Questo agile libro è nato a cena, alcuni mesi fa. Lì ho condiviso, come presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Reggio Emilia, la proposta di Elena Romani di un evento che rendesse evidente a tutti, architetti e non, le po- tenzialità di un quartiere come quello della Rosta Nuova. Sono nato ai margini del quartiere Rosta Nuova, la Rosta per tutti quelli della mia generazione. Lì ho frequentato nell’anno di apertura la scuola comunale per l’infanzia Anna Frank, sperimentando tra i primi bambini reggiani le teorie pedagogiche di Loris Malaguzzi, oggi cele- brate e studiate in ogni parte del mondo. Lì andavo a giocare da bambino o in biblioteca, dopo aver ascoltato tutte le raccomandazioni di mia madre, un lungo elenco di cose cui porre attenzione: la Rosta era, infatti, un quartiere ultrapopolare e non certo facile da frequentare socialmente. Lì ho le basi della mia formazione e del mio modo di pensare l’architettura: certi ricordi, sempre legati a momenti partico- lari, rimangono impressi nella memoria come punti di riferimento indelebili.
Elena Cattani, Andrea Rinaldi, Alberto Manfredini (2017). Semplice, nuovo, giusto. Visita al quartiere Rosta Nuova. Reggio Emilia : Pacini.
Semplice, nuovo, giusto. Visita al quartiere Rosta Nuova
Elena Cattani;
2017
Abstract
Questo agile libro è nato a cena, alcuni mesi fa. Lì ho condiviso, come presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Reggio Emilia, la proposta di Elena Romani di un evento che rendesse evidente a tutti, architetti e non, le po- tenzialità di un quartiere come quello della Rosta Nuova. Sono nato ai margini del quartiere Rosta Nuova, la Rosta per tutti quelli della mia generazione. Lì ho frequentato nell’anno di apertura la scuola comunale per l’infanzia Anna Frank, sperimentando tra i primi bambini reggiani le teorie pedagogiche di Loris Malaguzzi, oggi cele- brate e studiate in ogni parte del mondo. Lì andavo a giocare da bambino o in biblioteca, dopo aver ascoltato tutte le raccomandazioni di mia madre, un lungo elenco di cose cui porre attenzione: la Rosta era, infatti, un quartiere ultrapopolare e non certo facile da frequentare socialmente. Lì ho le basi della mia formazione e del mio modo di pensare l’architettura: certi ricordi, sempre legati a momenti partico- lari, rimangono impressi nella memoria come punti di riferimento indelebili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.