… Campo di Prigionia nel ‘42, poi di raccolta e transito – Polizei und Durchgangslager – per gli ebrei diretti in Germania, centro di raccolta per profughi stranieri e poi per i Piccoli Apostoli di Don Zeno Saltini che a Fossoli daranno vita a Nomadelfia, e infine “Villaggio San Marco” per i profughi giuliano-dalmati pro-venienti dall’Istria: ecco cos’è stato il Campo di Fossoli, ecco chi ha segnato ogni volta quei poveri e fragili ruderi, che oggi vediamo immersi nel verde e che furono le baracche, per ren-derle luoghi per l’abitare, nelle diverse accezioni che il termine ha assunto in relazione a tutto ciò che qui si è vissuto. Questo però non vuole essere un libro sulla Storia dell’ex-Cam-po di Fossoli, ma la risposta a quel pericolo che per tanto tem-po ha minacciato questo luogo e ciò che qui è rimasto: quello della “dimenticanza”. Se crediamo che la memoria si affidi ai relitti fisici del tempo, come ci dice Antonella Tarpino, volersi occupare di queste tracce, prodotte dall’uomo e dalla natura che pervade questi luoghi, significa riconoscere a ciò che resta la capacità di rifletterci immagini, raccontarci storie offrendo alla memoria una materia meno volatile di quella del tempo. Il libro intende dar conto quindi delle riflessioni a più voci che si sono fatte su questo e su altri luoghi di memoria (ma anche di trauma e violenza), della paziente raccolta di dati storici e di analisi sulla consistenza materiale dei manufatti che qui si con-servano, dell’analisi paesaggistica di quello che è oggi il Campo e dei suoi rapporti con il contesto territoriale fatto di rotture e di ritrovata armonia con la natura, dei primi passi e progetti per la messa in sicurezza e il consolidamento di alcune baracche. Ma soprattutto il libro intende suggerire alcune strategie per la conservazione attiva di manufatti e paesaggi che caratterizzano luoghi come Fossoli, visto da chi scrive come un “unicum prezioso e inscindibile” che, per poter essere conservato in un equilibrio dinamico e sostenibile, deve essere necessariamente interpretato e gestito nella sua complessa e multiforme totalità, considerando un valore aggiunto tanto la diversità stratigrafica del costruito quanto la diversità ecologica che qui si è accumulata.
Andrea, U., Francesco, D. (2017). STRAPPATI ALL'OBLIO. Strategie per la conservazione di un luogo di memoria del secondo Novecento: l'ex campo di Fossoli.. Firenze : Altralinea Edizioni.
STRAPPATI ALL'OBLIO. Strategie per la conservazione di un luogo di memoria del secondo Novecento: l'ex campo di Fossoli.
Andrea Ugolini;DELIZIA, FRANCESCO
2017
Abstract
… Campo di Prigionia nel ‘42, poi di raccolta e transito – Polizei und Durchgangslager – per gli ebrei diretti in Germania, centro di raccolta per profughi stranieri e poi per i Piccoli Apostoli di Don Zeno Saltini che a Fossoli daranno vita a Nomadelfia, e infine “Villaggio San Marco” per i profughi giuliano-dalmati pro-venienti dall’Istria: ecco cos’è stato il Campo di Fossoli, ecco chi ha segnato ogni volta quei poveri e fragili ruderi, che oggi vediamo immersi nel verde e che furono le baracche, per ren-derle luoghi per l’abitare, nelle diverse accezioni che il termine ha assunto in relazione a tutto ciò che qui si è vissuto. Questo però non vuole essere un libro sulla Storia dell’ex-Cam-po di Fossoli, ma la risposta a quel pericolo che per tanto tem-po ha minacciato questo luogo e ciò che qui è rimasto: quello della “dimenticanza”. Se crediamo che la memoria si affidi ai relitti fisici del tempo, come ci dice Antonella Tarpino, volersi occupare di queste tracce, prodotte dall’uomo e dalla natura che pervade questi luoghi, significa riconoscere a ciò che resta la capacità di rifletterci immagini, raccontarci storie offrendo alla memoria una materia meno volatile di quella del tempo. Il libro intende dar conto quindi delle riflessioni a più voci che si sono fatte su questo e su altri luoghi di memoria (ma anche di trauma e violenza), della paziente raccolta di dati storici e di analisi sulla consistenza materiale dei manufatti che qui si con-servano, dell’analisi paesaggistica di quello che è oggi il Campo e dei suoi rapporti con il contesto territoriale fatto di rotture e di ritrovata armonia con la natura, dei primi passi e progetti per la messa in sicurezza e il consolidamento di alcune baracche. Ma soprattutto il libro intende suggerire alcune strategie per la conservazione attiva di manufatti e paesaggi che caratterizzano luoghi come Fossoli, visto da chi scrive come un “unicum prezioso e inscindibile” che, per poter essere conservato in un equilibrio dinamico e sostenibile, deve essere necessariamente interpretato e gestito nella sua complessa e multiforme totalità, considerando un valore aggiunto tanto la diversità stratigrafica del costruito quanto la diversità ecologica che qui si è accumulata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.