Il capitolo si concentra su quello che accade a un ecosistema narrativo nel momento in cui ai meccanismi di convergenza così già ben illustrati tra gli altri da Jenkins (2007) si affiancano fenomeni di divergenza, che fanno emergere quei disallineamenti tra progetto creativo e modi del consumo che hanno luogo quando le audience si appropriano degli oggetti mediali con scopi diversi da quelli pensati dai produttori. Davanti alla imprevedibilità e alla impossibilità di predeterminare il successo di una serie TV, assistiamo a una serie di fenomeni di disallineamento in cui la relazione tra produzione e audience viene rimodulata in forme impreviste, che vanno dalle proteste dei fan nei confronti della chiusura di una serie, agli utilizzi parodici, al ruolo attivo che le audience riescono in certi casi a giocare. Il capitolo si sofferma inoltre sulle forme della transmedialità e della convergenza nel contesto degli ecosistemi narrativi. Il lavoro punta dunque a dimostrare come gli oggetti prodotti dalla industria dei media siano spesso il risultato di una negoziazione tra produzione e consumo; dove le imprevedibili azioni e reazioni dei pubblici possono influenzare notevolmente l’equilibrio di un universo narrativo. Divergenza e nicchie mediali sono la conseguenza di una evoluzione complementare del paradigma di circolazione nel mediascape contemporaneo. Il sistema di broadcasting tradizionale si basa su una relazione gerarchica tra la produzione e il pubblico: la produzione, infatti, esercita un controllo nel tempo dei consumi e sui canali attraverso il palinsesto o il sistema delle release windows finestre di distribuzione. Il fenomeno della convergenza rompe questa gerarchia: il processo di digitalizzazione e la transizione da un modello comunicativo da uno-a-molti verso un modello relazionale uno-a-uno provocano un forte decentramento e il trasferimento nelle mani del fruitore del controllo sui tempi di fruizione. A sua volta, questo controllo esercitato dall’utente si riflette sull’apparato produttivo e distributivo, generando contenuti nuovi, modelli di narrazione originali e una progettazione sempre più necessariamente ecosistemica.
Veronica Innocenti (2018). Convergenza e divergenza negli ecosistemi narrativi. Roma : Carocci.
Convergenza e divergenza negli ecosistemi narrativi
Veronica Innocenti
2018
Abstract
Il capitolo si concentra su quello che accade a un ecosistema narrativo nel momento in cui ai meccanismi di convergenza così già ben illustrati tra gli altri da Jenkins (2007) si affiancano fenomeni di divergenza, che fanno emergere quei disallineamenti tra progetto creativo e modi del consumo che hanno luogo quando le audience si appropriano degli oggetti mediali con scopi diversi da quelli pensati dai produttori. Davanti alla imprevedibilità e alla impossibilità di predeterminare il successo di una serie TV, assistiamo a una serie di fenomeni di disallineamento in cui la relazione tra produzione e audience viene rimodulata in forme impreviste, che vanno dalle proteste dei fan nei confronti della chiusura di una serie, agli utilizzi parodici, al ruolo attivo che le audience riescono in certi casi a giocare. Il capitolo si sofferma inoltre sulle forme della transmedialità e della convergenza nel contesto degli ecosistemi narrativi. Il lavoro punta dunque a dimostrare come gli oggetti prodotti dalla industria dei media siano spesso il risultato di una negoziazione tra produzione e consumo; dove le imprevedibili azioni e reazioni dei pubblici possono influenzare notevolmente l’equilibrio di un universo narrativo. Divergenza e nicchie mediali sono la conseguenza di una evoluzione complementare del paradigma di circolazione nel mediascape contemporaneo. Il sistema di broadcasting tradizionale si basa su una relazione gerarchica tra la produzione e il pubblico: la produzione, infatti, esercita un controllo nel tempo dei consumi e sui canali attraverso il palinsesto o il sistema delle release windows finestre di distribuzione. Il fenomeno della convergenza rompe questa gerarchia: il processo di digitalizzazione e la transizione da un modello comunicativo da uno-a-molti verso un modello relazionale uno-a-uno provocano un forte decentramento e il trasferimento nelle mani del fruitore del controllo sui tempi di fruizione. A sua volta, questo controllo esercitato dall’utente si riflette sull’apparato produttivo e distributivo, generando contenuti nuovi, modelli di narrazione originali e una progettazione sempre più necessariamente ecosistemica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.