Entrando nelle pieghe dell’attività scenografica di Antonio Basoli e della sua fortuna si comprende l’importanza della scuola bolognese, che a partire dalla dinastia dei Bibiena continua a mietere allievi che con successo calcano i palcoscenici dei maggiori teatri europei ancora per tutto il XIX secolo. Tra queste figure uno spazio particolare meritano Francesco Cocchi (1787-1865) e Domenico Ferri (1795-1878) non solo quali più diretti eredi del grande «Maestro», ma per le aperture alla contemporanea cultura scenografica internazionale, che segnano lo scarto rispetto alla lezione basoliana. La lettura della loro intensa attività attraverso i bozzetti scenografici, disegnati o incisi, gli scavi archivistici, le fonti dell’epoca quali, la stampa coeva, gli archivi amministrativi dei teatri, gli epistolari, ha consentito di approfondirne la conoscenza e di formulare nuovi ed ulteriori giudizi quali scenografi dalle inaspettate qualità, dotati di un considerevole bagaglio culturale, smentendo la tradizionale, ma inadeguata, immagine di passivi continuatori della tradizione scenografica bibienesca.
Valeria Rubbi (2017). Francesco Cocchi, Domenico Ferri. L'eredità di Antonio Basoli, «Maestro» di scenografia. Bologna : Minerva Soluzioni Editoriali.
Francesco Cocchi, Domenico Ferri. L'eredità di Antonio Basoli, «Maestro» di scenografia
Valeria Rubbi
2017
Abstract
Entrando nelle pieghe dell’attività scenografica di Antonio Basoli e della sua fortuna si comprende l’importanza della scuola bolognese, che a partire dalla dinastia dei Bibiena continua a mietere allievi che con successo calcano i palcoscenici dei maggiori teatri europei ancora per tutto il XIX secolo. Tra queste figure uno spazio particolare meritano Francesco Cocchi (1787-1865) e Domenico Ferri (1795-1878) non solo quali più diretti eredi del grande «Maestro», ma per le aperture alla contemporanea cultura scenografica internazionale, che segnano lo scarto rispetto alla lezione basoliana. La lettura della loro intensa attività attraverso i bozzetti scenografici, disegnati o incisi, gli scavi archivistici, le fonti dell’epoca quali, la stampa coeva, gli archivi amministrativi dei teatri, gli epistolari, ha consentito di approfondirne la conoscenza e di formulare nuovi ed ulteriori giudizi quali scenografi dalle inaspettate qualità, dotati di un considerevole bagaglio culturale, smentendo la tradizionale, ma inadeguata, immagine di passivi continuatori della tradizione scenografica bibienesca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.