Nel Medical Subject Headings (MeSH) della National Library of Medicine, l’abilità motoria (motor skill) è definita come la capacità di eseguire atti motori complessi. Nello sport, per abilità motoria si intende la gestualità specifica di ogni tecnica sportiva, a differenza della capacità motoria, che è la componente della motricità appartenente a tutti gli individui. Le abilità, pertanto, sono il frutto di un apprendimento – basato sulla comprensione, ripetizione, facilitazione, attenzione e motivazione – di un compito motorio. Il concetto di destrezza motoria non è distinto, secondo la National Library of Medicine, da quello di abilità. Solo in riferimento alla mano il termine dexterity, risulta diffuso nella letteratura di settore. Il concetto di abilità riconduce direttamente al complesso delle funzioni svolte durante la vita quotidiana (le cosiddette ADL, Activities of Daily Living) che, nel primo livello della classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF, International Classification of Functioning, Disability and Health ) (OMS, 2001) sono descritte dalla componente “Attività e partecipazione (d)” e dai suoi nove domini specifici. La disfunzione propria dell’abilità motoria (motor skill disorder) è definita come una marcata menomazione nello sviluppo della coordinazione tale da interferire con le attività della vita quotidiana. Da un punto di vista tassonomico, la disfunzione dell’abilità motoria non è considerata come un’evenienza correlata a un evento chirurgico in età adulta, ma è vista soltanto come un’alterazione del fisiologico sviluppo motorio dell’uomo, pertanto di pertinenza del periodo evolutivo. Appare evidente, tuttavia, che la multifattorialità di questo aspetto non può essere trascurata nella strutturazione del percorso riabilitativo motorio, se si intende restituire in pieno alla persona le capacità di partecipazione. Con questo significato si cercherà di sviluppare insieme al paziente strategie gestuali che gli permettano la ripresa precoce di attività quotidiane e lavorative, rinforzandone il coping attivo. Parallelamente si darà la preferenza all’esercizio terapeutico mirato al recupero delle ADL, ma anche delle attività lavorativo e legate a hobby o sport, adottando carichi sottodimensionati per stimolare meccanismi di rinforzo positivo ed evitare la frustrazione (Fusco, 2005). Il problema che si pone è di natura metodologica e richiede, in fase di valutazione, di sapere individuare: gli aspetti significativi delle alterazioni dell’abilità motoria, i criteri con cui valutarla, quali elementi emergenti modificare e con quali approccio e tempi intervenire. La conoscenza di alcune proprietà del sistema motorio può permettere di adottare un razionale per migliorare il comportamento motorio del paziente, nell’ambito del suo percorso riabilitativo.
VANTI, C. (2010). Recupero della destrezza e delle abilità. Milano : Elsevier.
Recupero della destrezza e delle abilità
VANTI, CARLA
2010
Abstract
Nel Medical Subject Headings (MeSH) della National Library of Medicine, l’abilità motoria (motor skill) è definita come la capacità di eseguire atti motori complessi. Nello sport, per abilità motoria si intende la gestualità specifica di ogni tecnica sportiva, a differenza della capacità motoria, che è la componente della motricità appartenente a tutti gli individui. Le abilità, pertanto, sono il frutto di un apprendimento – basato sulla comprensione, ripetizione, facilitazione, attenzione e motivazione – di un compito motorio. Il concetto di destrezza motoria non è distinto, secondo la National Library of Medicine, da quello di abilità. Solo in riferimento alla mano il termine dexterity, risulta diffuso nella letteratura di settore. Il concetto di abilità riconduce direttamente al complesso delle funzioni svolte durante la vita quotidiana (le cosiddette ADL, Activities of Daily Living) che, nel primo livello della classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF, International Classification of Functioning, Disability and Health ) (OMS, 2001) sono descritte dalla componente “Attività e partecipazione (d)” e dai suoi nove domini specifici. La disfunzione propria dell’abilità motoria (motor skill disorder) è definita come una marcata menomazione nello sviluppo della coordinazione tale da interferire con le attività della vita quotidiana. Da un punto di vista tassonomico, la disfunzione dell’abilità motoria non è considerata come un’evenienza correlata a un evento chirurgico in età adulta, ma è vista soltanto come un’alterazione del fisiologico sviluppo motorio dell’uomo, pertanto di pertinenza del periodo evolutivo. Appare evidente, tuttavia, che la multifattorialità di questo aspetto non può essere trascurata nella strutturazione del percorso riabilitativo motorio, se si intende restituire in pieno alla persona le capacità di partecipazione. Con questo significato si cercherà di sviluppare insieme al paziente strategie gestuali che gli permettano la ripresa precoce di attività quotidiane e lavorative, rinforzandone il coping attivo. Parallelamente si darà la preferenza all’esercizio terapeutico mirato al recupero delle ADL, ma anche delle attività lavorativo e legate a hobby o sport, adottando carichi sottodimensionati per stimolare meccanismi di rinforzo positivo ed evitare la frustrazione (Fusco, 2005). Il problema che si pone è di natura metodologica e richiede, in fase di valutazione, di sapere individuare: gli aspetti significativi delle alterazioni dell’abilità motoria, i criteri con cui valutarla, quali elementi emergenti modificare e con quali approccio e tempi intervenire. La conoscenza di alcune proprietà del sistema motorio può permettere di adottare un razionale per migliorare il comportamento motorio del paziente, nell’ambito del suo percorso riabilitativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


