Le Brigate nere, a differenza di quanto comunemente trasmesso, non sono un corpo come un altro nel panorama delle forze armate di Salò, bensì nascono dalla trasformazione del partito fascista in ‘partito armato’. In quanto vera e pura espressione del fascismo, esse sono espressamente indirizzate alla lotta spietata all’antifascismo. Per questa loro caratterizzazione di elemento di punta della guerra civile si è teso a lungo, da parte di quanti parteciparono alla Repubblica sociale italiana, a allontanare la loro origine da Mussolini, al fine di non accreditarlo quale responsabile della guerra contro l’antifascismo e sostenitore di una lotta senza quartiere per affermare il fascismo. L’immagine del duce doveva rimanere ancorata a quella di scudo tra Hitler e la popolazione italiana, proteso a risparmiare gli italiani dalla vendetta tedesca. L’analisi delle fonti si incarica, invece, di dimostrare l’impegno di Mussolini per l’affermazione del fascismo e della alleanza con la Germania nazista fino, appunto, a decidere della creazione delle Brigate nere (contestualmente all’organizzazione di un fascismo clandestino nelle zone del Sud liberate dalle truppe anglo-americane). Tutti gli iscritti dovevano passare nel nuovo corpo armato. Poi, davanti a tante diserzioni, si passò a nuove regole, ma non venne modificato il fine delle Brigate nere. Questo libro analizza la storia del partito fascista, delle sue diverse componenti interne, dei suoi aspetti istituzionali e degli umori e sentimenti dei militanti, nonché l’attività svolta dalle Brigate nere e il loro rapporto con altri corpi della Rsi. Nell’analisi e nell’esposizione si è cercato di tenere insieme due piani: il piano della storia ‘generale’ e il piano delle storie individuali; il piano propriamente istituzionale e il piano degli stati d’animo e dei percorsi di gruppi e di singoli. Così, accanto alle scelte e disposizioni centrali e agli organigrammi che si vanno via via a definire, fanno la loro comparsa le figure dirigenti, ma anche alcuni quadri periferici e singoli militanti, con le relative concezioni, aspettative, proposte, macerazioni, disillusioni e con i corrispettivi umori, malesseri, defezioni e movimenti. L’intenzione è stata quella di collegare macrocosmo e microcosmo di Salò: una lettura duplice e, al contempo, intrecciata che, al di là di una personale preferenza metodologica, si è rivelata necessaria per la comprensione del fascismo e della più generale storia della Rsi. Ma, accanto a questa prospettiva, tutta interna a Salò e alle sue percezioni del mondo, si è voluto non trascurare il piano ‘fattuale’, al fine di decifrare quanto la soggettività di quella galassia si sia confrontata con l’oggettività e, specialmente, con la violenza di quei mesi di cui era causa e prolungamento.
Dianella Gagliani (2017). Brigate nere. Mussolini e la militarizzazione del Partito fascista repubblicano. Torino : Bollati Boringhieri.
Brigate nere. Mussolini e la militarizzazione del Partito fascista repubblicano
Dianella Gagliani
2017
Abstract
Le Brigate nere, a differenza di quanto comunemente trasmesso, non sono un corpo come un altro nel panorama delle forze armate di Salò, bensì nascono dalla trasformazione del partito fascista in ‘partito armato’. In quanto vera e pura espressione del fascismo, esse sono espressamente indirizzate alla lotta spietata all’antifascismo. Per questa loro caratterizzazione di elemento di punta della guerra civile si è teso a lungo, da parte di quanti parteciparono alla Repubblica sociale italiana, a allontanare la loro origine da Mussolini, al fine di non accreditarlo quale responsabile della guerra contro l’antifascismo e sostenitore di una lotta senza quartiere per affermare il fascismo. L’immagine del duce doveva rimanere ancorata a quella di scudo tra Hitler e la popolazione italiana, proteso a risparmiare gli italiani dalla vendetta tedesca. L’analisi delle fonti si incarica, invece, di dimostrare l’impegno di Mussolini per l’affermazione del fascismo e della alleanza con la Germania nazista fino, appunto, a decidere della creazione delle Brigate nere (contestualmente all’organizzazione di un fascismo clandestino nelle zone del Sud liberate dalle truppe anglo-americane). Tutti gli iscritti dovevano passare nel nuovo corpo armato. Poi, davanti a tante diserzioni, si passò a nuove regole, ma non venne modificato il fine delle Brigate nere. Questo libro analizza la storia del partito fascista, delle sue diverse componenti interne, dei suoi aspetti istituzionali e degli umori e sentimenti dei militanti, nonché l’attività svolta dalle Brigate nere e il loro rapporto con altri corpi della Rsi. Nell’analisi e nell’esposizione si è cercato di tenere insieme due piani: il piano della storia ‘generale’ e il piano delle storie individuali; il piano propriamente istituzionale e il piano degli stati d’animo e dei percorsi di gruppi e di singoli. Così, accanto alle scelte e disposizioni centrali e agli organigrammi che si vanno via via a definire, fanno la loro comparsa le figure dirigenti, ma anche alcuni quadri periferici e singoli militanti, con le relative concezioni, aspettative, proposte, macerazioni, disillusioni e con i corrispettivi umori, malesseri, defezioni e movimenti. L’intenzione è stata quella di collegare macrocosmo e microcosmo di Salò: una lettura duplice e, al contempo, intrecciata che, al di là di una personale preferenza metodologica, si è rivelata necessaria per la comprensione del fascismo e della più generale storia della Rsi. Ma, accanto a questa prospettiva, tutta interna a Salò e alle sue percezioni del mondo, si è voluto non trascurare il piano ‘fattuale’, al fine di decifrare quanto la soggettività di quella galassia si sia confrontata con l’oggettività e, specialmente, con la violenza di quei mesi di cui era causa e prolungamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.