Il percorso diagnostico del paziente lombalgico si propone di individuare la causa prevalente della sintomatologia lamentata dal paziente, al fine di indirizzare in maniera specifica e mirata la terapia (Ferrari, 2002). In accordo con quanto suggerito dalle linee guida e dai percorsi diagnostico-terapeutici, l’esame deve anzitutto ricercare l’esistenza di patologie specifiche, in cui il trattamento riabilitativo può essere controindicato o richiede particolare cautela (red flags). La patologia infiammatoria specifica rientra proprio in questo campo. Secondo il concetto di “diagnostic triage” (Waddell, 2004), un’anamnesi ben condotta permette di evidenziare red flags come la natura infiammatoria di una lombalgia (Zochling, 2005), yellow flags come la presenza di un comportamento anormale da malattia o green flags come la presenza di una lombalgia “meccanica” o “comune” (Delitto, 1995). L’esame fisico consentirà di confermare o scartare le ipotesi iniziali. La corretta diagnosi è quindi fondamentale per evitare di trattare tutte le lombalgie allo stesso modo, o, peggio ancora, di impostare il trattamento per la lombalgia “meccanica” o “comune” in presenza di patologie infiammatorie, infettive, viscerali o neoplastiche. Al contrario della lombalgia meccanica, nella quale si assiste a una remissione spontanea del singolo episodio, visto il carattere evolutivo della spondilite anchilosante, la riabilitazione dovrà essere impostata più globalmente, sia dal punto di vista anatomico, che da quello biopsicosociale. In accordo con la classificazione ICF, l’approccio terapeutico dovrà quindi tener conto di più fattori: - la fase della malattia (acuta, subacuta, cronica); - il grado di irritabilità dei tessuti (alto, medio o basso); - il grado e il tipo di disabilità funzionale e l’eventuale compromissione della partecipazione sociale; - la “compliance” del paziente alla terapia; - gli eventuali fattori ambientali. Divengono quindi di notevole importanza l’educazione e l’informazione, volte ad impostare fin dall’esordio una prevenzione e un’ergonomia specifica. L’ecletticità e la competenza del fisioterapista sono fondamentali per adattarsi alle necessità del paziente, integrando le diverse tecniche in relazione alla fase terapeutica e agli obiettivi terapeutici da perseguire. Bibliografia: Delitto A, Erhard RE et al. A treatment based classification approach to low back sindrome: identifying and staging patients for conservative treatment. Phys Ther 1995; 75:470-89. Ferrari S, Pillastrini P, Vanti C. Riabilitazione Integrata delle Lombalgie. 2° ed. Masson editore, Milano, 2002 Waddell G. The Back Pain Revolution. 2° ed. Churchill Livingstone, 2004 Zochling J, Braun J. Assessment of Ankylosing Spondylitis. Clin Exp Rheumatol 2005; 23 (suppl 39): S133-S141

VANTI, C. (2006). Lombalgia meccanica e lombalgia infiammatoria: in che cosa si differenzia il programma riabilitativo?.

Lombalgia meccanica e lombalgia infiammatoria: in che cosa si differenzia il programma riabilitativo?

VANTI, CARLA
2006

Abstract

Il percorso diagnostico del paziente lombalgico si propone di individuare la causa prevalente della sintomatologia lamentata dal paziente, al fine di indirizzare in maniera specifica e mirata la terapia (Ferrari, 2002). In accordo con quanto suggerito dalle linee guida e dai percorsi diagnostico-terapeutici, l’esame deve anzitutto ricercare l’esistenza di patologie specifiche, in cui il trattamento riabilitativo può essere controindicato o richiede particolare cautela (red flags). La patologia infiammatoria specifica rientra proprio in questo campo. Secondo il concetto di “diagnostic triage” (Waddell, 2004), un’anamnesi ben condotta permette di evidenziare red flags come la natura infiammatoria di una lombalgia (Zochling, 2005), yellow flags come la presenza di un comportamento anormale da malattia o green flags come la presenza di una lombalgia “meccanica” o “comune” (Delitto, 1995). L’esame fisico consentirà di confermare o scartare le ipotesi iniziali. La corretta diagnosi è quindi fondamentale per evitare di trattare tutte le lombalgie allo stesso modo, o, peggio ancora, di impostare il trattamento per la lombalgia “meccanica” o “comune” in presenza di patologie infiammatorie, infettive, viscerali o neoplastiche. Al contrario della lombalgia meccanica, nella quale si assiste a una remissione spontanea del singolo episodio, visto il carattere evolutivo della spondilite anchilosante, la riabilitazione dovrà essere impostata più globalmente, sia dal punto di vista anatomico, che da quello biopsicosociale. In accordo con la classificazione ICF, l’approccio terapeutico dovrà quindi tener conto di più fattori: - la fase della malattia (acuta, subacuta, cronica); - il grado di irritabilità dei tessuti (alto, medio o basso); - il grado e il tipo di disabilità funzionale e l’eventuale compromissione della partecipazione sociale; - la “compliance” del paziente alla terapia; - gli eventuali fattori ambientali. Divengono quindi di notevole importanza l’educazione e l’informazione, volte ad impostare fin dall’esordio una prevenzione e un’ergonomia specifica. L’ecletticità e la competenza del fisioterapista sono fondamentali per adattarsi alle necessità del paziente, integrando le diverse tecniche in relazione alla fase terapeutica e agli obiettivi terapeutici da perseguire. Bibliografia: Delitto A, Erhard RE et al. A treatment based classification approach to low back sindrome: identifying and staging patients for conservative treatment. Phys Ther 1995; 75:470-89. Ferrari S, Pillastrini P, Vanti C. Riabilitazione Integrata delle Lombalgie. 2° ed. Masson editore, Milano, 2002 Waddell G. The Back Pain Revolution. 2° ed. Churchill Livingstone, 2004 Zochling J, Braun J. Assessment of Ankylosing Spondylitis. Clin Exp Rheumatol 2005; 23 (suppl 39): S133-S141
2006
IX Congresso Nazionale C.R.O.I. (Collegio Reumatologi Ospedalieri Italiani) “Orizzonti condivisi delle discipline interessate all’apparato locomotore” – Genova, 24-27 maggio 2006
11
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VANTI, C. (2006). Lombalgia meccanica e lombalgia infiammatoria: in che cosa si differenzia il programma riabilitativo?.
VANTI, CARLA
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