In base alla sede anatomica del restringimento, la stenosi è classificata in centrale (restringimento del canale spinale) e laterale (restringimento del forame laterale); in base all’eziologia, la stenosi è classificata in primaria (più rara, 9%) o secondaria. La stenosi primaria consiste nel restringimento causato da malformazioni congenite o da anomalie nello sviluppo post-natale; la stenosi secondaria comprende le condizioni conseguenti a processi degenerativi nel segmento di movimento, patologie intercorse, traumi, ecc. (Schöstrom 2000). All’anamnesi il 95% dei pazienti riferisce lombalgia (Radu 1998), il 90% circa sintomi agli arti inferiori (Richardson 1996, Schönstrom 2000), il 60% circa claudicatio intermittens neurogenica (Iversen 2001, Turner 1992, Whitehurst 2001). I criteri di Fritz (1998) per la diagnosi di claudicatio neurogenica sono: la miglior postura è quella seduta o le peggiori attività sono stare in piedi o camminare e la tolleranza al cammino è migliore con la colonna lombare flessa o su un ‘tapis roulant’ in salita piuttosto che in piano. I sintomi nella stenosi centrale sono: sciatica bilaterale, claudicatio neurogenica, peggioramento con stazione eretta o estensione, miglioramento con posizione seduta o flessione. La stenosi laterale si manifesta invece con sciatica unilaterale, claudicatio neurogenica, peggioramento con stazione eretta o estensione e flessione laterale omolaterale; miglioramento con flessione e flessione laterale controlaterale. Entrambe le condizioni devono essere confermate da RMN o TAC (Schönstrom 1985.) L’81% dei pazienti mostra assenza o diminuzione delle risposte neurosensitive (Iversen 2001); all’esame clinico, in circa il 50% dei casi si riscontrano deficit neurologici e test di neurodinamicità positivi. La storia naturale della stenosi non è orientata automaticamente al peggioramento (Bodack 2001, Fritz 1998, Johnsson 1992): il decorso è in genere progressivo e lento o può esservi un leggero miglioramento, se il restringimento è causato dalle parti molli. Il trattamento della stenosi spinale può essere conservativo (farmacologico e fisioterapico) o chirurgico, ma non esiste in letteratura accordo unanime su quale sia l’approccio di elezione. Amudsen (2000) ha evidenziato migliori risultati negli operati, ma il 50% di risultati soddisfacenti nei non operati; Herno (1995) ha riscontrato risultati simili; Katz (2000) dal 15 al 45% di miglioramento con il trattamento conservativo; Simotas (2000) il 25% dei pazienti significativamente migliorati con trattamento conservativo aggressivo.
VANTI, C. (2005). La stenosi lombare: evidenze e clinica.
La stenosi lombare: evidenze e clinica
VANTI, CARLA
2005
Abstract
In base alla sede anatomica del restringimento, la stenosi è classificata in centrale (restringimento del canale spinale) e laterale (restringimento del forame laterale); in base all’eziologia, la stenosi è classificata in primaria (più rara, 9%) o secondaria. La stenosi primaria consiste nel restringimento causato da malformazioni congenite o da anomalie nello sviluppo post-natale; la stenosi secondaria comprende le condizioni conseguenti a processi degenerativi nel segmento di movimento, patologie intercorse, traumi, ecc. (Schöstrom 2000). All’anamnesi il 95% dei pazienti riferisce lombalgia (Radu 1998), il 90% circa sintomi agli arti inferiori (Richardson 1996, Schönstrom 2000), il 60% circa claudicatio intermittens neurogenica (Iversen 2001, Turner 1992, Whitehurst 2001). I criteri di Fritz (1998) per la diagnosi di claudicatio neurogenica sono: la miglior postura è quella seduta o le peggiori attività sono stare in piedi o camminare e la tolleranza al cammino è migliore con la colonna lombare flessa o su un ‘tapis roulant’ in salita piuttosto che in piano. I sintomi nella stenosi centrale sono: sciatica bilaterale, claudicatio neurogenica, peggioramento con stazione eretta o estensione, miglioramento con posizione seduta o flessione. La stenosi laterale si manifesta invece con sciatica unilaterale, claudicatio neurogenica, peggioramento con stazione eretta o estensione e flessione laterale omolaterale; miglioramento con flessione e flessione laterale controlaterale. Entrambe le condizioni devono essere confermate da RMN o TAC (Schönstrom 1985.) L’81% dei pazienti mostra assenza o diminuzione delle risposte neurosensitive (Iversen 2001); all’esame clinico, in circa il 50% dei casi si riscontrano deficit neurologici e test di neurodinamicità positivi. La storia naturale della stenosi non è orientata automaticamente al peggioramento (Bodack 2001, Fritz 1998, Johnsson 1992): il decorso è in genere progressivo e lento o può esservi un leggero miglioramento, se il restringimento è causato dalle parti molli. Il trattamento della stenosi spinale può essere conservativo (farmacologico e fisioterapico) o chirurgico, ma non esiste in letteratura accordo unanime su quale sia l’approccio di elezione. Amudsen (2000) ha evidenziato migliori risultati negli operati, ma il 50% di risultati soddisfacenti nei non operati; Herno (1995) ha riscontrato risultati simili; Katz (2000) dal 15 al 45% di miglioramento con il trattamento conservativo; Simotas (2000) il 25% dei pazienti significativamente migliorati con trattamento conservativo aggressivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.