Valutazione dell’effetto del flicker sull’occhio umano attraverso la misura di un parametro fisiologico

E’ ampiamente riconosciuto che i metodi più attendibili per valutare gli effetti del flicker siano quelli basati sull’analisi della radiazione luminosa prodotta dalle lampade. A tale scopo sono necessari modelli affidabili del comportamento del sistema occhio-cervello in presenza di flicker. Nella letteratura scientifica sono riportati tre modelli. Il primo è quello implicitamente contenuto nella norma EN 61000-4-15 [1], che se si basa sulla misura della tensione di alimentazione di una lampada incadescente; tale modello andrebbe rivisitato andando a valutare in maniera più corretta il sistema complesso lampada-occhio-cervello. Gli altri due modelli, proposti rispettivamente dai ricercatori dell’Università di Napoli e dagli autori di questo articolo, si basano sull’analisi della luce prodotta dalla lampada. Occorre comunque ricordare che gli unici dati sperimentali disponibili per la verifica di qualunque nuovo modello sono quelli sulla base dei quali è stata sviluppata la norma. Essi sono stati ottenuti sottoponendo numerose persone a flicker e chiedendo le loro sensazioni. E’ evidente che il modello [1] si basa su valutazioni di tipo “soggettivo”. Nell’articolo [6], di cui questa memoria è un breve riassunto, si è studiata la possibilità di valutare oggettivamente gli effetti di disturbo dovuti al flicker attraverso la misura di un parametro fisiologico. In particolare, si è considerata la variazione del flusso sanguigno in capillari localizzati in prossimità del nervo ottico.