fonti orali, peraltro già definite e discusse da una scuola storiografica ormai consolidata. La loro principale peculiarità è di essere fonti costruite a posteriori, con il contributo determinante e non imparziale del ricercatore, e che devono fare i conti con i meccanismi della memoria e con tutta una serie di filtri soggettivi che intrecciano il passato e il presente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.