Il volume ripercorre le origini e l’evoluzione storica del tribunale antiereticale a Firenze a partire dagli anni Trenta del Duecento fino al pontificato di Giovanni XXII. La città di Dante rappresenta un esemplare case study dei profondi intrecci che legarono il negotium fidei medievale alla vita politica e alle trasformazioni della società comunale, non secondariamente in ragione dell’accentuato dinamismo economico che caratterizzò il passaggio tra Due e Trecento. In questo fervido contesto gli aspetti di carattere più schiettamente religioso sembrano rimanere di fatto in secondo piano, ancorché presenti anche nei dibattiti culturali che animarono il convento francescano di S. Croce, autentico ‘quartier generale’ dell’Inquisizione fiorentina. I lignaggi locali a vario titolo coinvolti nella repressione evidenziano come l’attività finanziaria e l’«indotto» generato dal tribunale ponessero il negotium fidei al centro di forti interessi, che coinvolsero sia il ceto politico che quello imprenditoriale. Le vicende dell’«Inquisizionopoli» scaturita da un’inchiesta papale degli anni 1333-1334 fotografa in maniera nitida fino a che punto l’attività antiereticale si fosse progressivamente (e precocemente) trasformata da questione religiosa ad affaire principalmente d’ordine finanziario.
Riccardo Parmeggiani (2018). L’Inquisizione a Firenze nell’età di Dante. Politica, società, economia e cultura. Bologna : Il Mulino.
L’Inquisizione a Firenze nell’età di Dante. Politica, società, economia e cultura
Riccardo Parmeggiani
2018
Abstract
Il volume ripercorre le origini e l’evoluzione storica del tribunale antiereticale a Firenze a partire dagli anni Trenta del Duecento fino al pontificato di Giovanni XXII. La città di Dante rappresenta un esemplare case study dei profondi intrecci che legarono il negotium fidei medievale alla vita politica e alle trasformazioni della società comunale, non secondariamente in ragione dell’accentuato dinamismo economico che caratterizzò il passaggio tra Due e Trecento. In questo fervido contesto gli aspetti di carattere più schiettamente religioso sembrano rimanere di fatto in secondo piano, ancorché presenti anche nei dibattiti culturali che animarono il convento francescano di S. Croce, autentico ‘quartier generale’ dell’Inquisizione fiorentina. I lignaggi locali a vario titolo coinvolti nella repressione evidenziano come l’attività finanziaria e l’«indotto» generato dal tribunale ponessero il negotium fidei al centro di forti interessi, che coinvolsero sia il ceto politico che quello imprenditoriale. Le vicende dell’«Inquisizionopoli» scaturita da un’inchiesta papale degli anni 1333-1334 fotografa in maniera nitida fino a che punto l’attività antiereticale si fosse progressivamente (e precocemente) trasformata da questione religiosa ad affaire principalmente d’ordine finanziario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.