Il presente contributo intende ripercorrere le principali questioni giuridiche poste dalla Dichiarazione UE-Turchia al fine di metterne in luce il rilievo nell’ambito dell’attuale fase del processo di integrazione europea. L’analisi prenderà le mosse dalla definizione della natura della Dichiarazione alla luce del diritto internazionale e, di conseguenza, del diritto dell’Unione Europea, definizione resa problematica dall’elevato livello di informalità che contraddistingue l’atto di cui è questione (par. 2). Ciò consentirà di chiarire se quest’ultimo possa ritenersi per se idoneo a produrre effetti giuridici vincolanti. Il secondo aspetto del quale ci si occuperà riguarda l’individuazione degli autori del documento (par. 3). Anche questo profilo è apparso fin da subito particolarmente oscuro a causa dell’elevato livello di informalità che ha caratterizzato l’adozione della Dichiarazione. Si tratta, peraltro, di questione avente rilievo non meramente teorico, dato che il contenuto della Dichiarazione appare – da più punti di vista – in contrasto con gli standard di tutela dei diritti umani riconosciuti dal diritto internazionale e dal diritto dell’Unione Europea. Ciò rende dunque importante stabilire quali siano i soggetti (eventualmente) vincolati alla sua attuazione. Del potenziale contrasto del contenuto della Dichiarazione col diritto internazionale, da un lato, e col diritto dell’Unione Europea, dall’altro, ci si occuperà specificamente nel 4° paragrafo del presente contributo. Nel paragrafo finale si darà conto, alla luce dell’analisi svolta in precedenza, del possibile impatto dell’approccio incarnato dalla Dichiarazione sul processo di integrazione europea lato sensu inteso.
F. Casolari (2018). La crisi siriana, l’esodo dei rifugiati e la Dichiarazione UE-Turchia. Torino : G. Giappichelli Editore.
La crisi siriana, l’esodo dei rifugiati e la Dichiarazione UE-Turchia
F. Casolari
2018
Abstract
Il presente contributo intende ripercorrere le principali questioni giuridiche poste dalla Dichiarazione UE-Turchia al fine di metterne in luce il rilievo nell’ambito dell’attuale fase del processo di integrazione europea. L’analisi prenderà le mosse dalla definizione della natura della Dichiarazione alla luce del diritto internazionale e, di conseguenza, del diritto dell’Unione Europea, definizione resa problematica dall’elevato livello di informalità che contraddistingue l’atto di cui è questione (par. 2). Ciò consentirà di chiarire se quest’ultimo possa ritenersi per se idoneo a produrre effetti giuridici vincolanti. Il secondo aspetto del quale ci si occuperà riguarda l’individuazione degli autori del documento (par. 3). Anche questo profilo è apparso fin da subito particolarmente oscuro a causa dell’elevato livello di informalità che ha caratterizzato l’adozione della Dichiarazione. Si tratta, peraltro, di questione avente rilievo non meramente teorico, dato che il contenuto della Dichiarazione appare – da più punti di vista – in contrasto con gli standard di tutela dei diritti umani riconosciuti dal diritto internazionale e dal diritto dell’Unione Europea. Ciò rende dunque importante stabilire quali siano i soggetti (eventualmente) vincolati alla sua attuazione. Del potenziale contrasto del contenuto della Dichiarazione col diritto internazionale, da un lato, e col diritto dell’Unione Europea, dall’altro, ci si occuperà specificamente nel 4° paragrafo del presente contributo. Nel paragrafo finale si darà conto, alla luce dell’analisi svolta in precedenza, del possibile impatto dell’approccio incarnato dalla Dichiarazione sul processo di integrazione europea lato sensu inteso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.