La problematica della disabilità, centrale nella riflessione pedagogica speciale per l’inclusione, trova nel laboratorio, anche per il numero limitato dei partecipanti, un luogo deputato per l’emersione di pregiudizi, timori, incertezze... Le attività svolte si pongono come punto di riferimento per comprendere le istanze pedagogiche, etiche e civili insite nella relazione con la diversità. I riferimenti teorici condivisi dai conduttori dei laboratori, strettamente connessi al corso di insegnamento, si possono ricondurre principalmente alla pedagogia istituzionale (Vasquez, Oury, 1975), alla pedagogia speciale intesa come pedagogia dell’organizzazione complessa (Canevaro, 1999), alla pedagogia attiva (Freinet, 1966), all’approccio sistemico relazionale (Bertalanffy, 1968), alla ricerca/azione (Pourtois, 1986), collocando al centro il valore dell’incontro con l’altro, soprattutto quando sembra difficile ogni riconoscimento di similarità. La finalità di base è volta a contribuire alla formazione di un docente inclusivo; un docente che assume e declina il paradigma dell’integrazione/inclusione nella quotidianità del pensare e del fare educativo, facendo propri i principi/valori individuati nel profilo europeo. Si riportano esemplificazioni di attività di italiano, matematica, educazione estetica volte ad evidenziare come individuare il punto di contatto tra la proposta formativa specifica per un bambino con disabilità e quella offerta ai compagni di classi di scuola primaria .Si riflette inoltre sui risultati, percentualmente positivi, di una ricerca effettuata su 400 valutazioni fornite dagli studenti rispetto ai laboratori frequentati nell’arco degli anni accademici dal 2012-13 al 2015-16.
Patrizia, S. (2017). I laboratori di Pedagogia Speciale per l’inclusione. Reggio Emilia : Edizioni Junior.
I laboratori di Pedagogia Speciale per l’inclusione
SANDRI, PATRIZIA
2017
Abstract
La problematica della disabilità, centrale nella riflessione pedagogica speciale per l’inclusione, trova nel laboratorio, anche per il numero limitato dei partecipanti, un luogo deputato per l’emersione di pregiudizi, timori, incertezze... Le attività svolte si pongono come punto di riferimento per comprendere le istanze pedagogiche, etiche e civili insite nella relazione con la diversità. I riferimenti teorici condivisi dai conduttori dei laboratori, strettamente connessi al corso di insegnamento, si possono ricondurre principalmente alla pedagogia istituzionale (Vasquez, Oury, 1975), alla pedagogia speciale intesa come pedagogia dell’organizzazione complessa (Canevaro, 1999), alla pedagogia attiva (Freinet, 1966), all’approccio sistemico relazionale (Bertalanffy, 1968), alla ricerca/azione (Pourtois, 1986), collocando al centro il valore dell’incontro con l’altro, soprattutto quando sembra difficile ogni riconoscimento di similarità. La finalità di base è volta a contribuire alla formazione di un docente inclusivo; un docente che assume e declina il paradigma dell’integrazione/inclusione nella quotidianità del pensare e del fare educativo, facendo propri i principi/valori individuati nel profilo europeo. Si riportano esemplificazioni di attività di italiano, matematica, educazione estetica volte ad evidenziare come individuare il punto di contatto tra la proposta formativa specifica per un bambino con disabilità e quella offerta ai compagni di classi di scuola primaria .Si riflette inoltre sui risultati, percentualmente positivi, di una ricerca effettuata su 400 valutazioni fornite dagli studenti rispetto ai laboratori frequentati nell’arco degli anni accademici dal 2012-13 al 2015-16.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.