La sezione della mostra curata da chi scrive (XIV) ha come obiettivo quello di illustrare, o meglio visualizzare, al visitatore l'eredità di Mutina e dell'antico nel Seicento modenese. La ricerca ha mostrato che si tratta di un'eredità dinamica, ossia che la vita culturale della città non è solamente consapevole del rapporto con il passato ma ne esce trasformata e arricchita. Attraverso i materiali esposti e l'allestimento dello spazio dedicato la curatrice ha inteso evocare in primo luogo l'avvento degli Estensi, che nel 1598 si trasferiscono a Modena e fanno della città la capitale del proprio Ducato. Ha poi mirato a restituire visivamente la trasformazione urbanistica della città dovuta alla realizzazione del sistema di giardini ducali, cui i duchi si dedicano immediatamente in una logica di ricostituzione degli horti imperiali dell'antica Roma e della costituzione di un mondo trasfigurato e mitico di cui possano dirsi demiurgi; a mostrare l'intenzionalità (e la particolare lettura dell'antichità propostavi) della decorazione di un'importante sala in Palazzo Comunale, a cui il governo della città affida le proprie istanze; infine a dare consistenza al sogno collezionistico degli eruditi e dei duchi. Il gusto per le antichità, e specificamente per quelle dissotterrate a Modena, è visualizzato nei disegni dei reperti magnificati nelle pagine dei cronisti contemporanei, nei reperti stessi appartenenti alla collezione estense in mostra e nel video che proietta su una parete della sezione la ricostruzione virtuale 3D curata da chi scrive della perduta Galleria delle antichità realizzata a partire dal 1675 da Francesco II d’Este.

Un’antichità esemplare: Modena capitale del ducato, sezione XIV della mostra Mvtina splendidissima. La città romana e la sua eredità, Modena, Foro Boario, 17 novembre 2017- 8 aprile 2018, a cura L. Malnati, S. Pellegrini, F. Piccinini, C. Stefani

Sonia Cavicchioli
2017

Abstract

La sezione della mostra curata da chi scrive (XIV) ha come obiettivo quello di illustrare, o meglio visualizzare, al visitatore l'eredità di Mutina e dell'antico nel Seicento modenese. La ricerca ha mostrato che si tratta di un'eredità dinamica, ossia che la vita culturale della città non è solamente consapevole del rapporto con il passato ma ne esce trasformata e arricchita. Attraverso i materiali esposti e l'allestimento dello spazio dedicato la curatrice ha inteso evocare in primo luogo l'avvento degli Estensi, che nel 1598 si trasferiscono a Modena e fanno della città la capitale del proprio Ducato. Ha poi mirato a restituire visivamente la trasformazione urbanistica della città dovuta alla realizzazione del sistema di giardini ducali, cui i duchi si dedicano immediatamente in una logica di ricostituzione degli horti imperiali dell'antica Roma e della costituzione di un mondo trasfigurato e mitico di cui possano dirsi demiurgi; a mostrare l'intenzionalità (e la particolare lettura dell'antichità propostavi) della decorazione di un'importante sala in Palazzo Comunale, a cui il governo della città affida le proprie istanze; infine a dare consistenza al sogno collezionistico degli eruditi e dei duchi. Il gusto per le antichità, e specificamente per quelle dissotterrate a Modena, è visualizzato nei disegni dei reperti magnificati nelle pagine dei cronisti contemporanei, nei reperti stessi appartenenti alla collezione estense in mostra e nel video che proietta su una parete della sezione la ricostruzione virtuale 3D curata da chi scrive della perduta Galleria delle antichità realizzata a partire dal 1675 da Francesco II d’Este.
2017
Sonia Cavicchioli
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