La quarta edizione di Economia, presenta un ragguardevole numero di novità rispetto alle tre edizioni precedenti. Innanzitutto è cambiata la composizione degli Autori. Alcuni hanno preferito non partecipare all’opera di revisione per la quarta edizione, altri, invece, si sono aggiunti. Ci preme dunque preliminarmente ringraziare Giulio Cainelli e Sandro Montresor, due degli Autori che hanno partecipato alla concezione e stesura delle precedenti edizioni del manuale. Senza il loro contributo Economia, anche nella presente edizione, sarebbe stato indubbiamente diverso. Molti dei capitoli di questa quarta edizione sono stati infatti scritti proprio a partire dagli omologhi capitoli delle versioni precedenti. In questo modo si può affermare che il contributo degli Autori delle edizioni precedenti non è diventato lettera morta, ma rimane ben presente e radicato anche nella nuova versione del manuale. Allo stesso tempo, l’ingresso di nuovi autori ha consentito di allargare ulteriormente lo spettro di esperienze didattiche e di sensibilità. Tutti gli autori tengono, o hanno tenuto per svariati anni, insegnamenti introduttivi all’economia politica negli Atenei di Bologna, di Milano-Bicocca e del Salento. Questi insegnamenti sono incardinati oltre che in corsi di laurea in cui l’economia gioca un ruolo centrale, anche in percorsi formativi in cui l’economia o non riveste un ruolo preminente, ma svolge un essenziale ruolo formativo-culturale, o è affiancata ad altre scienze sociali su un piano di parità (corsi di laurea in Giurisprudenza, Giurista d'Impresa e delle Amministrazioni Pubbliche, Scienze dell’Organizzazione, Scienze Politiche, Sociologia, Sviluppo e Cooperazione Internazionale). Naturalmente l’obiettivo primario di questo manuale non è cambiato. Il manuale mira a costruire un percorso di apprendimento dell’economia politica, rivolto a discenti privi di conoscenze pregresse della disciplina e con un bagaglio culturale di scuola media superiore. Pur partendo, come si è detto, dal testo della precedente edizione, le esperienze didattiche maturate hanno persuaso gli Autori a trasformare radicalmente la struttura dei capitoli. Ciascuno dei tredici capitoli in cui si articola il manuale (due in meno rispetto alla terza edizione) è suddiviso in due distinte sezioni, diversamente da quanto avveniva nelle precedenti edizioni in cui ciascun capitolo costituiva un’unità indifferenziata al proprio interno. Una prima parte, denominata “Per capire”, introduce, sviluppa e discute il nucleo delle idee essenziali dell’economia politica, minimizzando i dettagli tecnici. Nella seconda parte del capitolo, “Per approfondire”, si introducono tematiche relativamente più avanzate rispetto a quelle della prima parte e si fa uso di una strumentazione tecnica un po’ più complessa e sofisticata, soprattutto dal punto di vista algebrico-matematico. Ciascuna sezione, inoltre, è integrata da “box”, contenenti approfondimenti specifici pertinenti alle tematiche del capitolo. Questi “box”, benché abbiano un’incidenza quantitativa relativamente contenuta, svolgono un ruolo importante. In generale, essi trattano o applicazioni dell’analisi teorica a fenomeni empirici, o analisi di approcci eterodossi a temi trattati nel manuale. In questo modo i “box” permettono di comprendere come l’economia politica non sia costituita da un corpo monolitico di analisi sviluppatesi in modo lineare nel corso del tempo, ma debba essere concepita come un insieme di scuole, i cui approcci sono molto spesso in contraddizione fra di loro, sia per quello che riguarda l’enfasi sui temi trattati, sia per quanto concerne le interpretazioni stesse dei fenomeni, sia per le implicazioni di politica economica che ne scaturiscono. Infine, come ulteriore elemento di novità, si segnala che ciascun capitolo contiene una breve introduzione di storia del pensiero economico, utile per inquadrare il contesto ideologico-culturale in cui le idee dell’economia politica sono sorte e si sono sviluppate. Le precedenti edizioni non avevano trascurato questa prospettiva di analisi dell’economia politica, ma si era preferito proporla in un capitolo introduttivo, rendendo forse meno agevole seguire l’evoluzione dello sviluppo delle singole idee sviluppate nel manuale. Questa strutturazione dei capitoli in due sezioni favorisce un approccio graduale allo studio dell’economia politica e, in questo modo, è funzionale all’utilizzo del manuale da parte di diverse tipologie di lettori (studenti). La sezione “Per capire” è di interesse innanzitutto per coloro che sono interessati alle idee che stanno alla base dell’economia politica, più che alla loro trattazione formale. Per questi studenti l’obiettivo di apprendimento consiste nel penetrare la metodologia della disciplina e nello sviluppare la forma mentis necessaria per cogliere ed apprezzare la dimensione economica dei fenomeni sociali. Ci si riferisce a giuristi, politologi, sociologi e scienziati sociali in genere che non utilizzano direttamente l’economia politica come strumento di analisi, ma che se ne servono per comprendere prospettive di analisi diverse dalla propria e per non rimanere confinati nei limiti, talvolta angusti, della propria disciplina. Si può affermare che questa sezione, accessibile a non specialisti, rappresenti uno strumento utile per percorsi formativi interdisciplinari. Inoltre, la rimodulazione dei capitoli rende questo manuale utile anche allo studente che intende affrontare lo studio specialistico dell’economia politica, applicando tecniche di analisi relativamente avanzate. Per questi studenti la sezione “Per capire” svolge un ruolo propedeutico indispensabile per comprendere ed affrontare lo studio degli approfondimenti essenziali, contenuti nella seconda sezione dei capitoli, denominata, appunto “Per approfondire”. Questa sezione richiede indubbiamente un impegno diverso, perlomeno dal punto di vista dell’uso di strumenti analitici. Come molti manuali di economia, anche questo è suddiviso in due parti dedicate alle due branche che tradizionalmente costituiscono l’economia politica: la microeconomia e la macroeconomia. I primi sei capitoli sono destinati alla microeconomia, mentre i seguenti sette trattano temi di macroeconomia. I primi due capitoli illustrano le ipotesi comportamentali e la natura dei processi di scelta dei due agenti economici chiave: il consumatore (Capitolo 1) e l’impresa (Capitolo 2). Il loro esame segue in larga misura quello che è divenuto l’approccio standard all’analisi della microeconomia. Le ipotesi di questo approccio sono in entrambi i casi analizzate in modo critico, cercando di comprenderne il realismo descrittivo, di valutare le conseguenze del loro abbandono e, eventualmente, la possibilità di sostituirle con ipotesi alternative. Tale studio viene approfondito con particolare riferimento all’impresa, agente economico chiave della teoria della produzione dei beni e dei servizi che vengono offerti sui mercati. Il Capitolo 3 illustra, in modo esaustivo, il funzionamento dei mercati, dei beni e dei fattori della produzione, in regime di concorrenza perfetta. L’analisi approfondita di questo mercato è uno dei pilastri della microeconomia “standard”, in quanto la concorrenza perfetta costituisce, secondo questo approccio, il mercato “perfetto” che consente il conseguimento del massimo benessere possibile per gli agenti economici. In un certo senso tutte le altre forme di mercato (monopolio, oligopolio e concorrenza monopolistica) e, più in generale, tutte le deviazioni dalle ipotesi che definiscono la concorrenza perfetta danno luogo a un fallimento del mercato ed implicano un’inevitabile perdita di benessere per gli agenti economici, produttori e consumatori, e un’inefficiente allocazione delle risorse. L’intervento pubblico deve fornire dei correttivi per ovviare a queste deviazioni e ricondurre a una situazione di concorrenza perfetta. A queste tematiche sono indirizzati sia il Capitolo 4, che affronta il tema delle esternalità, dei beni pubblici e dell’informazione asimmetrica, sia il Capitolo 5 che analizza in maniera approfondita tutte le configurazioni di mercato che si discostano dalla concorrenza perfetta. Il Capitolo 6, infine, conclude la sezione microeconomica del manuale discutendo il concetto di benessere e le conseguenze su quest’ultimo dell’introduzione di restrizioni al funzionamento del mercato. In tutti questi capitoli si enfatizzano e discutono i limiti di realismo di una rappresentazione dei mercati basata sulla concorrenza perfetta: questa tipologia di mercato implica alcune restrizioni che la rendono scarsamente utilizzabile per interpretare l’effettivo funzionamento dei mercati e può al massimo costituire un idealtipo utile per informare le politiche microeconomiche di intervento pubblico. A partire dal Capitolo 7 si iniziano a trattare alcuni dei temi tradizionali della macroeconomia, la branca dell’economia politica che analizza i problemi nella prospettiva dei sistemi economici nel loro complesso. Questo capitolo inizia con la definizione e la misurazione delle principali variabili macroeconomiche di un Paese: in particolare, vengono studiati i concetti di Prodotto Interno Lordo, occupazione e disoccupazione, inflazione. Il Capitolo 8 introduce, in un contesto molto semplificato e senza mercato della moneta, allo studio dell’equilibrio macroeconomico. Come nelle Parti dedicate alla microeconomia, anche in queste l’analisi è condotta mediante l’impiego di semplici costrutti logico-matematici con i quali, sotto determinate ipotesi, diviene possibile schematizzare (di solito graficamente) i comportamenti degli agenti macroeconomici (famiglie, imprese, settore pubblico e resto del mondo) e le loro interazioni. Il Capitolo 9 estende lo studio dell’equilibrio macroeconomico, costruendo il modello IS-LM che rappresenta l’interpretazione, dovuta a John Hicks ed Alvin Hansen, del complesso schema macroeconomico elaborato da John Maynard Keynes nel 1936 nella sua celeberrima Teoria Generale dell’Occupazione, dell’Interesse e della Moneta. Nel Capitolo 10 vengono analizzate la domanda e l’offerta aggregata e si ripercorre il dibattito fra keynesiani e monetaristi che ha tenuto banco nel periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso. I modelli studiati servono ad inquadrare meglio il dibattito attuale di politica economica e si prestano ad interessanti esercizi di statica comparata, mediante i quali è possibile cogliere gli effetti delle più importanti politiche, fiscali e monetarie, di stabilizzazione del reddito. L’analisi aggregata dei mercati è riferita sin dall’inizio a sistemi economici aperti agli scambi internazionali. Questo è dovuto alla cruciale importanza che, nell’attuale contesto macroeconomico, rivestono i processi di “internazionalizzazione” e di “globalizzazione”. Conseguentemente, i problemi dell’inflazione e della disoccupazione devono essere affrontati nel contesto di economie aperte ed interessate dai processi di integrazione internazionale. Il Capitolo 11 sviluppa le tematiche del precedente capitolo illustrando il modello di Nuova Macroeconomia Keynesiana affermatosi negli anni ‘80 e ‘90 che è messo a confronto con lo schema macroeconomico della Nuova Macroeconomia Classica. Essi rappresentano i principi di riferimento del dibattito contemporaneo di politica economica I capitoli 12 e 13 concludono il volume, dando spazio ad alcuni approfondimenti di economia internazionale. Il Capitolo 12 presenta le basi della contabilità con l’estero e si conclude estendendo il modello IS-LM ad un’economia aperta. Il Capitolo 13, infine introduce allo studio delle principali e maggiormente consolidate teorie del commercio internazionale. Il capitolo sintetizza efficacemente tutto lo spettro di teorie del commercio internazionale partendo dal pionieristico contributo sui vantaggi comparati di David Ricardo, fino ai modelli più recenti che incorporano l’ipotesi di mercati non competitivi e imprese eterogenee. In un volume così articolato, la lista dei ringraziamenti non può che essere lunga e, al solito, non sarà esente da dimenticanze. In primis, desideriamo ringraziare tutti gli studenti che negli anni si sono fatti carico di evidenziare e segnalare errori, omissioni e incongruenze nel manuale. A loro va il nostro primo e più importante riconoscimento per il continuo stimolo fornito all’approfondimento e al miglioramento dei programmi dei nostri insegnamenti. Desideriamo inoltre riconoscere il nostro debito intellettuale nei confronti di Alberto Quadrio Curzio. Ringraziamenti particolari vanno a: Roberto Zoboli, Roberto Antonietti, Stefano D’Addona, Patrizia Fariselli, Nicola Grassano, Anna Montini e Giovanni Pegoretti per i commenti e la lettura di precedenti versioni di questo lavoro ed i consigli utili; Marco Cammelli, Stefano Canestrari, Giulio Ghetti, Giovanni Luchetti, Franco Mastragostino, Fabio Roversi Monaco, Luciano Vandelli e Stefano Zunarelli per il generoso sostegno.

Gilberto Antonelli, N.D.L. (2018). Economia (IV edizione). Torino : Giappichelli.

Economia (IV edizione)

Gilberto Antonelli;Giovanni Guidetti;Riccardo Leoncini
;
2018

Abstract

La quarta edizione di Economia, presenta un ragguardevole numero di novità rispetto alle tre edizioni precedenti. Innanzitutto è cambiata la composizione degli Autori. Alcuni hanno preferito non partecipare all’opera di revisione per la quarta edizione, altri, invece, si sono aggiunti. Ci preme dunque preliminarmente ringraziare Giulio Cainelli e Sandro Montresor, due degli Autori che hanno partecipato alla concezione e stesura delle precedenti edizioni del manuale. Senza il loro contributo Economia, anche nella presente edizione, sarebbe stato indubbiamente diverso. Molti dei capitoli di questa quarta edizione sono stati infatti scritti proprio a partire dagli omologhi capitoli delle versioni precedenti. In questo modo si può affermare che il contributo degli Autori delle edizioni precedenti non è diventato lettera morta, ma rimane ben presente e radicato anche nella nuova versione del manuale. Allo stesso tempo, l’ingresso di nuovi autori ha consentito di allargare ulteriormente lo spettro di esperienze didattiche e di sensibilità. Tutti gli autori tengono, o hanno tenuto per svariati anni, insegnamenti introduttivi all’economia politica negli Atenei di Bologna, di Milano-Bicocca e del Salento. Questi insegnamenti sono incardinati oltre che in corsi di laurea in cui l’economia gioca un ruolo centrale, anche in percorsi formativi in cui l’economia o non riveste un ruolo preminente, ma svolge un essenziale ruolo formativo-culturale, o è affiancata ad altre scienze sociali su un piano di parità (corsi di laurea in Giurisprudenza, Giurista d'Impresa e delle Amministrazioni Pubbliche, Scienze dell’Organizzazione, Scienze Politiche, Sociologia, Sviluppo e Cooperazione Internazionale). Naturalmente l’obiettivo primario di questo manuale non è cambiato. Il manuale mira a costruire un percorso di apprendimento dell’economia politica, rivolto a discenti privi di conoscenze pregresse della disciplina e con un bagaglio culturale di scuola media superiore. Pur partendo, come si è detto, dal testo della precedente edizione, le esperienze didattiche maturate hanno persuaso gli Autori a trasformare radicalmente la struttura dei capitoli. Ciascuno dei tredici capitoli in cui si articola il manuale (due in meno rispetto alla terza edizione) è suddiviso in due distinte sezioni, diversamente da quanto avveniva nelle precedenti edizioni in cui ciascun capitolo costituiva un’unità indifferenziata al proprio interno. Una prima parte, denominata “Per capire”, introduce, sviluppa e discute il nucleo delle idee essenziali dell’economia politica, minimizzando i dettagli tecnici. Nella seconda parte del capitolo, “Per approfondire”, si introducono tematiche relativamente più avanzate rispetto a quelle della prima parte e si fa uso di una strumentazione tecnica un po’ più complessa e sofisticata, soprattutto dal punto di vista algebrico-matematico. Ciascuna sezione, inoltre, è integrata da “box”, contenenti approfondimenti specifici pertinenti alle tematiche del capitolo. Questi “box”, benché abbiano un’incidenza quantitativa relativamente contenuta, svolgono un ruolo importante. In generale, essi trattano o applicazioni dell’analisi teorica a fenomeni empirici, o analisi di approcci eterodossi a temi trattati nel manuale. In questo modo i “box” permettono di comprendere come l’economia politica non sia costituita da un corpo monolitico di analisi sviluppatesi in modo lineare nel corso del tempo, ma debba essere concepita come un insieme di scuole, i cui approcci sono molto spesso in contraddizione fra di loro, sia per quello che riguarda l’enfasi sui temi trattati, sia per quanto concerne le interpretazioni stesse dei fenomeni, sia per le implicazioni di politica economica che ne scaturiscono. Infine, come ulteriore elemento di novità, si segnala che ciascun capitolo contiene una breve introduzione di storia del pensiero economico, utile per inquadrare il contesto ideologico-culturale in cui le idee dell’economia politica sono sorte e si sono sviluppate. Le precedenti edizioni non avevano trascurato questa prospettiva di analisi dell’economia politica, ma si era preferito proporla in un capitolo introduttivo, rendendo forse meno agevole seguire l’evoluzione dello sviluppo delle singole idee sviluppate nel manuale. Questa strutturazione dei capitoli in due sezioni favorisce un approccio graduale allo studio dell’economia politica e, in questo modo, è funzionale all’utilizzo del manuale da parte di diverse tipologie di lettori (studenti). La sezione “Per capire” è di interesse innanzitutto per coloro che sono interessati alle idee che stanno alla base dell’economia politica, più che alla loro trattazione formale. Per questi studenti l’obiettivo di apprendimento consiste nel penetrare la metodologia della disciplina e nello sviluppare la forma mentis necessaria per cogliere ed apprezzare la dimensione economica dei fenomeni sociali. Ci si riferisce a giuristi, politologi, sociologi e scienziati sociali in genere che non utilizzano direttamente l’economia politica come strumento di analisi, ma che se ne servono per comprendere prospettive di analisi diverse dalla propria e per non rimanere confinati nei limiti, talvolta angusti, della propria disciplina. Si può affermare che questa sezione, accessibile a non specialisti, rappresenti uno strumento utile per percorsi formativi interdisciplinari. Inoltre, la rimodulazione dei capitoli rende questo manuale utile anche allo studente che intende affrontare lo studio specialistico dell’economia politica, applicando tecniche di analisi relativamente avanzate. Per questi studenti la sezione “Per capire” svolge un ruolo propedeutico indispensabile per comprendere ed affrontare lo studio degli approfondimenti essenziali, contenuti nella seconda sezione dei capitoli, denominata, appunto “Per approfondire”. Questa sezione richiede indubbiamente un impegno diverso, perlomeno dal punto di vista dell’uso di strumenti analitici. Come molti manuali di economia, anche questo è suddiviso in due parti dedicate alle due branche che tradizionalmente costituiscono l’economia politica: la microeconomia e la macroeconomia. I primi sei capitoli sono destinati alla microeconomia, mentre i seguenti sette trattano temi di macroeconomia. I primi due capitoli illustrano le ipotesi comportamentali e la natura dei processi di scelta dei due agenti economici chiave: il consumatore (Capitolo 1) e l’impresa (Capitolo 2). Il loro esame segue in larga misura quello che è divenuto l’approccio standard all’analisi della microeconomia. Le ipotesi di questo approccio sono in entrambi i casi analizzate in modo critico, cercando di comprenderne il realismo descrittivo, di valutare le conseguenze del loro abbandono e, eventualmente, la possibilità di sostituirle con ipotesi alternative. Tale studio viene approfondito con particolare riferimento all’impresa, agente economico chiave della teoria della produzione dei beni e dei servizi che vengono offerti sui mercati. Il Capitolo 3 illustra, in modo esaustivo, il funzionamento dei mercati, dei beni e dei fattori della produzione, in regime di concorrenza perfetta. L’analisi approfondita di questo mercato è uno dei pilastri della microeconomia “standard”, in quanto la concorrenza perfetta costituisce, secondo questo approccio, il mercato “perfetto” che consente il conseguimento del massimo benessere possibile per gli agenti economici. In un certo senso tutte le altre forme di mercato (monopolio, oligopolio e concorrenza monopolistica) e, più in generale, tutte le deviazioni dalle ipotesi che definiscono la concorrenza perfetta danno luogo a un fallimento del mercato ed implicano un’inevitabile perdita di benessere per gli agenti economici, produttori e consumatori, e un’inefficiente allocazione delle risorse. L’intervento pubblico deve fornire dei correttivi per ovviare a queste deviazioni e ricondurre a una situazione di concorrenza perfetta. A queste tematiche sono indirizzati sia il Capitolo 4, che affronta il tema delle esternalità, dei beni pubblici e dell’informazione asimmetrica, sia il Capitolo 5 che analizza in maniera approfondita tutte le configurazioni di mercato che si discostano dalla concorrenza perfetta. Il Capitolo 6, infine, conclude la sezione microeconomica del manuale discutendo il concetto di benessere e le conseguenze su quest’ultimo dell’introduzione di restrizioni al funzionamento del mercato. In tutti questi capitoli si enfatizzano e discutono i limiti di realismo di una rappresentazione dei mercati basata sulla concorrenza perfetta: questa tipologia di mercato implica alcune restrizioni che la rendono scarsamente utilizzabile per interpretare l’effettivo funzionamento dei mercati e può al massimo costituire un idealtipo utile per informare le politiche microeconomiche di intervento pubblico. A partire dal Capitolo 7 si iniziano a trattare alcuni dei temi tradizionali della macroeconomia, la branca dell’economia politica che analizza i problemi nella prospettiva dei sistemi economici nel loro complesso. Questo capitolo inizia con la definizione e la misurazione delle principali variabili macroeconomiche di un Paese: in particolare, vengono studiati i concetti di Prodotto Interno Lordo, occupazione e disoccupazione, inflazione. Il Capitolo 8 introduce, in un contesto molto semplificato e senza mercato della moneta, allo studio dell’equilibrio macroeconomico. Come nelle Parti dedicate alla microeconomia, anche in queste l’analisi è condotta mediante l’impiego di semplici costrutti logico-matematici con i quali, sotto determinate ipotesi, diviene possibile schematizzare (di solito graficamente) i comportamenti degli agenti macroeconomici (famiglie, imprese, settore pubblico e resto del mondo) e le loro interazioni. Il Capitolo 9 estende lo studio dell’equilibrio macroeconomico, costruendo il modello IS-LM che rappresenta l’interpretazione, dovuta a John Hicks ed Alvin Hansen, del complesso schema macroeconomico elaborato da John Maynard Keynes nel 1936 nella sua celeberrima Teoria Generale dell’Occupazione, dell’Interesse e della Moneta. Nel Capitolo 10 vengono analizzate la domanda e l’offerta aggregata e si ripercorre il dibattito fra keynesiani e monetaristi che ha tenuto banco nel periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso. I modelli studiati servono ad inquadrare meglio il dibattito attuale di politica economica e si prestano ad interessanti esercizi di statica comparata, mediante i quali è possibile cogliere gli effetti delle più importanti politiche, fiscali e monetarie, di stabilizzazione del reddito. L’analisi aggregata dei mercati è riferita sin dall’inizio a sistemi economici aperti agli scambi internazionali. Questo è dovuto alla cruciale importanza che, nell’attuale contesto macroeconomico, rivestono i processi di “internazionalizzazione” e di “globalizzazione”. Conseguentemente, i problemi dell’inflazione e della disoccupazione devono essere affrontati nel contesto di economie aperte ed interessate dai processi di integrazione internazionale. Il Capitolo 11 sviluppa le tematiche del precedente capitolo illustrando il modello di Nuova Macroeconomia Keynesiana affermatosi negli anni ‘80 e ‘90 che è messo a confronto con lo schema macroeconomico della Nuova Macroeconomia Classica. Essi rappresentano i principi di riferimento del dibattito contemporaneo di politica economica I capitoli 12 e 13 concludono il volume, dando spazio ad alcuni approfondimenti di economia internazionale. Il Capitolo 12 presenta le basi della contabilità con l’estero e si conclude estendendo il modello IS-LM ad un’economia aperta. Il Capitolo 13, infine introduce allo studio delle principali e maggiormente consolidate teorie del commercio internazionale. Il capitolo sintetizza efficacemente tutto lo spettro di teorie del commercio internazionale partendo dal pionieristico contributo sui vantaggi comparati di David Ricardo, fino ai modelli più recenti che incorporano l’ipotesi di mercati non competitivi e imprese eterogenee. In un volume così articolato, la lista dei ringraziamenti non può che essere lunga e, al solito, non sarà esente da dimenticanze. In primis, desideriamo ringraziare tutti gli studenti che negli anni si sono fatti carico di evidenziare e segnalare errori, omissioni e incongruenze nel manuale. A loro va il nostro primo e più importante riconoscimento per il continuo stimolo fornito all’approfondimento e al miglioramento dei programmi dei nostri insegnamenti. Desideriamo inoltre riconoscere il nostro debito intellettuale nei confronti di Alberto Quadrio Curzio. Ringraziamenti particolari vanno a: Roberto Zoboli, Roberto Antonietti, Stefano D’Addona, Patrizia Fariselli, Nicola Grassano, Anna Montini e Giovanni Pegoretti per i commenti e la lettura di precedenti versioni di questo lavoro ed i consigli utili; Marco Cammelli, Stefano Canestrari, Giulio Ghetti, Giovanni Luchetti, Franco Mastragostino, Fabio Roversi Monaco, Luciano Vandelli e Stefano Zunarelli per il generoso sostegno.
2018
549
978-88-921-1326-8
Gilberto Antonelli, N.D.L. (2018). Economia (IV edizione). Torino : Giappichelli.
Gilberto Antonelli, Nicola De Liso, Giovanni Guidetti, Riccardo Leoncini, Giuseppe Vittucci Marzetti, Luca Zamparini)
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