INTRODUZIONE: Gardnerella vaginalis (GV) è un batterio anaerobio facoltativo, pleomorfico, Gram-variabile. GV è la specie batterica più comunemente ritrovata a livello vaginale in corso vaginosi batterica (BV), condizione caratterizzata da una deplezione di lattobacilli e un’eccessiva crescita di anaerobi. Nonostante sia la specie più diffusa e più virulenta trovata in BV, GV fa parte del microbiota vaginale in una proporzione significativa di donne sane. Oltre a questo aspetto, è meno noto il ruolo di GV in altre condizioni cliniche che interessano il tratto genitale delle donne, come la candidosi vulvo-vaginale e le infezioni da Chlamydia trachomatis (CT). Lo scopo di questo studio è stato valutare e confrontare la distribuzione di GV nel tratto vaginale in 4 diversi gruppi: donne sane, con BV, con candidosi o con infezione da CT. METODI: A partire da luglio 2016 sono state arruolate tutte le donne in età fertile afferenti all’ambulatorio MTS del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e che soddisfacevano uno dei seguenti criteri: presenza di sintomi vulvo-vaginali (es: perdite vaginali, sanguinamento anomalo, prurito) o presenza di fattori di rischio per l'infezione da CT (età <25 anni, partner sessuali multipli, rapporti non protetti). I criteri di esclusione comprendevano l’uso di antibiotici nel mese precedente, l’utilizzo di estro progestinici, l’obesità e la presenza di malattie croniche. Per tutte le pazienti, dopo una visita clinica, è stato raccolto un tampone vaginale per la diagnosi molecolare di infezione da CT (Versant CT/GC DNA 1.0 Assay, Siemens). Inoltre, sono stati utilizzati i criteri di Amsel per la valutazione di BV, mentre la diagnosi di candidosi è stata posta sia clinicamente che con esame microscopico e/o colturale. Per ciascuna paziente, infine, è stata eseguita un real-time PCR quantitativa basata su 16S rRNA di GV. I risultati sono stati espressi come copie di DNA di GV/reazione. Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico del Policlinico. RISULTATI: Tra le prime 100 donne incluse nello studio, 24 sono state considerate sane (nessun sintomo e nessuna positività microbiologica), 16 hanno ricevuto una diagnosi di candidosi, 18 di BV e 23 sono risultate positive per CT. Il numero medio delle copie di DNA di GV era significativamente diverso tra i gruppi (P = 0.018). Le donne sane e quelle positive per CT hanno mostrato un ‘bacterial load’ simile (195274 e 162627 copie, rispettivamente) e nettamente inferiore rispetto ai gruppi BV e candidosi (562807 e 3.4 × 106 copie, rispettivamente). CONCLUSIONI: Il ‘bacterial load’ di GV a livello vaginale varia significativamente in base a diverse condizioni cliniche. Ulteriori studi sono necessari per valutare meglio il ruolo patologico di GV e comprendere se la carica elevata di GV ritrovata nei casi di candidosi preceda questa condizione o ne sia piuttosto una conseguenza.
Gardnerella vaginalis in donne con diverse condizioni cliniche
Marangoni A
;Salvo M;D’antuono A;Gaspari V;Banzola N;Foschi C.
2017
Abstract
INTRODUZIONE: Gardnerella vaginalis (GV) è un batterio anaerobio facoltativo, pleomorfico, Gram-variabile. GV è la specie batterica più comunemente ritrovata a livello vaginale in corso vaginosi batterica (BV), condizione caratterizzata da una deplezione di lattobacilli e un’eccessiva crescita di anaerobi. Nonostante sia la specie più diffusa e più virulenta trovata in BV, GV fa parte del microbiota vaginale in una proporzione significativa di donne sane. Oltre a questo aspetto, è meno noto il ruolo di GV in altre condizioni cliniche che interessano il tratto genitale delle donne, come la candidosi vulvo-vaginale e le infezioni da Chlamydia trachomatis (CT). Lo scopo di questo studio è stato valutare e confrontare la distribuzione di GV nel tratto vaginale in 4 diversi gruppi: donne sane, con BV, con candidosi o con infezione da CT. METODI: A partire da luglio 2016 sono state arruolate tutte le donne in età fertile afferenti all’ambulatorio MTS del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e che soddisfacevano uno dei seguenti criteri: presenza di sintomi vulvo-vaginali (es: perdite vaginali, sanguinamento anomalo, prurito) o presenza di fattori di rischio per l'infezione da CT (età <25 anni, partner sessuali multipli, rapporti non protetti). I criteri di esclusione comprendevano l’uso di antibiotici nel mese precedente, l’utilizzo di estro progestinici, l’obesità e la presenza di malattie croniche. Per tutte le pazienti, dopo una visita clinica, è stato raccolto un tampone vaginale per la diagnosi molecolare di infezione da CT (Versant CT/GC DNA 1.0 Assay, Siemens). Inoltre, sono stati utilizzati i criteri di Amsel per la valutazione di BV, mentre la diagnosi di candidosi è stata posta sia clinicamente che con esame microscopico e/o colturale. Per ciascuna paziente, infine, è stata eseguita un real-time PCR quantitativa basata su 16S rRNA di GV. I risultati sono stati espressi come copie di DNA di GV/reazione. Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico del Policlinico. RISULTATI: Tra le prime 100 donne incluse nello studio, 24 sono state considerate sane (nessun sintomo e nessuna positività microbiologica), 16 hanno ricevuto una diagnosi di candidosi, 18 di BV e 23 sono risultate positive per CT. Il numero medio delle copie di DNA di GV era significativamente diverso tra i gruppi (P = 0.018). Le donne sane e quelle positive per CT hanno mostrato un ‘bacterial load’ simile (195274 e 162627 copie, rispettivamente) e nettamente inferiore rispetto ai gruppi BV e candidosi (562807 e 3.4 × 106 copie, rispettivamente). CONCLUSIONI: Il ‘bacterial load’ di GV a livello vaginale varia significativamente in base a diverse condizioni cliniche. Ulteriori studi sono necessari per valutare meglio il ruolo patologico di GV e comprendere se la carica elevata di GV ritrovata nei casi di candidosi preceda questa condizione o ne sia piuttosto una conseguenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.