Il CD (con libro allegato) raccoglie tutta una serie di testi ironico-satirico di taglio cabarettistico sulla società odierna. Nell’attività letteraria di Giovanni Nadiani, autore di numerosi volumi di poesie, racconti, prose brevi, traduzioni e opere teatrali, che hanno ottenuto nel corso degli anni vari riconoscimenti (tra cui nel 2006 il Premio Pascoli e il Premio Noventa) e che sono presenti in diverse antologie, assume particolare importanza una sorta di meticciamento linguistico e dei generi. Sia che si tratti di narrativa e prosa breve in lingua italiana (Nonstorie, 1992; Solo musica italiana, 1995; Flash – Storie bastarde, 2004; tutti volumi editi da Mobydick o, più frequentemente, di poesia in dialetto (Feriae, 1999, Marsilio), da sempre Nadiani si confronta con la trasfigurazione paesaggistica, linguistica e antropologica della Romagna, metafora di una certa modernità che si ritrova a molte latitudini. E da sempre egli ha privilegiato una scrittura fortemente caratterizzata dall’oralità, che col passare del tempo ha assunto aspetti indiscutibilmente teatrali. Questi elementi sono confluiti dapprima nel monologo esilarante Fòrmica – Flusso d’incoscienza (2001, Mobydick), e successivamente in Romagna Garden – CaBARet (2005, Mobydick), un doppio album animato dalle musiche della band di blue-jazz Faxtet (con cui Nadiani aveva già inciso in passato i poemi in musica Invel,1997; e Insen, 2001, Mobydick) che presentava sette “storie”, sotto forma di monologhi e dialoghi di personaggi di mezza età incapaci di raccapezzarsi nel mondo in cui sono nati e divenuto, anche proprio in loro, irriconoscibile. Sulla falsariga di questa forma di “scrittura orale”, di storie da dirsi ad alta voce dal tono cabarettistico, Nadiani ha dato vita ora a tutta una galleria di S-cen, di persone, di common people che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini del linguaggio sincretico anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità (da Nadiani definito anglobo) e che cerca di nascondere in tutti modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo-felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione. I toni usati dall’autore faentino per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i “ragionamenti” ad alta voce, le ossessioni (lo sport, il sesso, l’apparire, il senso della vita ecc.) dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un’inconscio desiderio di una qualche identità.
NADIANI G. (2006). S-CEN/PEOPLE - DialetCabaret.
S-CEN/PEOPLE - DialetCabaret
NADIANI, GIOVANNI
2006
Abstract
Il CD (con libro allegato) raccoglie tutta una serie di testi ironico-satirico di taglio cabarettistico sulla società odierna. Nell’attività letteraria di Giovanni Nadiani, autore di numerosi volumi di poesie, racconti, prose brevi, traduzioni e opere teatrali, che hanno ottenuto nel corso degli anni vari riconoscimenti (tra cui nel 2006 il Premio Pascoli e il Premio Noventa) e che sono presenti in diverse antologie, assume particolare importanza una sorta di meticciamento linguistico e dei generi. Sia che si tratti di narrativa e prosa breve in lingua italiana (Nonstorie, 1992; Solo musica italiana, 1995; Flash – Storie bastarde, 2004; tutti volumi editi da Mobydick o, più frequentemente, di poesia in dialetto (Feriae, 1999, Marsilio), da sempre Nadiani si confronta con la trasfigurazione paesaggistica, linguistica e antropologica della Romagna, metafora di una certa modernità che si ritrova a molte latitudini. E da sempre egli ha privilegiato una scrittura fortemente caratterizzata dall’oralità, che col passare del tempo ha assunto aspetti indiscutibilmente teatrali. Questi elementi sono confluiti dapprima nel monologo esilarante Fòrmica – Flusso d’incoscienza (2001, Mobydick), e successivamente in Romagna Garden – CaBARet (2005, Mobydick), un doppio album animato dalle musiche della band di blue-jazz Faxtet (con cui Nadiani aveva già inciso in passato i poemi in musica Invel,1997; e Insen, 2001, Mobydick) che presentava sette “storie”, sotto forma di monologhi e dialoghi di personaggi di mezza età incapaci di raccapezzarsi nel mondo in cui sono nati e divenuto, anche proprio in loro, irriconoscibile. Sulla falsariga di questa forma di “scrittura orale”, di storie da dirsi ad alta voce dal tono cabarettistico, Nadiani ha dato vita ora a tutta una galleria di S-cen, di persone, di common people che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini del linguaggio sincretico anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità (da Nadiani definito anglobo) e che cerca di nascondere in tutti modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo-felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione. I toni usati dall’autore faentino per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i “ragionamenti” ad alta voce, le ossessioni (lo sport, il sesso, l’apparire, il senso della vita ecc.) dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un’inconscio desiderio di una qualche identità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.