Un’articolata riflessione sul concetto di “tragico” nella cultura moderna e contemporanea non può fare a meno di prendere in considerazione la prosa breve di Daniil I. Charms, specialmente se si focalizza l’attenzione sullo studio dell’azione in relazione al personaggio. Nelle scenette charmsiane, le “parti” dei personaggi non sono rilevanti, se non per sottolineare il carattere irrazionale della situazione da loro vissuta; gli “attori” si muovono in uno spazio spesso indefinito, o, se è connotato in qualche maniera, lo è negativamente. “The hero of his absurdist prose exists [...] in the real nauseating Leningrad” (2010: 406), scrive Solomon Volkov , e quest’ambientazione “squallida” agli occhi del poeta non fa che aumentare la tragicità degli eventi. Sono proprio i crudeli, fatali, eventi che coinvolgono i personaggi a scatenare la reazione del lettore, il cui senso di impotenza di fronte a morti accidentali e insensate viene acuito dalla scelta della forma breve. Attraverso l’analisi della cosiddetta “semantica della morte” - caratteristica individuata da Lipoveckij (2000) nella pratica metafinzionale di Vaginov, Charms e in seguito di Nabokov - il presente saggio intende mettere in evidenza l’assurdità, e al contempo la tragicità, del gesto del personaggio charmsiano, che nella sua immediatezza di atto puro sostituisce con l’espressione una rappresentazione di stampo mimetico. Si giungerà infine alla conclusione secondo cui, paradossalmente, una rappresentazione sostanzialmente “antimimetica” diviene l’unica modalità narrativa possibile per descrivere “fedelmente” quella crudele realtà sovietica che non può più essere raccontata utilizzando le presunte tecniche “mimetiche” del realismo socialista. Il contributo mira inoltre a colmare una notevole carenza di ricerche in ambito italiano, reso ancor più evidente dal rinnovato interesse critico in ambito europeo e russo attorno alla produzione oberiuta, come non mancano di sottolineare Ekaterina Illarionova (2011: 352) e Vladimir Glocer: “я не сомневаюсь, что [...] Хармс будеть изучаться все серьезнее, глубже” (in Paunkovič 2007: 23).
irina marchesini (2014). ‘Žizn’ pobedila smert’’. Sull’ibridazione tra ‘tragico’ e ‘assurdo’ nella prosa breve di D.I. Charms. Roma : Universitalia.
‘Žizn’ pobedila smert’’. Sull’ibridazione tra ‘tragico’ e ‘assurdo’ nella prosa breve di D.I. Charms
irina marchesini
2014
Abstract
Un’articolata riflessione sul concetto di “tragico” nella cultura moderna e contemporanea non può fare a meno di prendere in considerazione la prosa breve di Daniil I. Charms, specialmente se si focalizza l’attenzione sullo studio dell’azione in relazione al personaggio. Nelle scenette charmsiane, le “parti” dei personaggi non sono rilevanti, se non per sottolineare il carattere irrazionale della situazione da loro vissuta; gli “attori” si muovono in uno spazio spesso indefinito, o, se è connotato in qualche maniera, lo è negativamente. “The hero of his absurdist prose exists [...] in the real nauseating Leningrad” (2010: 406), scrive Solomon Volkov , e quest’ambientazione “squallida” agli occhi del poeta non fa che aumentare la tragicità degli eventi. Sono proprio i crudeli, fatali, eventi che coinvolgono i personaggi a scatenare la reazione del lettore, il cui senso di impotenza di fronte a morti accidentali e insensate viene acuito dalla scelta della forma breve. Attraverso l’analisi della cosiddetta “semantica della morte” - caratteristica individuata da Lipoveckij (2000) nella pratica metafinzionale di Vaginov, Charms e in seguito di Nabokov - il presente saggio intende mettere in evidenza l’assurdità, e al contempo la tragicità, del gesto del personaggio charmsiano, che nella sua immediatezza di atto puro sostituisce con l’espressione una rappresentazione di stampo mimetico. Si giungerà infine alla conclusione secondo cui, paradossalmente, una rappresentazione sostanzialmente “antimimetica” diviene l’unica modalità narrativa possibile per descrivere “fedelmente” quella crudele realtà sovietica che non può più essere raccontata utilizzando le presunte tecniche “mimetiche” del realismo socialista. Il contributo mira inoltre a colmare una notevole carenza di ricerche in ambito italiano, reso ancor più evidente dal rinnovato interesse critico in ambito europeo e russo attorno alla produzione oberiuta, come non mancano di sottolineare Ekaterina Illarionova (2011: 352) e Vladimir Glocer: “я не сомневаюсь, что [...] Хармс будеть изучаться все серьезнее, глубже” (in Paunkovič 2007: 23).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.