Analisi delle varie tipologie di instrumentum inscriptum emerse dallo scavo del Parco Novi Sad di Modena. Per quanto concerne il materiale con graffiti si tratta di oggetti legati alla vita quotidiana: anfore, lucerne, mattoni e materiale ceramico. La ricchezza di dati espressa fornisce, da un lato, uno spaccato sul grado di alfabetizzazione di coloro che gravitavano attorno a specifici ambiti produttivi e commerciali, dall'altro l'utilizzo della scrittura quasi come un divertissement. Quanto ai bolli apposti su lucerne, ceramica fine da mensa, laterizi e anfore e ai tituli picti tracciati su quest'ultima classe di instrumentum, le informazioni desumibili sull'economia della colonia tra la tarda età repubblicana e il I sec. d.C. sono concordi con quelle fornite dalle fonti letterarie e archeologiche e dall'epigrafia lapidaria. In tale periodo la città godette infatti di una discreta floridezza, come testimoniano le consistenti importazioni di vino dal Picenum, di olio dall'Histria, di salse di pesce dall'area dello Stretto di Gibilterra e di terra sigillata aretina; altrettanto rilevante fu la produzione ceramica locale, in particolare di Firmalampen, in pieno accordo con la celebrazione pliniana della produzione fittile di Mutina e della diffusione commerciale dei suoi manufatti.
Rigato, D., Mongardi, M. (2017). L’instrumentum inscriptum. Firenze : All'Insegna del Giglio.
L’instrumentum inscriptum
RIGATO D.
;MONGARDI M.
2017
Abstract
Analisi delle varie tipologie di instrumentum inscriptum emerse dallo scavo del Parco Novi Sad di Modena. Per quanto concerne il materiale con graffiti si tratta di oggetti legati alla vita quotidiana: anfore, lucerne, mattoni e materiale ceramico. La ricchezza di dati espressa fornisce, da un lato, uno spaccato sul grado di alfabetizzazione di coloro che gravitavano attorno a specifici ambiti produttivi e commerciali, dall'altro l'utilizzo della scrittura quasi come un divertissement. Quanto ai bolli apposti su lucerne, ceramica fine da mensa, laterizi e anfore e ai tituli picti tracciati su quest'ultima classe di instrumentum, le informazioni desumibili sull'economia della colonia tra la tarda età repubblicana e il I sec. d.C. sono concordi con quelle fornite dalle fonti letterarie e archeologiche e dall'epigrafia lapidaria. In tale periodo la città godette infatti di una discreta floridezza, come testimoniano le consistenti importazioni di vino dal Picenum, di olio dall'Histria, di salse di pesce dall'area dello Stretto di Gibilterra e di terra sigillata aretina; altrettanto rilevante fu la produzione ceramica locale, in particolare di Firmalampen, in pieno accordo con la celebrazione pliniana della produzione fittile di Mutina e della diffusione commerciale dei suoi manufatti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.