Il saggio esamina il rapporto tra padri e figli in tre romanzi di primo Novecento: «Con gli occhi chiusi» di Federigo Tozzi, nel quale un figlio è frustrato dal comportamento violento e inibitorio del padre che lo rende incapace di integrarsi nella società e di avere una vera vita affettiva; «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo, dove viceversa il figlio inetto, in opposizione alla legge darwiniana dello “struggle for life”, si rivela paradossalmente più forte del padre e dei suoi sostituti simbolici proprio perché cosciente della propria debolezza, a differenza delle figure paterne che, credendosi “sane”, sono per questo più “malate” degli altri; «Uno, nessuno e centomila» di Luigi Pirandello, dove un figlio decide programmaticamente di comportarsi in modo opposto a come lo considera la gente per smentire il principio dell'ereditarietà.
Battistini, A. (2018). Padri dispotici e figli inetti in alcuni romanzi di primo Novecento. Cesena : Stilgraf.
Padri dispotici e figli inetti in alcuni romanzi di primo Novecento
Battistini, Andrea
2018
Abstract
Il saggio esamina il rapporto tra padri e figli in tre romanzi di primo Novecento: «Con gli occhi chiusi» di Federigo Tozzi, nel quale un figlio è frustrato dal comportamento violento e inibitorio del padre che lo rende incapace di integrarsi nella società e di avere una vera vita affettiva; «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo, dove viceversa il figlio inetto, in opposizione alla legge darwiniana dello “struggle for life”, si rivela paradossalmente più forte del padre e dei suoi sostituti simbolici proprio perché cosciente della propria debolezza, a differenza delle figure paterne che, credendosi “sane”, sono per questo più “malate” degli altri; «Uno, nessuno e centomila» di Luigi Pirandello, dove un figlio decide programmaticamente di comportarsi in modo opposto a come lo considera la gente per smentire il principio dell'ereditarietà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.