Al pari di ogni altro edificio cittadino, anche le abitazioni concorrevano alla configurazione delle quinte stradali e alla caratterizzazione funzionale dei quartieri della città romana. La facciata, infatti, non era solo un elemento di separazione tra spazio pubblico e dimensione privata, ma costituiva l’interfaccia di collegamento con la dimensione urbana, l’elemento attraverso il quale l’iniziativa privata entrava in dialogo diretto con il paesaggio cittadino e si integrava con le attività svolte nella strada. Nonostante le sue significative implicazioni urbanistiche e architettoniche, lo studio delle facciate è stato uno dei temi d’indagine maggiormente trascurati dalla letteratura, soprattutto a causa della qualità della documentazione archeologica, quasi sempre troppo povera di dati utili alla ricostruzione dell’esterno delle abitazioni. Obiettivo di questo volume è indagare sotto una nuova luce forme e significati dell’esterno delle abitazioni attraverso il caso di studio delle città vesuviane, dove la conservazione delle superfici verticali consente di osservare un ambiente urbano sostanzialmente completo. Fondata su un repertorio di sessanta abitazioni, l’analisi procede per gradi di approfondimento, dalla scomposizione negli elementi co- stitutivi dei prospetti alla visione d’insieme, tracciando un percorso diacronico dall’età tardosannitica, epoca in cui il modello della casa “ad atrio” diventa prevalente, all’ultima fase di vita, segnata da un marcato rinnovamento delle forme dell’abitare verso soluzioni più intensive e razionali.
Frontes. Le facciate nell'architettura e nell'urbanistica di Pompei e di Ercolano / Helg R.. - STAMPA. - (2018), pp. 1-339.
Frontes. Le facciate nell'architettura e nell'urbanistica di Pompei e di Ercolano
Helg R.
2018
Abstract
Al pari di ogni altro edificio cittadino, anche le abitazioni concorrevano alla configurazione delle quinte stradali e alla caratterizzazione funzionale dei quartieri della città romana. La facciata, infatti, non era solo un elemento di separazione tra spazio pubblico e dimensione privata, ma costituiva l’interfaccia di collegamento con la dimensione urbana, l’elemento attraverso il quale l’iniziativa privata entrava in dialogo diretto con il paesaggio cittadino e si integrava con le attività svolte nella strada. Nonostante le sue significative implicazioni urbanistiche e architettoniche, lo studio delle facciate è stato uno dei temi d’indagine maggiormente trascurati dalla letteratura, soprattutto a causa della qualità della documentazione archeologica, quasi sempre troppo povera di dati utili alla ricostruzione dell’esterno delle abitazioni. Obiettivo di questo volume è indagare sotto una nuova luce forme e significati dell’esterno delle abitazioni attraverso il caso di studio delle città vesuviane, dove la conservazione delle superfici verticali consente di osservare un ambiente urbano sostanzialmente completo. Fondata su un repertorio di sessanta abitazioni, l’analisi procede per gradi di approfondimento, dalla scomposizione negli elementi co- stitutivi dei prospetti alla visione d’insieme, tracciando un percorso diacronico dall’età tardosannitica, epoca in cui il modello della casa “ad atrio” diventa prevalente, all’ultima fase di vita, segnata da un marcato rinnovamento delle forme dell’abitare verso soluzioni più intensive e razionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.