Negli Stati Uniti anno dopo anno aumentano i consumi di farmaci per curare l’ansia, il disturbo bipolare e la depressione. Senza escludere la possibilità che i connotati di individualismo e competitività della società americana possano esacerbare disturbi della personalità, mostro come vi sia una fortissima pressione pubblicitaria all’utilizzo di farmaci. Tale tendenza si inserisce in un contesto più ampio di medicalizzazione della vita quotidiana che si estende in ambiti molto eterogenei: sessualità, sport, vecchiaia, prevenzione, nascita, morte e, come qui approfondiamo, emozioni. La crescita della medicalizzazione (che non coincide affatto con la dominanza medica) appare spinta da varie forze, non solo economiche. La cultura americana, con la sua enfasi sulla ricerca della felicità e sul pragmatismo, risulta essere un humus fertile per i consumi farmacologici volti alla cura del disagio e al miglioramento del proprio sé. L’accentuazione dell’aspetto biologico della malattia psichica, tuttavia, recide ogni collegamento tra situazione socio-economica e salute psico-fisica, de-politicizzando qualsiasi intervento della sanità. Le ultime versioni del DSM (il III e il IV) si inseriscono nello stesso orientamento attraverso la enfatizzazione della sintomatologia della malattia mentale a discapito dell’eziologia.
A. Maturo (2008). La medicalizzazione dell'infelicità nella società americana. MILANO : FrancoAngeli Editore.
La medicalizzazione dell'infelicità nella società americana
MATURO, ANTONIO FRANCESCO
2008
Abstract
Negli Stati Uniti anno dopo anno aumentano i consumi di farmaci per curare l’ansia, il disturbo bipolare e la depressione. Senza escludere la possibilità che i connotati di individualismo e competitività della società americana possano esacerbare disturbi della personalità, mostro come vi sia una fortissima pressione pubblicitaria all’utilizzo di farmaci. Tale tendenza si inserisce in un contesto più ampio di medicalizzazione della vita quotidiana che si estende in ambiti molto eterogenei: sessualità, sport, vecchiaia, prevenzione, nascita, morte e, come qui approfondiamo, emozioni. La crescita della medicalizzazione (che non coincide affatto con la dominanza medica) appare spinta da varie forze, non solo economiche. La cultura americana, con la sua enfasi sulla ricerca della felicità e sul pragmatismo, risulta essere un humus fertile per i consumi farmacologici volti alla cura del disagio e al miglioramento del proprio sé. L’accentuazione dell’aspetto biologico della malattia psichica, tuttavia, recide ogni collegamento tra situazione socio-economica e salute psico-fisica, de-politicizzando qualsiasi intervento della sanità. Le ultime versioni del DSM (il III e il IV) si inseriscono nello stesso orientamento attraverso la enfatizzazione della sintomatologia della malattia mentale a discapito dell’eziologia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.