La strumentazione attuale per la misura del flicker, descritta dalla norma EN 61000-4-15 ,può fornire, come noto, una stima non corretta del suo effetto. Infatti, l’indice Pst può essere correlato ad un grado di affaticamento per l’occhio umano solo se la sorgente luminosa considerata è una lampada incandescente da 60 W, 230 V, 50 Hz. Inoltre, il modello della complessa catena occhio-cervello su cui si basa è di tipo soggettivo in quanto ottenuto negli anni ’70 attraverso interviste a diverse persone le quali, sottoposte a stimoli luminosi diversi per ampiezza e frequenza, rispondevano sul loro grado di affaticamento. Negli ultimi 15 anni numerosi contributi scientifici hanno cercato di suggerire strade diverse per stimare correttamente gli effetti del flicker anche al di fuori delle condizioni indicate dalla norma. Ad esempio, si è proposta l’adozione di opportuni fattori di correzione oppure l’implementazione di nuovi modelli descrittivi del comportamento del sistema occhio-cervello. In particolare, risultati interessanti sono stati ottenuti con un modello, basato sull’analisi del riflesso pupillare. In questa memoria è riassunto uno strumento per la misura del diametro pupillare in presenza di sollecitazioni luminose di diversa lunghezza d’onda, intensità e frequenza. I risultati da esso forniti permetteranno di migliorare significativamente il modello.
M.G. Masi, L. Peretto, L. Rovati, R. Tinarelli (2008). Un sistema di misura per l’analisi del comportamento dell’occhio umano in presenza di flicker mediante valutazione del diametro pupillare. ROMA : Texmat.
Un sistema di misura per l’analisi del comportamento dell’occhio umano in presenza di flicker mediante valutazione del diametro pupillare
MASI, MARIA GABRIELLA;PERETTO, LORENZO;TINARELLI, ROBERTO
2008
Abstract
La strumentazione attuale per la misura del flicker, descritta dalla norma EN 61000-4-15 ,può fornire, come noto, una stima non corretta del suo effetto. Infatti, l’indice Pst può essere correlato ad un grado di affaticamento per l’occhio umano solo se la sorgente luminosa considerata è una lampada incandescente da 60 W, 230 V, 50 Hz. Inoltre, il modello della complessa catena occhio-cervello su cui si basa è di tipo soggettivo in quanto ottenuto negli anni ’70 attraverso interviste a diverse persone le quali, sottoposte a stimoli luminosi diversi per ampiezza e frequenza, rispondevano sul loro grado di affaticamento. Negli ultimi 15 anni numerosi contributi scientifici hanno cercato di suggerire strade diverse per stimare correttamente gli effetti del flicker anche al di fuori delle condizioni indicate dalla norma. Ad esempio, si è proposta l’adozione di opportuni fattori di correzione oppure l’implementazione di nuovi modelli descrittivi del comportamento del sistema occhio-cervello. In particolare, risultati interessanti sono stati ottenuti con un modello, basato sull’analisi del riflesso pupillare. In questa memoria è riassunto uno strumento per la misura del diametro pupillare in presenza di sollecitazioni luminose di diversa lunghezza d’onda, intensità e frequenza. I risultati da esso forniti permetteranno di migliorare significativamente il modello.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.