Individuata nel 1945 dalla Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite quale esempio di una politica repressiva di stampo fascista basata sulla deformazione del principio di legalità, la sezione speciale di Lubiana del Tribunale militare di guerra della II Armata viene ufficialmente costituita il 7 novembre 1941; e continua la propria attività di giudizio sul territorio sloveno annesso all’Italia e ricompreso nella nuova Provincia autonoma di Lubiana fino all’agosto 1943. Nel corso di meno di due anni di attività il Tribunale militare italiano istruisce, infatti, oltre 8.000 procedimenti contro più di 12.000 imputati, per la maggior parte civili sloveni «estranei alla milizia», rivelandosi un efficace ed articolato strumento di punizione della dissidenza politica e di controllo della popolazione occupata soprattutto all’interno dell’area urbana. Perseguita dalle autorità occupanti in parallelo a forme cruente di controguerriglia che colpiscono anche i civili, l’azione repressiva giudiziaria del Tribunale della II Armata si rivela paradossalmente finalizzata a preservare – attraverso simulacri di procedimenti penali – un abito di legalità formale delle politiche di occupazione italiane anche dopo l’estate del 1942.
Toni Rovatti (2018). Diritto di repressione. L'esperienza del Tribunale militare di Lubiana (1941-1943). Trieste : Quaderni IRSREC Friuli Venezia Giulia.
Diritto di repressione. L'esperienza del Tribunale militare di Lubiana (1941-1943)
Toni Rovatti
2018
Abstract
Individuata nel 1945 dalla Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite quale esempio di una politica repressiva di stampo fascista basata sulla deformazione del principio di legalità, la sezione speciale di Lubiana del Tribunale militare di guerra della II Armata viene ufficialmente costituita il 7 novembre 1941; e continua la propria attività di giudizio sul territorio sloveno annesso all’Italia e ricompreso nella nuova Provincia autonoma di Lubiana fino all’agosto 1943. Nel corso di meno di due anni di attività il Tribunale militare italiano istruisce, infatti, oltre 8.000 procedimenti contro più di 12.000 imputati, per la maggior parte civili sloveni «estranei alla milizia», rivelandosi un efficace ed articolato strumento di punizione della dissidenza politica e di controllo della popolazione occupata soprattutto all’interno dell’area urbana. Perseguita dalle autorità occupanti in parallelo a forme cruente di controguerriglia che colpiscono anche i civili, l’azione repressiva giudiziaria del Tribunale della II Armata si rivela paradossalmente finalizzata a preservare – attraverso simulacri di procedimenti penali – un abito di legalità formale delle politiche di occupazione italiane anche dopo l’estate del 1942.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.