Gli studi sull'oralità e la comunicazione umana cominciano a imporsi all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso grazie a teorici quali M. McLuhan e C.Levi-Strauss, i cui contributi scientifici si ripercuotono anche su studi di carattere antropologico, filosofico e sociologico. Tali studi si estendono poi all'ambito etnolinguistico in cui autori come Ong (1982) tendono ad avvicinare i mondi dell'oralità e della scrittura. Da ricordare, infine, gli apporti fondamentali della linguistica funzionale, a partire da Halliday y Hasan (1990) la cui influenza nel panorama degli studi sull'oralità si ripercuote su un numero incalcolabile di studiosi al riguardo. Nonostante questo tipo di studi rientri nelle impostazioni di fondo delle grammatiche di riferimento di diverse lingue europee (Bosque y de Monte, Renzi) e nella linguistica applicata in generale (Casamiglia et al), così come nei principi di didattica della traduzione e dell'interpretazione (Hurtado Albir et al), è possibile affermare che siamo ancora lontani da un loro consolidamento nei testi didattici e nella pratica dell'insegnamento/apprendimento delle lingue. Risulta infatti facilmente constatabile come in diversi ambiti dell'insegnamento continui a essere applicato un processo e una valutazione dell'apprendimento in cui viene privilegiata la norma scritta e che riflette, pertanto, uno stato della lingua che si allontana dall'uso reale e comunicativo che ne fanno i suoi parlanti. Non risulta azzardato affermare che continuano a prevalere la norma, intesa come prodotto dei “migliori scrittori” e la sintassi della proposizione, concepita come ultimo e superiore orizzonte dell'analisi linguistica, in cui l'oralità e l'interazione linguistica rivestono ancora un ruolo marginale. Tale atteggiamento appare particolarmente preoccupante se osserviamo che la percezione più comune porta attualmente a considerazioni sullo stato della lingua nei nuovi media basate su presupposti di origine rigidamente logicista e su un'aprioristica valutazione negativa di un codice orientato all'interazione dialogica. L'opinione colpisce, in particolare, la produzione di quei media sempre più diffusi - in ambito accademico, professionale e creativo -, che rispondono a nuovi formati o modelli comunicativi (mail, sms, blogs, twitter, facebook, ecc.), strumenti complessi in cui è frequente la mimesi dell'oralità e che non sono riducibili alla semplice scrittura e interpretabili a partire dalla cosiddetta multimedialità. In lingue come lo spagnolo, in cui risulta storicamente evidente, in questa valutazione, il peso istituzionale e ideologico della RAE, la dimensione normativa colta fondata sulla scrittura è particolarmente preponderante e ha condizionato in modo sostanziale la didattica in diversi ambiti disciplinari. L'attenzione alla norma e alle categorie linguistiche su cui si basa ha fatto sì che, nella pratica, non si siano prodotti studi destinati all'oralità in ambito contrastivo. Si avverte quindi, in modo chiaro, la necessità di approfondire questo tipo di studi per raggiungere, in un secondo momento, la costruzione di un network di alta formazione in grado di offrire un panorama aggiornato dei cambiamenti linguistici e comunicativi a partire dalla prospettiva degli studi contrastivi sull'oralità. I risultati della ricerca avranno un consistente impatto su: ° l'avanzamento nei presupposti teorici e metodologici di una grammatica contrastiva dell'oralita; ° l'avanzamento nel miglioramento delle risorse didattiche relative all'ambito della mediazione linguistica e interculturale; ° l'avanzamento nella formazione di docenti di seconde lingue straniere, di traduzione e di interpretazione nei processi della mediazione culturale; ° la proiezione di questa prospettiva in ambiti quasi sconosciuti e che comportano difficoltà particolari come possono esserlo l'ambito giuridico e sanitario; ° la proposta metodologica per una didattica condivisa e coesa nell'ambito dell'Unione Europea.

Maria Enriqueta Perez Vazquez (2015). Per una grammatica contrastiva dell'oralità: nuove prospettive di ricerca finalizzate all'alta formazione nell'ambito della mediazione linguistica.

Per una grammatica contrastiva dell'oralità: nuove prospettive di ricerca finalizzate all'alta formazione nell'ambito della mediazione linguistica

Maria Enriqueta Perez Vazquez
2015

Abstract

Gli studi sull'oralità e la comunicazione umana cominciano a imporsi all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso grazie a teorici quali M. McLuhan e C.Levi-Strauss, i cui contributi scientifici si ripercuotono anche su studi di carattere antropologico, filosofico e sociologico. Tali studi si estendono poi all'ambito etnolinguistico in cui autori come Ong (1982) tendono ad avvicinare i mondi dell'oralità e della scrittura. Da ricordare, infine, gli apporti fondamentali della linguistica funzionale, a partire da Halliday y Hasan (1990) la cui influenza nel panorama degli studi sull'oralità si ripercuote su un numero incalcolabile di studiosi al riguardo. Nonostante questo tipo di studi rientri nelle impostazioni di fondo delle grammatiche di riferimento di diverse lingue europee (Bosque y de Monte, Renzi) e nella linguistica applicata in generale (Casamiglia et al), così come nei principi di didattica della traduzione e dell'interpretazione (Hurtado Albir et al), è possibile affermare che siamo ancora lontani da un loro consolidamento nei testi didattici e nella pratica dell'insegnamento/apprendimento delle lingue. Risulta infatti facilmente constatabile come in diversi ambiti dell'insegnamento continui a essere applicato un processo e una valutazione dell'apprendimento in cui viene privilegiata la norma scritta e che riflette, pertanto, uno stato della lingua che si allontana dall'uso reale e comunicativo che ne fanno i suoi parlanti. Non risulta azzardato affermare che continuano a prevalere la norma, intesa come prodotto dei “migliori scrittori” e la sintassi della proposizione, concepita come ultimo e superiore orizzonte dell'analisi linguistica, in cui l'oralità e l'interazione linguistica rivestono ancora un ruolo marginale. Tale atteggiamento appare particolarmente preoccupante se osserviamo che la percezione più comune porta attualmente a considerazioni sullo stato della lingua nei nuovi media basate su presupposti di origine rigidamente logicista e su un'aprioristica valutazione negativa di un codice orientato all'interazione dialogica. L'opinione colpisce, in particolare, la produzione di quei media sempre più diffusi - in ambito accademico, professionale e creativo -, che rispondono a nuovi formati o modelli comunicativi (mail, sms, blogs, twitter, facebook, ecc.), strumenti complessi in cui è frequente la mimesi dell'oralità e che non sono riducibili alla semplice scrittura e interpretabili a partire dalla cosiddetta multimedialità. In lingue come lo spagnolo, in cui risulta storicamente evidente, in questa valutazione, il peso istituzionale e ideologico della RAE, la dimensione normativa colta fondata sulla scrittura è particolarmente preponderante e ha condizionato in modo sostanziale la didattica in diversi ambiti disciplinari. L'attenzione alla norma e alle categorie linguistiche su cui si basa ha fatto sì che, nella pratica, non si siano prodotti studi destinati all'oralità in ambito contrastivo. Si avverte quindi, in modo chiaro, la necessità di approfondire questo tipo di studi per raggiungere, in un secondo momento, la costruzione di un network di alta formazione in grado di offrire un panorama aggiornato dei cambiamenti linguistici e comunicativi a partire dalla prospettiva degli studi contrastivi sull'oralità. I risultati della ricerca avranno un consistente impatto su: ° l'avanzamento nei presupposti teorici e metodologici di una grammatica contrastiva dell'oralita; ° l'avanzamento nel miglioramento delle risorse didattiche relative all'ambito della mediazione linguistica e interculturale; ° l'avanzamento nella formazione di docenti di seconde lingue straniere, di traduzione e di interpretazione nei processi della mediazione culturale; ° la proiezione di questa prospettiva in ambiti quasi sconosciuti e che comportano difficoltà particolari come possono esserlo l'ambito giuridico e sanitario; ° la proposta metodologica per una didattica condivisa e coesa nell'ambito dell'Unione Europea.
2015
2013
Maria Enriqueta Perez Vazquez (2015). Per una grammatica contrastiva dell'oralità: nuove prospettive di ricerca finalizzate all'alta formazione nell'ambito della mediazione linguistica.
Maria Enriqueta Perez Vazquez
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/627407
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