Il tema dell’inclusione sociale interessa molte categorie di soggetti. Forme di esclusione storicamente consolidate sono quelle che riguardano le popolazioni rom, sinti e caminanti che, originatesi intorno ad un forte pregiudizio, si evidenziano in vari ambiti fra cui spiccano le politiche abitative, l’inserimento lavorativo, la tutela della salute e il sistema formativo. La situazione di discriminazione si riflette e si amplifica sui minori di età che crescono in una condizione di particolare fragilità sociale e con un ventaglio molto ampio di diritti inevasi. Lo dimostrano ad esempio i bassi tassi di iscrizione alle scuole di ogni ordine e grado, gli alti livelli di dispersione, l’accessibilità limitata ai servizi, l’isolamento, la situazione di indigenza, la precaria salute dei bambini. L’articolo analizza il “Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti” promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e svolto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nato all’interno di una cornice istituzionale, costituita dalla Strategia nazionale d’inclusione dei rom, sinti e caminanti 2012-2020, dal Terzo Piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e dalla Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo. Il progetto, sperimentale, concentra la sua attenzione sulla scuola, ipotizzando che l’esclusione sia anche generata dai modelli organizzativi adottati dalle istituzioni e dalla loro cultura poggiata su costumi e pratiche che sistematicamente riflettono e riproducono le disuguaglianze sociali. Una particolare attenzione è quindi data al miglioramento dell’organizzazione scolastica e del clima scolastico, efficace per condizionare il processo di apprendimento, nelle sue due componenti legate all’interazione fra soggetti diversi (che riguardano aspetti emotivi, affettivi e relazionali) e ad elementi di tipo didattico e gestionale delle classi, puntando su strumenti quali il cooperative learning e il learning by doing.

Bambini e adolescenti rom, sinti e caminanti. Dall'inclusione scolastica a nuove forme di interazione con il territorio

Maria Teresa Tagliaventi
2017

Abstract

Il tema dell’inclusione sociale interessa molte categorie di soggetti. Forme di esclusione storicamente consolidate sono quelle che riguardano le popolazioni rom, sinti e caminanti che, originatesi intorno ad un forte pregiudizio, si evidenziano in vari ambiti fra cui spiccano le politiche abitative, l’inserimento lavorativo, la tutela della salute e il sistema formativo. La situazione di discriminazione si riflette e si amplifica sui minori di età che crescono in una condizione di particolare fragilità sociale e con un ventaglio molto ampio di diritti inevasi. Lo dimostrano ad esempio i bassi tassi di iscrizione alle scuole di ogni ordine e grado, gli alti livelli di dispersione, l’accessibilità limitata ai servizi, l’isolamento, la situazione di indigenza, la precaria salute dei bambini. L’articolo analizza il “Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom, sinti e caminanti” promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e svolto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nato all’interno di una cornice istituzionale, costituita dalla Strategia nazionale d’inclusione dei rom, sinti e caminanti 2012-2020, dal Terzo Piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e dalla Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo. Il progetto, sperimentale, concentra la sua attenzione sulla scuola, ipotizzando che l’esclusione sia anche generata dai modelli organizzativi adottati dalle istituzioni e dalla loro cultura poggiata su costumi e pratiche che sistematicamente riflettono e riproducono le disuguaglianze sociali. Una particolare attenzione è quindi data al miglioramento dell’organizzazione scolastica e del clima scolastico, efficace per condizionare il processo di apprendimento, nelle sue due componenti legate all’interazione fra soggetti diversi (che riguardano aspetti emotivi, affettivi e relazionali) e ad elementi di tipo didattico e gestionale delle classi, puntando su strumenti quali il cooperative learning e il learning by doing.
2017
Immigrazione e contesti locali
227
240
Maria Teresa Tagliaventi,
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