Il capitolo presenta un'ampia e per molti aspetti rinnovata panoramica della narrativa inglese in questo fondamentale cinquantennio, mettendo a fuoco le profonde motivazioni socio-economiche che fanno della narrativa il più importante veicolo di propaganda dell'epoca. Comincia quindi con una puntuale presentazione del contesto sociale della Reggenza e dei profondi mutamenti determinati nelle città e nella campagna dall'ascesa economica della 'middle-class' imperialista e imprenditoriale. Un secondo parageafo - "Libri e Lettori" - illustra nelle sue linee fondamentali il mercato librario e dell'editoria, le biblioteche e il 'reading public'. Un terzo pragrafo - "Generi e forme del romanzo" - riassume le caratteristiche e le forme dominanti della narrativa del periodo come strumento per riflettere i problemi e conflitti sociali contemporanei: romanzo didattico, sentimentale, di sensibilità, 'conduct books', 'moral tales', romanzo gotico, giacobino, antigiacobino, evangelico, parodico, storico, ecc. Un quarto paragrafo - "Il romanzo giacobino" - è dedicato al romanzo come strumento di critica sociale e origine quindi della letteratura distopica che si svilupperà nel secondo Ottocento e nel Novecento. Un quinto paragrafo - "Il romanzo gotico e Ann Radcliffe" - è dedicato al gotico nell'ottica delle più recenti teorie critiche sulla letteratura fantastica, operando l'indispensabile rivalutazione di Ann Radcliffe come madre della sensibilità romantica. Il sesto paragrafo - "Jane Austen e il 'novel of manners'" - definisce e riassume la tradizione del 'novel of manners' e la sua evoluzione nel romanzo moderno con Jane Austen, di cui viene operato il 'reassessment' (tanto neceessario nell'ambito italiano) secondo l'ultima critica anglosassone. L'ultimo paragrafo - "Walter Scott e il romanzo storico" - tratta del romanzo storico, ridimensionando l'originalità dell'"invenzione" di Scott alla luce dell'influenza(sui suoi romanzi) della narrativa femminile contemporanea (Lee, Radcliffe, Edgeworth, Austen, ecc ), come emerge dall recente e abbondante produzione critica sul romanzo femminile tra Settecento e Ottocento.
B. Battaglia (2009). La narrativa nell'età delle rivoluzioni, 1780-1830.. BOLOGNA : Bononia University Press.
La narrativa nell'età delle rivoluzioni, 1780-1830.
BATTAGLIA, MARIA BEATRICE
2009
Abstract
Il capitolo presenta un'ampia e per molti aspetti rinnovata panoramica della narrativa inglese in questo fondamentale cinquantennio, mettendo a fuoco le profonde motivazioni socio-economiche che fanno della narrativa il più importante veicolo di propaganda dell'epoca. Comincia quindi con una puntuale presentazione del contesto sociale della Reggenza e dei profondi mutamenti determinati nelle città e nella campagna dall'ascesa economica della 'middle-class' imperialista e imprenditoriale. Un secondo parageafo - "Libri e Lettori" - illustra nelle sue linee fondamentali il mercato librario e dell'editoria, le biblioteche e il 'reading public'. Un terzo pragrafo - "Generi e forme del romanzo" - riassume le caratteristiche e le forme dominanti della narrativa del periodo come strumento per riflettere i problemi e conflitti sociali contemporanei: romanzo didattico, sentimentale, di sensibilità, 'conduct books', 'moral tales', romanzo gotico, giacobino, antigiacobino, evangelico, parodico, storico, ecc. Un quarto paragrafo - "Il romanzo giacobino" - è dedicato al romanzo come strumento di critica sociale e origine quindi della letteratura distopica che si svilupperà nel secondo Ottocento e nel Novecento. Un quinto paragrafo - "Il romanzo gotico e Ann Radcliffe" - è dedicato al gotico nell'ottica delle più recenti teorie critiche sulla letteratura fantastica, operando l'indispensabile rivalutazione di Ann Radcliffe come madre della sensibilità romantica. Il sesto paragrafo - "Jane Austen e il 'novel of manners'" - definisce e riassume la tradizione del 'novel of manners' e la sua evoluzione nel romanzo moderno con Jane Austen, di cui viene operato il 'reassessment' (tanto neceessario nell'ambito italiano) secondo l'ultima critica anglosassone. L'ultimo paragrafo - "Walter Scott e il romanzo storico" - tratta del romanzo storico, ridimensionando l'originalità dell'"invenzione" di Scott alla luce dell'influenza(sui suoi romanzi) della narrativa femminile contemporanea (Lee, Radcliffe, Edgeworth, Austen, ecc ), come emerge dall recente e abbondante produzione critica sul romanzo femminile tra Settecento e Ottocento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.