L’11 febbraio 2013, durante un concistoro, Benedetto XVI annunciò la rinuncia al soglio pontificio. La storica dichiarazione non fu immediatamente compresa: in parte per la lingua usata, il latino, in parte perché l’evento si dava nella forma di un vero e proprio “fatto sorprendente”. La dichiarazione apriva una stato di indeterminatezza sia per i media, che non avevano precedenti che li potessero guidare nella copertura dell’evento, sia per la stessa Chiesa cattolica che ormai da secoli gestiva le transizioni tra i pontefici secondo una solida tradizione che anche la cultura popolare registrava come quasi un dato di natura. Nel mese che seguirà dalla rinuncia di Ratzinger all’elezione di papa Francesco – che assomma a sua volta in sé un’altra serie di caratteri sorprendenti – sia i media che l’istituzione cattolica dovranno cercare di dare forma a una transizione inedita facendo “uscire di scena” un papa e gestendo poi la presenza di due pontefici, seppure uno “emerito” (anche questo il primo nella storia). Il carattere sorprendente dell’inizio del papato di Bergoglio sembra poi marcarne anche il prosieguo. Il mio contributo analizzerà i modi in cui questi difficili passaggi (in particolare la rinuncia e l’uscita di scena di Ratzinger e l’elezione di Bergoglio) sono stati gestiti, tra logica mediatica e reinterpretazione della tradizione narrativa e iconografica della Chiesa nella costruzione della transizione tra i pontefici. Dal punto di vista teorico e metodologico lavorerò sull’idea di “evento” e su quello di “semiosi politica” in un’ottica di semiotica interpretativa.

Da Benedetto a Francesco. Una semiotica degli eventi

Salerno Daniele
2017

Abstract

L’11 febbraio 2013, durante un concistoro, Benedetto XVI annunciò la rinuncia al soglio pontificio. La storica dichiarazione non fu immediatamente compresa: in parte per la lingua usata, il latino, in parte perché l’evento si dava nella forma di un vero e proprio “fatto sorprendente”. La dichiarazione apriva una stato di indeterminatezza sia per i media, che non avevano precedenti che li potessero guidare nella copertura dell’evento, sia per la stessa Chiesa cattolica che ormai da secoli gestiva le transizioni tra i pontefici secondo una solida tradizione che anche la cultura popolare registrava come quasi un dato di natura. Nel mese che seguirà dalla rinuncia di Ratzinger all’elezione di papa Francesco – che assomma a sua volta in sé un’altra serie di caratteri sorprendenti – sia i media che l’istituzione cattolica dovranno cercare di dare forma a una transizione inedita facendo “uscire di scena” un papa e gestendo poi la presenza di due pontefici, seppure uno “emerito” (anche questo il primo nella storia). Il carattere sorprendente dell’inizio del papato di Bergoglio sembra poi marcarne anche il prosieguo. Il mio contributo analizzerà i modi in cui questi difficili passaggi (in particolare la rinuncia e l’uscita di scena di Ratzinger e l’elezione di Bergoglio) sono stati gestiti, tra logica mediatica e reinterpretazione della tradizione narrativa e iconografica della Chiesa nella costruzione della transizione tra i pontefici. Dal punto di vista teorico e metodologico lavorerò sull’idea di “evento” e su quello di “semiosi politica” in un’ottica di semiotica interpretativa.
2017
Il racconto di Francesco. La comunicazione del papa nell'era della connessione globale
137
156
Salerno, Daniele
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