Il presente progetto si propone di indagare l'importanza della moralità nelle relazioni intragruppo e intergruppi. Infatti, una caratteristica peculiare, che distingue gli esseri umani dalla maggior parte degli altri animali, è proprio la consapevolezza del bene e del male, una precondizione della condotta morale. La peculiarità di questa dimensione come caratteristica è illustrata dall'Antico Testamento, quando Adamo ed Eva vennero cacciati dal Giardino dell'Eden proprio per aver mangiato della pianta della “conoscenza del bene e del male”, rivendicando e ottenendo di conseguenza il libero arbitrio su ciò che è giusto e sbagliato, e perciò un'autonomia morale. La moralità gode, quindi, di una duplice natura che da un lato la caratterizza come dimensione universale per la sua priorità nel giudizio sociale, ma dall'altro, proprio per l'autonomia morale data al singolo si caratterizza per la sua specificità individuale. In linea con questo, il filosofo Kant scrisse “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Probabilmente per questo, la moralità ha sempre attratto la curiosità dell'uomo, ma, è solo recentemente che la psicologia sociale ha riconosciuto il suo ruolo prioritario nella regolazione delle interazioni intragruppo ed intergruppi (e.g., Brambilla et al. 2011; 2012; Ellemers et al.2008; Leach et al., 2007; Pagliaro et al., 2011). Tuttavia, essendo un oggetto di studio relativamente recente in psicologia sociale, molto rimane ancora da indagare e il presente progetto si propone di aumentare le conoscenze teoriche al riguardo con l'obiettivo finale di fornire indicazioni applicative importanti per la nostra società caratterizzata dalla compresenza di culture diverse con valori morali talvolta molto diversi. Ad oggi, poco si conosce circa i meccanismi profondi e le strutture cognitive responsabili della primaria importanza della moralità sulle altre dimensioni del giudizio sociale (i.e., socievolezza e competenza), così come sulla trasmissione della moralità tra persone e tra generazioni e le conseguenze comportamentali. Allo scopo di colmare queste lacune, il presente progetto persegue tre obiettivi generali: 1) il primo obiettivo è di indagare le radici cognitive che rendono la moralità la dimensione più importante nel giudizio sociale. In particolare, indagheremo la sua (presunta) maggiore stabilità e maggiore accessibilità rispetto a competenza e socievolezza. Inoltre, analizzeremo se le differenze tra persone con valori morali differenti possano essere collegate a profonde differenze cognitive, come ad esempio lo stile percettivo e la sensibilità al disgusto. 2) Il secondo obiettivo consiste nell'indagare come la moralità viene trasmessa (tra persone e tra generazioni), nonché di capire come possa influenzare alcuni aspetti della quotidianità, come il linguaggio. Più precisamente, indagheremo come i giudizi sociali basati sulla moralità siano trasmessi attraverso il linguaggio, con un'attenzione particolare al ruolo degli insulti verbali nella discriminazione e nella deumanizzazione. Inoltre, analizzeremo il ruolo dello stile percettivo e della sensibilità al disgusto nella trasmissione dei valori nell'ambito familiare ipotizzando un peso maggiore dei processi cognitivi rispetto ad una condivisione esplicita delle norme sociali. 3) Il terzo obiettivo consiste nell'indagare le possibili conseguenze del giudizio morale nelle relazioni interpersonali e intergruppo, così come nella relazione individuo-Stato. Più precisamente, ci proponiamo di indagare quali reazioni comportamentali possono essere determinate dalla (mancanza di) moralità di un membro dell'ingroup e dell'outgroup (e.g., approccio/evitamento) e le conseguenze della percezione di (mancanza di) moralità sulla discriminazione e deumanizzazione di individui e gruppi. Inoltre, indagheremo le reazioni individuali ai giudizi morali formulati da membri dell'ingroup e dell'outgroup. Infine, analizzeremo le situazioni in cui le norme della famiglia sono in conflitto con quelle collettive determinando conseguenze negative per la vita democratica Questi obiettivi verranno perseguiti grazie alla collaborazione continua di 4 unità di ricerca, formate da persone con accertata esperienza nel settore, che in sinergia svilupperanno pianificheranno e condurranno 34 studi sperimentali utilizzando diverse metodologie (e.g., questionari, analisi del linguaggio, tecniche di misurazione implicita, analisi dei movimenti oculari, analisi dei potenziali evento-relati, risonanza magnetica funzionale e stimolazione magnetica transcranica). Inoltre, gli obiettivi saranno raggiunti anche grazie alla collaborazione con alcune università europee ed extra-Europee, quali l'università di Leiden, l'università di Exeter, 1 l'università del Western Ontario e l'università di Haifa, rappresentate rispettivamente nelle persone di N. Ellemers, M. Barreto, B. Gawronski e K. Sharvit, tutti esperti di chiara fama in psicologia sociale e più precisamente nell'ambito della moralità e delle relazioni intergruppi. Nello specifico, l'unità di Padova focalizzerà la propria attenzione sui processi cognitivi profondi che possono spiegare le differenze individuali nelle condotte morali, analizzando gli stili percettivi (olistico vs. analitico) e la sensibilità al disgusto in una visione di embodied cognition in relazione all'ideologia politica (conservatori vs. progressisti). La stessa unità analizzerà anche il ruolo di queste componenti automatiche nella trasmissione dei contenuti morali da una generazione alla successiva. L'unità di ricerca di Perugia si propone tre obiettivi. Da un lato esplorerà perché le valutazioni sociali basate sulla moralità hanno un impatto maggiore chiamando in causa la (presunta) maggiore stabilità della moralità rispetto alle altre dimensioni (i.e., socievolezza e competenza) e analizzando i meccanismi di riparazione che fanno seguito a valutazioni negative basate sulla moralità. Dall'altro lato, la stessa unità approfondirà il rapporto famiglia-Stato nelle società democratiche, analizzando le situazioni conflittuali tra le norme collettive e familiari con lo scopo di delineare i fattori che possono guidare l'individuo nella scelta di quali norme seguire. L'unità di Bologna si focalizzerà soprattutto sull'analisi del linguaggio quale veicolo importante di trasmissione dei contenuti morali sia nelle relazioni interpersonali che intergruppi. Verranno, ad esempio esaminati gli insulti verbali, che rappresentano un mezzo quotidiano per discriminare gli altri e per negare la loro piena umanità. Inoltre, saranno studiate in modo originale le conseguenze della mancata moralità sulla discriminazione prendendo in considerazione il processo di deumanizzazione. L'unità di Milano si occuperà principalmente di studiare la presunta maggiore accessibilità dei tratti morali sugli altri tratti del giudizio sociale. Inoltre, questa unità si propone di identificare i processi capaci di spiegare perché i tratti relativi alla moralità siano di primaria importanza nella percezione intergruppi. Infine, analizzerà le ricadute comportamentali della moralità nelle interazioni tra gruppi. In conclusione, quindi, questi risultati possono contribuire in modo significativo ad aumentare la conoscenza riguardo il ruolo fondamentale della moralità nelle relazioni intragruppo e intergruppi, fornendo importanti indicazioni applicative, ad esempio per la pianificazione di strategie comunicative volte a cambiare il sistema di valori dei cittadini e a migliorare le relazioni interpersonali e intergruppi, così come i rapporti tra cittadino e Stato. Il presente contributo può, quindi, indirettamente contribuire alla creazione di una società maggiormente inclusiva, identificata come una delle sfide centrali della società e tra gli obiettivi “Horizon 2020”. Ci auguriamo che il presente progetto possa fornire importanti suggerimenti in grado di informare gli esperti di comunicazione sociale e i responsabili politici.

Firb Programma Futuro in Ricerca 2012 - Protocollo: RBFR128CR6_004 "L'importanza di essere onesti. La moralità come dimensione fondamentale dei legami sociali".

Moscatelli, Silvia
2017

Abstract

Il presente progetto si propone di indagare l'importanza della moralità nelle relazioni intragruppo e intergruppi. Infatti, una caratteristica peculiare, che distingue gli esseri umani dalla maggior parte degli altri animali, è proprio la consapevolezza del bene e del male, una precondizione della condotta morale. La peculiarità di questa dimensione come caratteristica è illustrata dall'Antico Testamento, quando Adamo ed Eva vennero cacciati dal Giardino dell'Eden proprio per aver mangiato della pianta della “conoscenza del bene e del male”, rivendicando e ottenendo di conseguenza il libero arbitrio su ciò che è giusto e sbagliato, e perciò un'autonomia morale. La moralità gode, quindi, di una duplice natura che da un lato la caratterizza come dimensione universale per la sua priorità nel giudizio sociale, ma dall'altro, proprio per l'autonomia morale data al singolo si caratterizza per la sua specificità individuale. In linea con questo, il filosofo Kant scrisse “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Probabilmente per questo, la moralità ha sempre attratto la curiosità dell'uomo, ma, è solo recentemente che la psicologia sociale ha riconosciuto il suo ruolo prioritario nella regolazione delle interazioni intragruppo ed intergruppi (e.g., Brambilla et al. 2011; 2012; Ellemers et al.2008; Leach et al., 2007; Pagliaro et al., 2011). Tuttavia, essendo un oggetto di studio relativamente recente in psicologia sociale, molto rimane ancora da indagare e il presente progetto si propone di aumentare le conoscenze teoriche al riguardo con l'obiettivo finale di fornire indicazioni applicative importanti per la nostra società caratterizzata dalla compresenza di culture diverse con valori morali talvolta molto diversi. Ad oggi, poco si conosce circa i meccanismi profondi e le strutture cognitive responsabili della primaria importanza della moralità sulle altre dimensioni del giudizio sociale (i.e., socievolezza e competenza), così come sulla trasmissione della moralità tra persone e tra generazioni e le conseguenze comportamentali. Allo scopo di colmare queste lacune, il presente progetto persegue tre obiettivi generali: 1) il primo obiettivo è di indagare le radici cognitive che rendono la moralità la dimensione più importante nel giudizio sociale. In particolare, indagheremo la sua (presunta) maggiore stabilità e maggiore accessibilità rispetto a competenza e socievolezza. Inoltre, analizzeremo se le differenze tra persone con valori morali differenti possano essere collegate a profonde differenze cognitive, come ad esempio lo stile percettivo e la sensibilità al disgusto. 2) Il secondo obiettivo consiste nell'indagare come la moralità viene trasmessa (tra persone e tra generazioni), nonché di capire come possa influenzare alcuni aspetti della quotidianità, come il linguaggio. Più precisamente, indagheremo come i giudizi sociali basati sulla moralità siano trasmessi attraverso il linguaggio, con un'attenzione particolare al ruolo degli insulti verbali nella discriminazione e nella deumanizzazione. Inoltre, analizzeremo il ruolo dello stile percettivo e della sensibilità al disgusto nella trasmissione dei valori nell'ambito familiare ipotizzando un peso maggiore dei processi cognitivi rispetto ad una condivisione esplicita delle norme sociali. 3) Il terzo obiettivo consiste nell'indagare le possibili conseguenze del giudizio morale nelle relazioni interpersonali e intergruppo, così come nella relazione individuo-Stato. Più precisamente, ci proponiamo di indagare quali reazioni comportamentali possono essere determinate dalla (mancanza di) moralità di un membro dell'ingroup e dell'outgroup (e.g., approccio/evitamento) e le conseguenze della percezione di (mancanza di) moralità sulla discriminazione e deumanizzazione di individui e gruppi. Inoltre, indagheremo le reazioni individuali ai giudizi morali formulati da membri dell'ingroup e dell'outgroup. Infine, analizzeremo le situazioni in cui le norme della famiglia sono in conflitto con quelle collettive determinando conseguenze negative per la vita democratica Questi obiettivi verranno perseguiti grazie alla collaborazione continua di 4 unità di ricerca, formate da persone con accertata esperienza nel settore, che in sinergia svilupperanno pianificheranno e condurranno 34 studi sperimentali utilizzando diverse metodologie (e.g., questionari, analisi del linguaggio, tecniche di misurazione implicita, analisi dei movimenti oculari, analisi dei potenziali evento-relati, risonanza magnetica funzionale e stimolazione magnetica transcranica). Inoltre, gli obiettivi saranno raggiunti anche grazie alla collaborazione con alcune università europee ed extra-Europee, quali l'università di Leiden, l'università di Exeter, 1 l'università del Western Ontario e l'università di Haifa, rappresentate rispettivamente nelle persone di N. Ellemers, M. Barreto, B. Gawronski e K. Sharvit, tutti esperti di chiara fama in psicologia sociale e più precisamente nell'ambito della moralità e delle relazioni intergruppi. Nello specifico, l'unità di Padova focalizzerà la propria attenzione sui processi cognitivi profondi che possono spiegare le differenze individuali nelle condotte morali, analizzando gli stili percettivi (olistico vs. analitico) e la sensibilità al disgusto in una visione di embodied cognition in relazione all'ideologia politica (conservatori vs. progressisti). La stessa unità analizzerà anche il ruolo di queste componenti automatiche nella trasmissione dei contenuti morali da una generazione alla successiva. L'unità di ricerca di Perugia si propone tre obiettivi. Da un lato esplorerà perché le valutazioni sociali basate sulla moralità hanno un impatto maggiore chiamando in causa la (presunta) maggiore stabilità della moralità rispetto alle altre dimensioni (i.e., socievolezza e competenza) e analizzando i meccanismi di riparazione che fanno seguito a valutazioni negative basate sulla moralità. Dall'altro lato, la stessa unità approfondirà il rapporto famiglia-Stato nelle società democratiche, analizzando le situazioni conflittuali tra le norme collettive e familiari con lo scopo di delineare i fattori che possono guidare l'individuo nella scelta di quali norme seguire. L'unità di Bologna si focalizzerà soprattutto sull'analisi del linguaggio quale veicolo importante di trasmissione dei contenuti morali sia nelle relazioni interpersonali che intergruppi. Verranno, ad esempio esaminati gli insulti verbali, che rappresentano un mezzo quotidiano per discriminare gli altri e per negare la loro piena umanità. Inoltre, saranno studiate in modo originale le conseguenze della mancata moralità sulla discriminazione prendendo in considerazione il processo di deumanizzazione. L'unità di Milano si occuperà principalmente di studiare la presunta maggiore accessibilità dei tratti morali sugli altri tratti del giudizio sociale. Inoltre, questa unità si propone di identificare i processi capaci di spiegare perché i tratti relativi alla moralità siano di primaria importanza nella percezione intergruppi. Infine, analizzerà le ricadute comportamentali della moralità nelle interazioni tra gruppi. In conclusione, quindi, questi risultati possono contribuire in modo significativo ad aumentare la conoscenza riguardo il ruolo fondamentale della moralità nelle relazioni intragruppo e intergruppi, fornendo importanti indicazioni applicative, ad esempio per la pianificazione di strategie comunicative volte a cambiare il sistema di valori dei cittadini e a migliorare le relazioni interpersonali e intergruppi, così come i rapporti tra cittadino e Stato. Il presente contributo può, quindi, indirettamente contribuire alla creazione di una società maggiormente inclusiva, identificata come una delle sfide centrali della società e tra gli obiettivi “Horizon 2020”. Ci auguriamo che il presente progetto possa fornire importanti suggerimenti in grado di informare gli esperti di comunicazione sociale e i responsabili politici.
2017
2013
Moscatelli, Silvia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/627861
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