La mobilità è senza dubbio uno dei temi fondamentali per lo studio sulla città e dell’ambiente, nonché per la qualità della vita. Le trasformazioni che negli ultimi decenni hanno investito la città (su tutti il fenomeno dello sprawl) hanno influito in modo molto significativo sul modo in cui le popolazioni si muovono. Se assistiamo ad un processo di crescita urbana senza forma, si espandono anche le reti di mobilità, “inseguendo” la dispersione di servizi, luoghi di lavoro, residenze. Le diverse funzioni urbane vengono distribuite su un territorio sempre più esteso, la mobilità diviene eccentrica e si indirizza verso i poli commerciali e produttivi decentrati; i servizi essenziali, però, rimangono sostanzialmente nelle realtà di più grandi dimensioni, secondo un modello gerarchico che vede le realtà periferiche e periurbane dotate di soli beni e servizi di basso rango. La dispersione territoriale interessa in modo particolare il comparto residenziale e della grande distribuzione commerciale, mentre i servizi rimangono localizzati nei centri urbani più importanti. Il tema della mobilità si pone quindi in immediata connessione con quello dell’equità sociale. Se l’individuo ha un basso capitale di mobilità che gli impedisce l’accesso a una serie di risorse disseminate sul territorio, si può parlare di limitazione dei suoi funzionamenti essenziali: per esempio il godere di buona salute, se viene di fatto limitato l’accesso a strutture quali ospedali, ambulatori o cliniche specializzate. Questa diventa una sfida per le amministrazioni locali, che devono garantire anche alle popolazioni più svantaggiate (famiglie con basso reddito, anziani…) l’accesso a servizi e luoghi fondamentali per la propria identità e la partecipazione alla vita sociale della comunità. Per tutte queste ragioni il progetto di ricerca non ha potuto non interessarsi alla mobilità: la convinzione che alcune aree del territorio italiano normalmente considerate come svantaggiate e problematiche possano rappresentare importanti driver di sviluppo per il Paese non può certo prescindere da una “fotografia” delle oggettive difficoltà di mobilità nel territorio preso in esame. La questione della mobilità è significativa ai fini della ricerca anche perchè l’Appennino Bolognese di fatto è un territorio che dipende da Bologna o quantomeno “gravita” intorno ad essa, non ha un vero e proprio "centro", e questo si ripercuote evidentemente sulla domanda di mobilità e sulla vita dei residenti: è essenziale quindi conoscere il rapporto che intercorre tra i comuni oggetto di studio e il centro della città metropolitana, approfondendo le implicazioni e i costi connessi ad una domanda di mobilità sempre più elevata. Occorre domandarsi quali politiche siano in grado di contribuire allo stesso tempo alla definizione di una identità locale forte (potremmo parlare di “orgoglio” di vivere sull’Appennino) e alla soddisfazione di bisogni e aspettative fondamentali per gli individui.

Rimondi, T. (2017). Muoversi in Appennino. Risorse e problemi della mobilità. Milano : FrancoAngeli.

Muoversi in Appennino. Risorse e problemi della mobilità

Tommaso Rimondi
2017

Abstract

La mobilità è senza dubbio uno dei temi fondamentali per lo studio sulla città e dell’ambiente, nonché per la qualità della vita. Le trasformazioni che negli ultimi decenni hanno investito la città (su tutti il fenomeno dello sprawl) hanno influito in modo molto significativo sul modo in cui le popolazioni si muovono. Se assistiamo ad un processo di crescita urbana senza forma, si espandono anche le reti di mobilità, “inseguendo” la dispersione di servizi, luoghi di lavoro, residenze. Le diverse funzioni urbane vengono distribuite su un territorio sempre più esteso, la mobilità diviene eccentrica e si indirizza verso i poli commerciali e produttivi decentrati; i servizi essenziali, però, rimangono sostanzialmente nelle realtà di più grandi dimensioni, secondo un modello gerarchico che vede le realtà periferiche e periurbane dotate di soli beni e servizi di basso rango. La dispersione territoriale interessa in modo particolare il comparto residenziale e della grande distribuzione commerciale, mentre i servizi rimangono localizzati nei centri urbani più importanti. Il tema della mobilità si pone quindi in immediata connessione con quello dell’equità sociale. Se l’individuo ha un basso capitale di mobilità che gli impedisce l’accesso a una serie di risorse disseminate sul territorio, si può parlare di limitazione dei suoi funzionamenti essenziali: per esempio il godere di buona salute, se viene di fatto limitato l’accesso a strutture quali ospedali, ambulatori o cliniche specializzate. Questa diventa una sfida per le amministrazioni locali, che devono garantire anche alle popolazioni più svantaggiate (famiglie con basso reddito, anziani…) l’accesso a servizi e luoghi fondamentali per la propria identità e la partecipazione alla vita sociale della comunità. Per tutte queste ragioni il progetto di ricerca non ha potuto non interessarsi alla mobilità: la convinzione che alcune aree del territorio italiano normalmente considerate come svantaggiate e problematiche possano rappresentare importanti driver di sviluppo per il Paese non può certo prescindere da una “fotografia” delle oggettive difficoltà di mobilità nel territorio preso in esame. La questione della mobilità è significativa ai fini della ricerca anche perchè l’Appennino Bolognese di fatto è un territorio che dipende da Bologna o quantomeno “gravita” intorno ad essa, non ha un vero e proprio "centro", e questo si ripercuote evidentemente sulla domanda di mobilità e sulla vita dei residenti: è essenziale quindi conoscere il rapporto che intercorre tra i comuni oggetto di studio e il centro della città metropolitana, approfondendo le implicazioni e i costi connessi ad una domanda di mobilità sempre più elevata. Occorre domandarsi quali politiche siano in grado di contribuire allo stesso tempo alla definizione di una identità locale forte (potremmo parlare di “orgoglio” di vivere sull’Appennino) e alla soddisfazione di bisogni e aspettative fondamentali per gli individui.
2017
Per una rinascita delle aree interne. Una ricerca nell'Appennino Bolognese
111
122
Rimondi, T. (2017). Muoversi in Appennino. Risorse e problemi della mobilità. Milano : FrancoAngeli.
Rimondi, Tommaso
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/611021
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